Una richiesta di pena che pesa come un macigno riporta al centro della scena il crollo del 14 agosto 2018 e le sue 43 vite spezzate. Oggi la Procura di Genova ha chiesto 18 anni e 6 mesi per Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, con un atto destinato a lasciare il segno nell’aula del Tribunale.
La misura della richiesta e l’orizzonte giuridico
Secondo quanto ricostruito nelle cronache giudiziarie, i pubblici ministeri Walter Cotugno e Marco Airoldi hanno formalizzato una richiesta di condanna a 18 anni e 6 mesi, ritenuta la “massima” possibile nel perimetro fissato dal legislatore per la gravità delle condotte contestate. La richiesta arriva al termine di una requisitoria iniziata a giugno e chiusa con il focus sull’ex vertice di Aspi. Lo hanno riferito, tra gli altri, ANSA e la Repubblica.
Nel mosaico accusatorio, a Castellucci sono attribuiti gli omicidi colposi delle 43 vittime e il reato di crollo, con l’ulteriore indicazione della Procura di chiedere l’assoluzione per il capo di attentato alla sicurezza dei trasporti e per l’aggravante legata al monitoraggio. Nella ricostruzione del dibattimento, il pm ha parlato di pena “al limite del 589-bis”, evocando un parametro massimo, e ha motivato il computo come somma di “due mesi e venti giorni” per ciascuna vittima. Tali elementi sono stati riportati in agenzia.
Il processo, i numeri e il contesto che pesa sulla bilancia
Il procedimento penale sul crollo del Ponte Morandi abbraccia un quadro ampio, con 57 imputati tra ex dirigenti, tecnici e funzionari di strutture pubbliche e private. Le posizioni coprono ipotesi di omicidio e disastro colposi, profili di falso e violazioni delle norme di sicurezza, con distinta evoluzione per i diversi capi di imputazione. In più ricostruzioni giornalistiche viene stimato un orizzonte di decisione di primo grado entro il 2026, a valle di una macchina processuale avviata oltre tre anni fa. Lo hanno ricapitolato LaPresse e il Corriere della Sera.
In parallelo, la posizione dell’imputato di vertice è stata scandita con particolare rilievo: il pm Cotugno ha rimarcato la necessità di “adeguarsi” alla cornice normativa e di chiedere una sanzione “massima” alla luce di indicatori ritenuti negativi. Nelle cronache si è ricordato che l’ex ad non ha presenziato in aula perché detenuto a Opera per una diversa vicenda giudiziaria, la condanna definitiva a sei anni per il caso del bus di Avellino. La circostanza è stata riportata da ANSA e ripresa anche da un dispaccio internazionale.
Le voci contrapposte: accusa, difesa e il dolore dei familiari
La prospettiva dei familiari ha trovato parole misurate ma nette. Egle Possetti, portavoce del Comitato in ricordo delle vittime, ha definito la richiesta “importante”, sottolineando il ragionamento “lineare” del pm sulle responsabilità e ricordando che, in caso di condanna, l’età dell’imputato potrebbe comportare agevolazioni detentive. L’intervento è stato riportato in modo coerente da più testate, tra cui ANSA e Sky TG24, in testimonianze che restituiscono un sentimento composto e vigile.
Dal fronte della difesa, l’avvocato Guido Carlo Alleva ha contestato l’entità della richiesta e alcune espressioni emerse in aula, giudicandole estranee al perimetro del processo, in particolare laddove toccano aspetti della sfera privata dell’imputato. Le sue dichiarazioni, riprese da testate che hanno rilanciato contenuti di agenzia, mantengono saldo il principio per cui il giudizio deve restare ancorato ai fatti penalmente rilevanti. Il passaggio è stato riportato in rassegne di cronaca.
Gli esiti per le società e la trama della manutenzione
Nel corso della lunga istruttoria, le società Autostrade per l’Italia e Spea, responsabile della sorveglianza, sono uscite dal processo a seguito di accordi economici e patteggiamenti. Ricostruzioni giornalistiche indicano un esborso di 29 milioni complessivi, oltre a risarcimenti extragiudiziali ai familiari e al contributo per il nuovo viadotto. È un tassello che, pur essendo distinto dal profilo delle responsabilità individuali, compone il quadro di riferimento attorno al dibattimento. Lo hanno ricordato ANSA e il Corriere.
Nel racconto delle inchieste tecniche, gli investigatori hanno individuato fattori chiave nelle condizioni dei cavi portanti e nei cicli di manutenzione, temi che in aula si intrecciano con le scelte organizzative e le priorità finanziarie. In questo scenario, la Procura ha spiegato di voler calibrare la pena in un’ottica di proporzionalità, richiamando standard giuridici e prassi consolidate. Alcune analisi internazionali hanno sottolineato la rilevanza del caso per il dibattito sulla sicurezza delle infrastrutture in Italia.
Passi successivi e tempi della decisione
Con la richiesta per l’ex ad depositata, la Procura sta articolando le conclusioni anche per gli altri imputati, fra richieste di condanna e possibili assoluzioni per prescrizione. Gli obiettivi temporali evocati in più ricostruzioni indicano un possibile approdo alla sentenza di primo grado entro i prossimi mesi, con finestre che alcune testate collocano entro la metà del 2026, salvo fisiologici aggiustamenti di calendario. È il percorso, lungo e complesso, di un procedimento che deve saldare tecnica, diritto ed equità.
La fase che si apre ora, dopo oltre tre anni di udienze, chiama in causa l’accuratezza della motivazione e la solidità logica del giudizio. Il dispositivo, qualunque esso sia, sarà osservato con attenzione da studiosi e operatori del diritto per le ricadute sul tema delle responsabilità apicali nelle grandi organizzazioni. È un passaggio che interroga la giustizia sul valore della prevenzione e sulla reale capacità del sistema di tramutare la memoria in regole effettive.
Domande in primo piano
Qual è l’esatta richiesta della Procura nei confronti di Giovanni Castellucci?
La Procura di Genova ha chiesto 18 anni e 6 mesi di reclusione, ritenendo questa misura il massimo coerente con la cornice normativa applicabile e con la gravità delle condotte contestate, come riportato da ANSA e la Repubblica.
Quante persone sono imputate nel processo e quali i capi principali?
Gli imputati sono 57 e le contestazioni principali riguardano omicidio e disastro colposi, con ulteriori profili di falso e violazioni della sicurezza, secondo le ricostruzioni di LaPresse e del Corriere.
Che cosa ha detto la portavoce dei familiari delle vittime dopo la richiesta?
Egle Possetti ha definito la richiesta “importante”, apprezzando la linearità del ragionamento del pm e ricordando le possibili agevolazioni legate all’età dell’imputato in caso di condanna, come riportato da ANSA e Sky TG24.
Come ha replicato la difesa di Castellucci?
L’avvocato Guido Carlo Alleva ha contestato l’entità della richiesta e l’ingresso di valutazioni sulla sfera privata nel dibattimento, posizione rilanciata in più riprese di cronaca che hanno richiamato contenuti di agenzia.
Uno sguardo che pretende responsabilità
Al termine di una giornata che riapre ferite e richiama doveri, la misura proposta dall’accusa non è solo un numero: è la cartina di tornasole di un Paese che chiede che la catena delle decisioni venga illuminata, passo dopo passo, per capire dove si è interrotta la cura del bene comune. Siamo convinti che la verità processuale debba camminare con la precisione dei fatti e il rispetto delle persone, senza scorciatoie. In quell’equilibrio, severo ma necessario, si misura la nostra idea di giustizia.
