Ogni 11 ottobre il mondo si ferma per ascoltare le ragazze. In Italia, a poche ore dalla ricorrenza, i dati sulle discipline Stem ricordano che la strada è ancora ripida. Il 15 ottobre a Milano, lo Stem Women Congress riporterà i numeri e le voci di chi lavora per colmare il divario, trasformando consapevolezza in azione.
Una ricorrenza che obbliga a scelte, non solo a parole
L’International Day of the Girl Child, istituito dalle Nazioni Unite il 19 dicembre 2011 e celebrato l’11 ottobre di ogni anno, richiama l’attenzione sui diritti delle bambine e delle ragazze e sulle barriere che ancora ne limitano opportunità e futuro. Non è una semplice ricorrenza: è un impegno a rimuovere ostacoli culturali e sociali, a partire dall’accesso all’istruzione e alle carriere ad alta qualificazione, dove il potenziale femminile resta sottoutilizzato. In questa cornice globale, l’Italia è chiamata a misurare risultati e ritardi con onestà.
Nel cuore di un’economia sempre più fondata su scienza e tecnologia, le competenze Science, Technology, Engineering and Mathematics diventano il passaporto per partecipare da protagoniste alla trasformazione in atto. Gli indicatori europei segnalano che l’Italia, pur con luci e ombre, ha una presenza femminile relativamente solida nelle scienze naturali e matematiche, ma resta indietro in informatica e ingegneria. Il dato europeo sui laureati Stem con quota femminile al 32,8% nel 2021 e l’Italia a livelli più alti in alcune aree disciplinari confermano che i margini di crescita ci sono, se supportati da politiche mirate e continuità d’azione.
I numeri che pesano: l’asimmetria italiana nelle Stem
Il quadro che sarà rilanciato a Milano il 15 ottobre racconta un divario netto: tra i 25-34enni, appena il 16,8% delle donne ha una laurea Stem, contro il 37% degli uomini. Anche nelle scelte universitarie iniziali, soltanto una su cinque imbocca percorsi Stem. È un’asimmetria che non fotografa solo preferenze individuali, ma l’effetto stratificato di stereotipi, aspettative sociali e carenza di modelli di prossimità capaci di legittimare aspirazioni e talento fin dall’adolescenza.
La forbice si allarga dove il mercato chiede di più: in Ict e informatica la quota di studentesse si ferma al 15,1%. Eppure, nel confronto europeo, l’Italia primeggia in proporzione femminile nelle scienze naturali e nella matematica, segno che laddove si investe in orientamento e continuità formativa i risultati arrivano. La sfida è estendere questa maturità anche ai domini digitali e ingegneristici, dove lo spazio occupazionale e salariale resta ampio e in evoluzione rapida.
Dal palcoscenico del confronto alle scelte di sistema
Chi anima il movimento sa che l’impatto nasce dall’incontro tra dati e storie. Alla guida dell’edizione italiana dello Stem Women Congress, Laura Basili sottolinea la necessità di offrire alle ragazze esempi concreti e misurabili, mentre Morena Rossi insiste sul valore di una narrazione nuova, capace di rendere ordinari i modelli femminili nei mestieri della scienza. È il senso di un percorso che, in Italia, ha preso forma grazie alla collaborazione tra realtà come Orange Media Group e Women at Business, con un lavoro continuo di ascolto nei territori.
Dopo un anno di tappe, la seconda edizione italiana approda il 15 ottobre 2025 al Palazzo Castiglioni di Milano, con una giornata dedicata a presentazione dati, panel e testimonianze. “Step by STEM” è il filo conduttore di un’iniziativa che intreccia scuole, famiglie, istituzioni e aziende, con l’obiettivo di trasformare l’orientamento in scelte consapevoli e libere. L’evento, fondato a livello internazionale da Eva Díaz, mette al centro un’alleanza ampia e pragmatica, dove l’analisi dei numeri si traduce in impegni operativi.
Benessere psicologico: la condizione abilitante che spesso manca
Nei passaggi cruciali – dalla scuola all’università, fino all’ingresso nel lavoro – il sostegno psicologico può fare la differenza. Francesca Adriana Boccalari, psicoterapeuta e direttrice clinica di Therapsy, ricorda quanto sia decisivo intercettare per tempo le fragilità delle giovani, offrendo servizi accessibili e in più lingue, calibrati sulle esigenze reali. La salute mentale non è un accessorio, ma una condizione abilitante per restare nel percorso formativo e professionale senza rinunciare a ambizioni e benessere personale.
