Il borgo medievale di Casertavecchia si prepara a salutare “Un Borgo di Libri” domenica 12 ottobre con un’ultima giornata ricchissima, che corre tra vicoli e piazze fino a Casola. Letteratura, musica, immagini e gusto si intrecciano nel segno di “Odissee”, per un congedo che somiglia a un patto con il futuro.
Un arrivederci che guarda avanti
Il direttore Luigi Ferraiuolo non chiude il sipario: lo sposta più avanti. Annuncia un’indagine sul sistema culturale di Caserta per disegnare una mappa condivisa, capace di orientare un progetto complessivo nato dal basso e costruito insieme ai decisori del territorio. Obiettivo dichiarato: generare idee concrete e occasioni anche per il libro e la lettura. Se nessuno inaugurerà questo percorso, lo si intraprenderà comunque, con fermezza. La festa diventa impegno, la comunità un laboratorio aperto, la cultura un cantiere per ciò che ancora non c’è. L’energia dell’ultima giornata nasce qui, nella volontà di trasformare l’entusiasmo in pratica comune.
Questo passaggio di testimone tra celebrazione e lavoro collettivo accende il senso dell’edizione. La volontà è di superare il perimetro del festival e tornare nei luoghi reali della vita quotidiana, dove pratiche e idee sanno mettere radici. Casertavecchia e Casola diventano così i nodi di una rete più ampia, in cui persone, memorie e competenze si ricuciono in un pensiero condiviso. Quel che inizia in piazza non finisce con gli applausi: continua nelle relazioni, nelle scelte, nella responsabilità. È questa la promessa che accompagnerà l’addio a “Un Borgo di Libri”.
Tra mito, smarrimento e la rotta di Intelligenze naturali 2024
“Odissee” è il filo che chiude l’edizione 2024, seconda tappa di “Intelligenze naturali”. Siamo immersi in uno spaesamento che tocca biografie e comunità; la letteratura ne illumina il contorno e aiuta a respirare dentro il cambiamento. Il percorso del festival attraversa strade, cattedrali e antiche chiese: dalla rocca di Casertavecchia alle case di Casola. Qui l’incontro diventa cura: si raccolgono frammenti di memoria, si cercano nuove direzioni, si aggiustano le bussole interiori. È un invito a riconoscersi nel tempo presente senza rinunciare alla profondità del racconto.
Questa edizione mette a fuoco il desiderio di tornare “a casa”, alla ricerca di amicizia e appartenenze. Ma quella casa sembra scivolare più in là, sospinta da una transizione digitale sempre più rapida. E allora la pagina scritta diventa strumento critico e bussola emotiva, capace di ridare alla comunità parole condivise. Nel tessuto del borgo, tra pietre e campanili, le storie ritrovano il loro respiro lungo e indicano un cammino possibile, dove la conoscenza si intreccia con l’ascolto e l’immaginazione con la responsabilità.
Il cuore della domenica
La mattina si apre in cattedrale alle 11 con un “aperitivo di gusto” dedicato alla pasticceria italiana, guidato da Antonella D’Avanzo ed Emanuela Sorrentino. Con loro quattro maestri reinterpretano la dolcezza del Mezzogiorno: Nicola Goglia (“Emilio il Pasticcere”, Casal di Principe), Alessandro Mango (“Lombardi Pasticcieri dal 1948”, Maddaloni), Biagio Martinelli (“Pasticceria Biagio Martinelli”, Aversa) e Marco Cesare Merola (“Pasticceria Contemporanea”, Caserta). Un invito a scoprire ricchezze alternative, soprattutto dolciarie, che raccontano identità e lavoro. A mezzogiorno, al Boutique Hotel Palazzo dei Vescovi, la “Chiamata alle arti” convoca le associazioni culturali casertane per costruire, insieme, un’agenda di azioni.
Nel pomeriggio l’attenzione si sposta sul gioco, sulla musica, sull’infanzia: alle 17, al B&B A Corte di Casola (via Antonio de Franchis, 6), i bambini diventano protagonisti con il laboratorio di musica dei Bottari insieme alla Ngo Sant’Antuono & le battuglie di pastellessa. Il ritmo antico incontra orecchie nuove, e l’esperienza condivisa scioglie distanze e timidezze. In questo scambio si intravede l’idea di futuro che il festival incoraggia: pratica, inclusiva, radicata nella tradizione e protesa verso nuove forme di espressione.
La sera tra piazze e saloni: incontri e performance
La serata disegna un itinerario tra i saloni del Palazzo dei Vescovi e le piazze del borgo. Alle 19 “Eroine a confronto” mette in dialogo Mirella Armiero ed Enza Alfano con Beatrice Crisci, Antonella Serpico e Valentina D’Andria. Alle 20, “La fotografia come paesaggio interiore” con il grande Antonio Biasiucci, accompagnato da Mauro Nemesio Rossi ed Enzo Battarra, rende omaggio all’archivio fotografico “Il Borgo”. Alle 21, Giulio Guidorizzi racconta Odisseo, con le letture di Massimo Santoro e Rita Saviano.
