Una scena che alterna leggerezza e urto, sorriso e lacrime, prende forma a Napoli: “Doppio Specchio” di Anita Mosca, insieme a Isabella Mosca Lamounier, approda al Teatro Serra per tre serate, dal 17 al 19 ottobre 2025. Un viaggio nell’essere donna in provincia, tra segni, silenzi e regole non scritte che ancora graffiano.
Un rito di scena nell’area vesuviana
Ambientato nell’area vesuviana degli anni ’80, “Doppio Specchio” dispiega il legame fra madre e figlia attraversando le stagioni della loro vita. La scena, punteggiata da musica dal vivo e segni grafici, restituisce un dialogo carico di contraddizioni: la prossemica della madre, depositaria di modelli femminili stratificati, incontra gli scarti ribelli della figlia che cerca la propria autodeterminazione. Le parole si fanno carne, la musica apre feritoie, i simboli affiorano. Così, davanti al pubblico, prende corpo uno specchio vivente dove una femminilità rimanda all’altra, e ogni riflesso colpisce come una rivelazione necessaria.
Il lavoro mette in campo figure archetipiche e un linguaggio contaminato che allinea e scompone i doppi: Madre–Padre, Madre–Figlia, Padre–Figlia. In un contesto gretto, segnato da una società secolare, emerge la fatica della scelta autonoma e la difficile comunicazione delle famiglie patriarcali. Affettività, corporeità, emotività, sessualità, amore e percezione di sé restano intrappolati nei tabù. Lo spettacolo sviscera quei nodi, ne scova gli interdetti, e li restituisce con poesia e grottesco, tra risate amare e pudori infranti, dove ogni confessione costa un prezzo alto in dignità e integrità psicofisica.
La sfida artistica e le radici teatrali
Anita Mosca affronta un percorso totale: testo, regia e interpretazione. Una scelta che assume i rischi della creazione integrale e richiama una tradizione fertile di teatro d’autore e d’attore. La drammaturga riconosce in questo cammino una linea che la attraversa, da Scarpetta a De Filippo, da Viviani a Ruccello, fino a Moscato. Non c’è citazione nostalgica, ma una trasmissione viva di strumenti, accenti e mestiere, piegati qui a un racconto che sceglie la frangibilità come chiave di accesso all’universale.
Da questa costellazione di maestri, la regista-trice trae un’etica scenica che mette al centro figure apparentemente esili, capaci però di farsi portavoce di un’urgenza condivisa: l’autodeterminazione dentro un orizzonte che soffoca. Il respiro della provincia, con le sue attese e i suoi divieti, diventa materia incandescente. “Doppio Specchio” non rincorre dichiarazioni roboanti: si affida al dettaglio, al gesto minimo, alla frizione tra abitudine e desiderio, per lasciare emergere la domanda che brucia sotto la pelle: chi sono, quando mi guardo davvero?
Complicità in scena e tessitura sonora
In palcoscenico, la complicità tra Anita Mosca e Isabella Mosca Lamounier sostiene un racconto a due voci che sa essere intimo e crudele, tenero e spiazzante. La partitura musicale originale di Salvatore Morra agisce come terzo personaggio: una trama in cui chitarra classica ed elettrica, ūd e tammorre dialogano con il respiro delle interpreti. Il suono non accompagna: scava, apre varchi, restituisce memorie. Ogni passaggio acustico firma un movimento emotivo, trasforma il passo, dilata lo sguardo, rilancia le frasi quando le parole si spezzano o si trattengono.
L’immaginario visivo nasce dalle opere pittoriche di Ciro Di Matteo, mentre i movimenti scenici sono curati da Mariacira Borrelli e Rosario Liguoro. Le grafiche portano la firma di Alessia Fiorenza. Il disegno dello spazio non illustra: accoglie le fratture, sostiene l’urto tra retaggi millenari e tentativi sgangherati di emancipazione. La madre incarna modelli che si ripetono, la figlia li sfida e inciampa. È in quel passo incerto che lo spettacolo trova la sua verità, lì dove il riflesso non coincide più con l’immagine attesa.
Dove e quando
La produzione Itinerarte presenta “Doppio Specchio” al Teatro Serra di Napoli, in Via Diocleziano 316, dal 17 al 19 ottobre 2025. Tre appuntamenti, tre modi di attraversare la stessa storia: venerdì e sabato alle 21:00, domenica alle 18:00. Il tempo scenico segue i battiti della memoria e li consegna a chi ascolta. Ogni serata scolpisce un dettaglio diverso, un’ombra che si sposta, una ferita che cambia bordo, perché il teatro, quando funziona, non replica: trasmuta.
Per informazioni e contatti: teatroserra@gmail.com e 347.8051793. La sala accoglie un lavoro che chiama in causa lo sguardo di ciascuno. Non c’è comodo riparo: si esce con la sensazione che quello specchio, in fondo, non sia solo loro. È nostro, è di chiunque abbia incrociato l’interdizione del giudizio e il bisogno di dirsi, senza più abbassare gli occhi.