Affrontare l’ansia da prestazione, la pressione sociale, i momenti di transizione – inclusa la maternità – significa custodire il capitale umano femminile nei frangenti più delicati. Un ecosistema che cura la dimensione emotiva e relazionale protegge le traiettorie di studio e lavoro, riduce l’abbandono e alimenta fiducia. Creare reti di supporto – familiari, educative, professionali – non è un optional: è un investimento che abilita autonomia, progettualità e tenuta nel tempo dei percorsi intrapresi.
Imprese e pari opportunità: dall’intento alle pratiche quotidiane
Nel mondo delle aziende, la promessa di inclusione conta se diventa prassi verificabile. In VoipVoice, racconta la manager Martina Giacomelli, l’avanzamento si misura su competenze e responsabilità, non sul genere: accesso trasparente ai percorsi di carriera, attenzione all’equità retributiva, rispetto come principio operativo. È così che nascono role model di prossimità, capaci di ispirare bambine e ragazze a scegliere studi e lavori tecnici senza l’eco del “non è da femmina”.
Il cambiamento si coglie anche nelle funzioni Hr più esposte all’innovazione. Giada Innocenti, Hr Manager di Webidoo e indicata nel 2025 tra i profili di riferimento del settore in classifiche rilanciate dalla stampa economica, ribadisce che la diversità di sguardi rende l’innovazione più efficace, perché amplia idee, soluzioni e impatto. Investire nella presenza femminile nelle aree Stem non è solo giustizia: è un vantaggio competitivo che rafforza l’intero sistema.
Competenze, diritto e leadership: costruire fiducia sin da piccole
Nel mondo della proprietà intellettuale, Francesca La Rocca Sena – partner di Sena & Partners e docente del corso “Property Rights: Legal Aspects” all’Università Statale di Milano – osserva da vicino una generazione di studentesse che completa i percorsi con rapidità e prende la parola con sicurezza. Il messaggio è chiaro: incoraggiare presto significa attivare anticorpi contro i bias, dando strumenti tecnici e fiducia per muoversi in settori dove norme, contratti e tutela dell’innovazione sono fattori di empowerment.
Nell’ambito della gestione degli investimenti, Elisabetta Pellicciotta, CEO di Make Me Home, racconta un percorso costruito su competenze e risultati in un’area storicamente dominata dagli uomini. La sua esperienza sottolinea una verità spesso taciuta: credibilità e autorevolezza non si dichiarano, si guadagnano con visione strategica, lettura del mercato e capacità di creare valore misurabile per clienti e investitori. Un esempio di leadership pragmatica che parla alle nuove generazioni.
Risposte rapide per orientarsi
Perché è urgente aumentare la presenza femminile nelle Stem? Perché in gioco c’è la capacità del Paese di innovare: includere più talenti significa più creatività, produttività e crescita sociale, riducendo divari che frenano competitività e benessere collettivo.
Qual è la priorità nella scuola? Orientamento precoce e continuo, laboratori e role model vicini alle studentesse, così da smontare stereotipi e legittimare ambizioni tecniche sin dalla secondaria.
E le aziende, da dove iniziano? Selezioni trasparenti, formazione mirata, politiche retributive eque, congedi e flessibilità; soprattutto, obiettivi misurabili che rendano l’inclusione una responsabilità condivisa e valutabile.
Quali date segnare adesso? Sabato 11 ottobre, Giornata internazionale delle Bambine e delle Ragazze; mercoledì 15 ottobre, tappa conclusiva a Milano dello Stem Women Congress con dati, testimonianze e impegni pubblici.
Uno scatto di consapevolezza che diventa progetto
Le testimonianze raccolte mostrano che l’Italia possiede energie, competenze e visione per accorciare le distanze nelle Stem. La nostra identità editoriale nasce dall’ascolto: numeri, storie e responsabilità si tengono insieme quando la comunità – scuole, famiglie, imprese, istituzioni – smette di delegare e inizia a cooperare. Non basta celebrare: serve una regia concreta che trasformi ogni promessa in un passo misurabile.
Nel tempo in cui viviamo, l’innovazione non tollera metà del talento sul bordo del campo. Non chiediamo concessioni: chiediamo che a ragazze e donne sia garantito lo spazio per contribuire, scegliere, errare, riprovarci. È così che si costruisce un domani più giusto e produttivo. E se c’è un momento per cambiare passo, è adesso: con coraggio, con metodo, insieme.