Alle 22 arrivano le “Interviste impossibili”: Tony Tammaro veste i panni del giornalista e dialoga con un redivivo Dino De Laurentiis, interpretato da Ignazio Senatore, con la partecipazione di Filippo Germano, fondatore del CortoDino Festival. Alle 23, il saluto collettivo in piazza Duomo chiude una giornata pensata per restare nella memoria. È il momento in cui le voci si sommano, i racconti si riconoscono e la comunità si abbraccia, prima di affidare all’aria di borgo l’eco dell’ultima parola.
Il confronto in cattedrale
Ieri sera, nella cattedrale di Casertavecchia, l’incontro tra don Luigi Ciotti e Renato Natale, già sindaco di Casal di Principe, ha segnato una pagina di rara intensità, nata dal volume “Io, casalese che non sono altro” edito da Rubbettino. Per la prima volta in quarant’anni i due si sono misurati pubblicamente sul cammino della città: dall’ascesa del clan dei casalesi all’assassinio di don Peppino Diana. Un’assemblea partecipe, con la presenza di diversi sacerdoti, ha interrotto più volte con lunghi applausi un dialogo che ha restituito la misura del cambiamento in atto.
Don Ciotti ha rimarcato come Casal di Principe sia profondamente mutata dopo l’uccisione di don Giuseppe Diana, grazie al suo sacrificio e al lavoro di Renato Natale, sindaco che non ha mai lasciato la sua gente. Sollecitato dal giornalista di Repubblica Raffaele Sardo sulla beatificazione, ha ricordato che per molti don Diana è già santo e che il nuovo vescovo sta promuovendo la memoria. Ha richiamato i primi anni a Casale, l’attenzione di sacerdoti venuti da fuori, la testimonianza di Augusto Di Meo e il coraggio silenzioso di quanti scortavano Natale dopo il Consiglio comunale per proteggerlo dalle minacce. Il punto più alto, ha aggiunto l’ex sindaco, resta la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 21 marzo 2023, indicata come due anni fa, considerata anche un nuovo inizio. L’incontro, durato circa due ore, ha lasciato un segno profondo.
Il sabato tra racconti, arte e storia
Il cammino verso la domenica si è nutrito di una tappa densa sabato 11 ottobre. Alle 17, in cattedrale, “Racconti al borgo” ha portato l’Apelibro dell’antologia di “Un Borgo di Libri” tra i presenti, in un passaggio che ha dato voce alle parole nella loro forma più vicina alle persone. Alle 19, al Salone Da Mastrangelo Antico Ristorante, “È notte sul confine” ha visto Pietro Spirito dialogare con Daniela Borrelli e con gli avvocati Simona Pelliccia e Michele Di Fraia, con le letture di Titti Cristiano, intrecciando diritto, narrativa e sensibilità civica in un ascolto pieno e condiviso.
Alle 20, “Vox Signis” ha messo al centro Enzo Toscano e un parterre di voci: Lello Agretti, Maria Stella Eisenberg, Cesare Cuscianna, Eugenio Tescione, Augusto Ferraiuolo, Giuseppe Venditto, Luca Palermo, Giorgio Agnisola e Antonio Luisé, in dialogo serrato tra arti e segni. Alle 21, spazio a “Caravaggio”: la narrazione di Francesco De Core, accompagnata dalle immagini di Sergio Siano, ha guidato il pubblico in un viaggio visivo e narrativo dentro l’opera e il mito del grande pittore, dissolvendo le distanze tra storia, sguardo e contemporaneità.
Luoghi e rete del festival
L’ultimo weekend di “Un Borgo di Libri” si distende tra palazzi, cattedrali e antiche chiese di Casertavecchia, con un’estensione a Casola, confermando la vocazione itinerante di un progetto che, dal 14 agosto al 12 ottobre, ha unito il borgo e altri paesi in un’unica esperienza di comunità. Il quartiere intero accoglie incontri e performance diffusi, moltiplicando gli spazi di dialogo e rendendo la cultura gesto quotidiano, riconoscibile e condiviso, capace di attraversare luoghi e generazioni senza perdere intensità. La geografia del festival coincide con quella delle relazioni.
Il cammino del festival procede insieme ai suoi partner: la cantina Tenuta Fontana, che cura la vigna della Reggia di Caserta, e la concessionaria Amica del gruppo Palmesano, auto ufficiale della manifestazione. Unesco ha scelto “Un Borgo di Libri” per sostenere la seconda Giornata mondiale per il patrimonio immateriale del 17 ottobre, unico festival in Italia ad avere questo riconoscimento. L’idea nasce da Ucsi Caserta Aps e si traduce, anno dopo anno, in una rete di relazioni che valorizza persone, saperi e memoria del territorio, intrecciando fili antichi e prospettive nuove.
