Un appello a trasformare la competenza psicologica in azione civile attraversa questa Giornata nazionale: gli psicologi e le psicologhe sono chiamati a farsi promotori di pace, in un tempo segnato da tensioni e vulnerabilità collettive. A Roma, la comunità professionale riunita dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi invita a guardare oltre le fratture, proponendo la psicologia come strumento concreto di benessere e coesione.
Un invito a costruire ponti nella decima edizione
Il tema scelto, “Psicologia è pace. Costruire ponti, non muri”, segna la decima Giornata nazionale della psicologia e ribadisce una responsabilità pubblica: la salute mentale non è soltanto un fatto individuale, ma un bene condiviso che sostiene la convivenza e la capacità di una comunità di immaginare il futuro. Sul portale istituzionale del CNOP viene chiarito come questa idea di pace si traduca nel mettere al centro bambini e giovani, nell’integrare mente e corpo nelle emergenze e nel trasformare ferite in percorsi di ricostruzione sociale, con un’attenzione concreta alle relazioni e all’ambiente. Questa visione non è dichiarativa: orienta politiche, alleanze e pratiche diffuse sul territorio, a partire dagli Ordini regionali.
Nel cuore dell’iniziativa risuona il messaggio della presidente Maria Antonietta Gulino, che esorta la professione a interrogarsi e a contribuire con competenza alla costruzione di esperienze di pace. Non si tratta di parole rituali: chi lavora con le persone sa che il conflitto attraversa famiglie, coppie, comunità e interiorità. In questa prospettiva, come ricordato negli interventi di apertura, il conflitto non è solo destabilizzazione, ma può diventare anche passaggio evolutivo, occasione di rinnovamento e scoperta dell’altro. La pratica clinica insegna che riconoscere, elaborare e integrare i traumi apre spazi di riconciliazione e consente di rigenerare legami.
Luoghi, tempi e protagonisti della giornata
L’appuntamento nazionale si svolge oggi, sabato 11 ottobre 2025, dalle 9.00 alle 17.30, al Nazionale Spazio Eventi – Roma Life Hotel in via Palermo 10, come indicato nelle comunicazioni pubbliche diffuse dalle realtà del settore e dagli Ordini territoriali. La partecipazione ha registrato un’ampia adesione, con disponibilità di fruizione anche attraverso i canali digitali del CNOP, così da coinvolgere una platea più estesa di professioniste, professionisti e cittadinanza interessata. Un segnale, questo, della domanda crescente di orientamento e di riflessione condivisa sul ruolo della psicologia nell’attuale fase storica, dove fragilità individuali e pressioni sociali si alimentano a vicenda e richiedono alfabetizzazione emotiva, dialogo e responsabilità.
La scaletta prevede l’apertura dei lavori con il saluto della presidente Gulino, seguita da interventi istituzionali che sottolineano la connessione tra salute mentale e politiche pubbliche. Comunicazioni diffuse nel mondo dell’impresa e dell’associazionismo indicano la presenza, tra i saluti, del ministro della Salute Orazio Schillaci, della vice ministra del Lavoro Maria Teresa Bellucci e della presidente della Fondazione Adriano Ossicini Elisabetta Camussi, a testimonianza di un dialogo aperto tra professione, sanità e welfare. La giornata è scandita da panel con esperti e operatrici e operatori attivi nei contesti di crisi, insieme a momenti di approfondimento frontale pensati per fissare prospettive e strumenti utili alla pratica quotidiana.
Una professione alla prova delle fratture contemporanee
Dall’apertura con un video emozionale che alterna immagini di distruzione, separazione e dolore all’ostinata ricerca umana di una via d’uscita, emerge una consapevolezza: viviamo dentro un tempo in cui guerre, crisi sanitarie e fratture culturali alimentano insicurezza, polarizzazione e smarrimento. La comunità professionale si assume quindi il compito di offrire linguaggi, metodi e relazioni capaci di ricucire. L’appello che arriva dai lavori sottolinea come la promozione del benessere non possa prescindere dalla qualità del tessuto sociale, e come un sistema di cura efficace debba tenere insieme prevenzione, presa in carico e educazione alla convivenza, con un’attenzione particolare ai contesti più esposti.
Questa impostazione è ribadita dalle note di indirizzo pubblicate dal CNOP: parlare di “psicologia è pace” significa integrare saperi e responsabilità, valorizzare reti educative e familiari, e riconoscere che, nelle emergenze, non si trattano soltanto i corpi ma anche le menti. La pace, legata a benessere psicologico e coesione sociale, diventa così un bene comune, da coltivare mediante pratiche che sviluppino fiducia, autonomia e capacità di stare nei conflitti senza lasciarsene travolgere. Il messaggio, in sintesi, propone una professione non chiusa nella specializzazione, ma capace di incidere nel dibattito pubblico e di sostenere istituzioni e cittadini nel dare forma a risposte sostenibili.
Una presidenza al femminile e un impegno che continua
Il percorso di oggi si colloca in un anno significativo per la governance della professione: nell’aprile 2025 Maria Antonietta Gulino è stata eletta alla guida del CNOP, prima donna a ricoprire questo incarico nella storia dell’Ordine nazionale. La notizia, ripresa dalla stampa specializzata in ambito salute, ha segnato un passaggio simbolico e sostanziale: una leadership esperta, maturata nel lavoro territoriale e istituzionale, che imprime nuova continuità a un’agenda centrata su qualità dei servizi, dignità professionale e ruolo sociale della psicologia. È un segnale di rappresentanza inclusiva che dialoga con i temi della giornata e ne rafforza il respiro culturale e civile.
