La sosta è finita: Antonio Conte ritrova il suo Napoli e guarda alla trasferta di Torino del 18 ottobre con due attese decisive dall’infermeria. Se arriveranno i “via libera” sperati, il piano tattico per l’Olimpico Grande Torino potrà cambiare volto e consolidare un momento già molto positivo.
Ottobre di crocevia e bisogno di certezze
Il rientro in campionato coincide con un passaggio che pesa. Gli azzurri vogliono difendere il primato in Serie A e dare continuità all’inerzia maturata in Champions League, ma la gara con i granata di Paolo Vanoli arriva mentre ogni dettaglio può fare la differenza. Nelle ore successive al ricompattamento del gruppo, il tecnico salentino ha segnato due attese in rosso: notizie positive su Matteo Politano e Alessandro Buongiorno potrebbero ricalibrare scelte e gerarchie nell’immediato.
È una vigilia fitta, con la conferenza pre-partita fissata per venerdì e un calendario che, a stretto giro, mette in fila anche la sfida europea con il PSV Eindhoven. In un contesto segnato dal pareggio in Belgio della Nazionale di Luciano Spalletti, Conte ha ribadito un concetto semplice: la profondità conta, ma senza i titolari si perde equilibrio. Per questo, gli aggiornamenti medici della settimana assumono il valore di una bussola: conferme che possono tradursi in solidità e fiducia, prima ancora che in moduli e lavagne.
La chiave dietro: Buongiorno e un rientro che pesa
Tra i dossier più delicati c’è quello di Alessandro Buongiorno, arrivato dal Torino in estate per oltre 35 milioni, 26 anni, torinese cresciuto nel vivaio granata. Un problema al polpaccio lo ha frenato da inizio ottobre, ma nelle ultime ore è tornato a correre sul campo e gli esami di controllo hanno escluso lesioni significative. Secondo quanto emerge, il difensore spinge per esserci in una partita che per lui ha un peso emotivo speciale: sfidare i vecchi compagni non è mai una giornata come le altre.
Il suo recupero rafforzerebbe una retroguardia che Conte ha gestito tra assenze e rotazioni, alternando Rrahmani, Juan Jesus e inserendo anche giovani come Contini. Nel 3-4-2-1 azzurro, il profilo di Buongiorno aggiunge fisicità, tempi di uscita e letture pulite sulle seconde palle. Con lui, la catena difensiva guadagna centimetri e personalità, elementi che in trasferta possono trasformare un pallone sporco in una ripartenza pulita. È il tipo di presenza che ridisegna l’atteggiamento del blocco.
Fantasia e equilibrio sulle corsie: Politano verso il rientro
L’altra attesa riguarda Matteo Politano, esterno destro di affidabilità e inventiva, fermato da un affaticamento al flessore della coscia sinistra che gli è costato le ultime due di campionato. La pausa ha portato segnali incoraggianti dai controlli medici, con lo staff che descrive un percorso di recupero accelerato e la concreta possibilità di rivederlo a disposizione. Per Conte significherebbe riavere un riferimento chiaro sulla fascia, capace di alzare i giri quando ritmo e campo si allungano.
Senza di lui, il Napoli ha dovuto reinventarsi con soluzioni d’emergenza: l’impiego di Ngonge o lo spostamento di Raspadori hanno garantito applicazione ma non la stessa continuità nel rifinire e nel creare superiorità sull’esterno. Un Politano in salute riporta naturalezza ai meccanismi del 3-4-2-1, dalla gestione dell’uno contro uno alla qualità dell’ultimo passaggio. È il tipo di tassello che rende armonico l’insieme, offrendo a Conte la possibilità di incidere dall’inizio o di cambiare passo a gara in corso.
Scelte, undici ipotizzato e un avversario che non fa sconti
Se i due recuperi andranno a buon fine, il Napoli potrà riproporre un’ossatura molto vicina all’undici di riferimento: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Spinazzola; McTominay, Lobotka; Politano, De Bruyne, Neres; Lukaku. Una struttura che mette insieme esperienza, fisicità e qualità tra le linee, con la capacità di cambiare ritmo e disegnare traiettorie diverse a seconda dell’avversario. Gestire le energie diventa il primo atto tattico di una settimana che chiede lucidità.
Dall’altra parte, Paolo Vanoli osserva i suoi con attenzione: permangono dubbi su Anjorin e Ismajli, ma il contesto dell’Olimpico Grande Torino promette di spingere i granata. Sabato 18 ottobre porterà in campo un confronto senza filtri, dove l’intensità sarà tema dominante. Per il Napoli, avere le pedine giuste nel posto giusto significa poter aggredire il match senza compromessi; per il Torino, significa provare a scardinare ritmo e certezze altrui sfruttando ogni dettaglio domestico.
Castel Volturno, porte chiuse e una fiducia che cresce
Oggi il Napoli si allena a porte chiuse a Castel Volturno. L’atmosfera, raccontano, è intrisa di ottimismo cauto: le risposte dall’infermeria valgono quasi quanto una rifinitura ben riuscita. Se le conferme arriveranno, Conte potrà respirare e indirizzare la sua squadra verso i tre punti. L’agenda è stretta e la Serie A non concede tregua: la sensazione è che la squadra sia pronta a rilanciare, più che a gestire.
Resta il peso umano della vigilia. Per il tecnico salentino, ex ct della Nazionale e professionista abituato alla pressione, questa partita tocca corde profonde: la sua formazione calcistica ha radici lungo il Po, e tornare a Torino scuote memorie e ambizioni. È il momento in cui la lucidità deve incontrare il coraggio, perché le grandi stagioni si costruiscono così: con scelte nette, idee chiare e la volontà di non arretrare di un passo quando l’onda si alza.