L’impegno, però, non si esaurisce tra le pareti di una sala convegni. Gli Ordini regionali hanno costruito, nei giorni che precedono l’evento romano, una fitta trama di appuntamenti: in Lombardia, ad esempio, l’Ordine ha promosso dal 4 all’11 ottobre incontri diffusi dedicati a dialogo sociale, sport e cultura, con collaborazioni locali e iniziative di sensibilizzazione. Inoltre, viene segnalata la partecipazione della comunità professionale alla Marcia PerugiAssisi del 12 ottobre, a ribadire che la promozione del benessere passa anche da gesti pubblici di responsabilità e testimonianza civica. Questa dimensione territoriale mostra come il messaggio “costruire ponti” si trasformi, concretamente, in prassi.
Dalla sala al territorio: idee che diventano pratiche
Nelle parole di chi opera quotidianamente sul campo, il conflitto viene riconosciuto, nominato e accompagnato. L’assunto è chiaro: non è mera disorganizzazione, ma un momento che, se sostenuto con strumenti adeguati, può sbloccare risorse inattese. La psicologia offre metodi per restituire senso a ciò che appare frattura, per facilitare processi di elaborazione del trauma e per rafforzare il patto tra individui e comunità. Quando ci si sente visti e compresi, la ferita non scompare, ma smette di governare il futuro. Il lavoro clinico e quello sociale si intrecciano, dal consultorio alla scuola, dallo studio professionale alle reti territoriali.
Sul piano istituzionale, il messaggio che giunge dalla decima Giornata è altrettanto netto: investire in salute psicologica vuol dire investire nella salute pubblica. Le indicazioni condivise sul portale del CNOP invitano cittadini, istituzioni e comunità professionale a riconoscere la psicologia come risorsa indispensabile nelle politiche di prevenzione e coesione. In questa prospettiva, le emergenze – che siano sanitarie, sociali o legate a contesti di violenza – chiedono interventi integrati, in cui la cura dei corpi si affianca alla cura delle menti e le reti di prossimità diventano infrastrutture essenziali per non lasciare indietro nessuno.
Risposte rapide alle domande che circolano
Che cosa significa, in concreto, “Psicologia è pace”? Significa agire perché il benessere psicologico sostenga relazioni, istituzioni e convivenza, riconoscendo il conflitto come occasione di crescita quando viene accompagnato con competenza. Le indicazioni diffuse dal CNOP sottolineano l’importanza di integrare mente e corpo nelle emergenze, mettere al centro i più giovani e trasformare i traumi in percorsi di ricostruzione: un programma operativo che lega pratica clinica, educazione e responsabilità pubblica, andando oltre gli slogan e radicandosi nella vita delle comunità.
Dove si tiene l’evento nazionale e come si può seguirlo? La giornata si svolge al Nazionale Spazio Eventi – Roma Life Hotel, in via Palermo 10, con lavori tra le 9.00 e le 17.30. Le informazioni diffuse dagli Ordini territoriali segnalano ampia partecipazione e la possibilità di fruire della diretta attraverso i canali del CNOP, così da includere professionisti e cittadine e cittadini che non possono essere presenti. L’obiettivo è allargare il confronto e trasformare la riflessione in una responsabilità condivisa, accessibile e informata.
Chi apre i lavori e quali istituzioni sono coinvolte? L’apertura è affidata alla presidente Maria Antonietta Gulino. Comunicazioni pubbliche indicano saluti istituzionali del ministro della Salute Orazio Schillaci, della vice ministra del Lavoro Maria Teresa Bellucci e di Elisabetta Camussi per la Fondazione Adriano Ossicini. La presenza di queste voci rimarca il legame tra politiche sanitarie, welfare e promozione della salute mentale, riconoscendo alla professione un ruolo di cerniera tra servizi, territori e cittadinanza attiva.
Perché questa edizione è considerata speciale? Perché è la decima e arriva in un anno di rinnovamento: ad aprile 2025 è stata eletta la nuova presidente del CNOP, Maria Antonietta Gulino, prima donna alla guida dell’Ordine nazionale. Intorno all’evento romano si è mossa una rete di iniziative regionali, come la settimana di incontri in Lombardia e l’adesione alla Marcia PerugiAssisi del 12 ottobre. È il segno di una professione che rende visibile, nello spazio pubblico, la propria responsabilità sociale.
Un congedo che rilancia responsabilità e cura
Il filo che unisce gli interventi di oggi è semplice e potente: la psicologia genera pace quando aiuta le persone a stare nella complessità senza negarla. In un Paese attraversato da ansie e trasformazioni, questo sguardo diventa essenziale per istituzioni, scuole, servizi e famiglie. Portare le competenze psicologiche fuori dagli spazi specialistici e metterle al servizio della cittadinanza è un atto di responsabilità, una scelta capace di ricostruire fiducia e appartenenza. È qui che si misura, davvero, la maturità di una comunità professionale.
Resta un compito che ci riguarda tutti: coltivare relazioni che riparano, parole che avvicinano, politiche che includono. Le voci raccolte oggi – dalla presidenza del CNOP alle realtà territoriali, fino ai referenti istituzionali – ci consegnano un orizzonte chiaro: la pace si impara e si pratica. E quando la psicologia diventa azione condivisa, la società intera ritrova respiro. È questo il nostro sguardo: mettere al centro le persone, dare tempo all’ascolto, trasformare la conoscenza in cura per la comunità.
