Tuidi accelera: la startup pugliese chiude un seed round da 3 milioni di euro per spingere la trasformazione digitale della Gdo italiana con una piattaforma di intelligenza artificiale pensata per i punti vendita. Capitale, tecnologia e dati convergono in un progetto che promette efficienza operativa, meno sprechi e scelte più rapide in corsia.
Un capitale per cambiare ritmo
Il nuovo aumento di capitale da 3 milioni di euro porta in dote partner finanziari e industriali di primo piano. L’operazione è stata sottoscritta da Vertis Sgr tramite i fondi Vertis Venture 6 Digital Sud – iniziativa sostenuta, attraverso CDP Venture Capital, con risorse della NextGeneration EU – e Vertis Venture 7 Digital Puglia, insieme ad Azimut attraverso i veicoli Azimut ELTIF – Venture Capital ALIcrowd III e IV e Azimut Digital Equity Italy, gestiti da Azimut Libera Impresa Sgr. A fianco dell’aumento entra anche QBerg, attivo in market research e price intelligence, con un ruolo di partner strategico a supporto del piano di sviluppo. Un perimetro che consolida governance, capitali e competenze verticali su prezzi, promozioni e assortimenti, temi cruciali per i margini del retail alimentare.
Il sostegno degli investitori nasce da un’urgenza che il consumatore vive ogni giorno: scaffali vuoti, listini incoerenti, gestione del personale che non tiene il passo dei flussi reali. Nelle analisi e nelle dichiarazioni raccolte a chiusura del round, emerge l’obiettivo di innalzare gli standard del settore intervenendo su inefficienze che pesano sui conti. Nelle parole attribuite al management di Azimut Libera Impresa, la Gdo italiana conta decine di migliaia di punti vendita e sconta ancora una quota rilevante di fatturato assorbita da rotture di stock e sprechi; una lacuna che tecnologie predittive e controllo operativo possono finalmente ridurre.
Dati, algoritmi e scelte quotidiane in negozio
Il cuore dell’offerta di Tuidi è Delphi, una piattaforma che agisce come un controller di punto vendita capace di suggerire ogni giorno approvvigionamenti, prezzi di sell-out, assortimenti e turni del personale. Non si tratta di un cruscotto statico, ma di un motore decisionale che incrocia variabili interne ed esterne attraverso modelli proprietari di machine learning, spingendosi oggi anche verso agenti AI e AI generativa. L’ambizione è semplificare ciò che in negozio spesso è complesso: posizionare i prodotti giusti, al prezzo giusto, nel momento giusto, con squadre dimensionate sul traffico reale.
I riscontri in campo raccontano di incrementi di vendite fino al +2% e riduzione dei costi d’ordine fino al -10%. Con oltre 620 milioni di prodotti già gestiti da Delphi, la tecnologia ha contribuito a contenere sprechi e migliorare le performance in realtà come Conad Centro Nord, Maiora, Retail Pro, Ama Crai Est e Gruppo Romano. L’obiettivo dichiarato è trasformare la complessità dei dati in decisioni operative quotidiane, accompagnando la rete italiana della grande distribuzione in un percorso di innovazione che valorizzi un settore iconico del Paese.
La cornice di mercato: numeri e priorità
Il contesto conferma quanto sia strategico intervenire sull’efficienza. Secondo le rilevazioni NIQ, il 2024 della Gdo italiana si è chiuso con un fatturato di circa 135,1 miliardi di euro, in crescita dell’1,8% su base annua, con trend positivi per supermercati, discount e superstore. Questi volumi, che sfiorano il 6% del Pil nazionale nella lettura delle associazioni di settore e delle analisi riprese dalle testate economiche, descrivono un pilastro dei consumi che richiede processi solidi, dati affidabili e strumenti avanzati di gestione.
Al tempo stesso, studi europei mettono in fila le urgenze per i retailer: margini sotto pressione, centralità del pricing, ruolo crescente delle private label e necessità di personalizzare l’esperienza d’acquisto. In questo scenario, la capacità di leggere la domanda in tempo reale e prevenire le rotture di stock – soprattutto nel fresco – diventa un vantaggio competitivo e operativo. Le analisi di McKinsey sul grocery europeo 2025 confermano che tecnologia e dati sono la leva per rigenerare produttività e redditività del comparto.
Partner e traiettoria: perché questi investitori
L’architettura dell’operazione racconta una direzione chiara. Vertis Venture 6 Digital Sud nasce per spingere innovazione digitale nelle filiere del Mezzogiorno, con il supporto dell’anchor investor CDP Venture Capital tramite il fondo “Digital Transition” che utilizza risorse NextGeneration EU. La presenza di Vertis Venture 7 Digital Puglia rafforza il legame con il territorio in cui Tuidi è nata e cresce, in una fase in cui le filiere alimentari meridionali chiedono strumenti concreti per competere e ridurre inefficienze storiche.
La componente Azimut aggiunge massa critica e una piattaforma ELTIF dedicata alle Pmi innovative, con i comparti ALIcrowd III e IV e il fondo Digital Equity Italy gestiti da Azimut Libera Impresa. A latere, l’ingresso di QBerg – con expertise su promozioni, volantini e prezzi – apre a sinergie immediate sulla qualità dei dati di mercato e sulla velocità di esecuzione delle strategie di pricing e assortimento. Capitale, dati e algoritmi si incontrano per fare scalare più in fretta i risultati operativi.
Dal banco frigo al back office: cosa cambia davvero
L’innovazione diventa tangibile quando impatta il lavoro in negozio. Oltre al controllo integrato dei processi, Delphi ha introdotto funzionalità come Workforce Management per allineare i turni ai picchi di afflusso, Smart Pricing per ottimizzare i listini sfruttando correlazioni tra prodotti e Smart Category per rendere dinamico l’assortimento. Ridurre gli eccessi di stock, contenere gli sprechi e sostenere i margini sono gli effetti attesi di un disegno che unisce previsioni accurate e automazione delle attività ripetitive.
Chi frequenta i supermercati conosce l’effetto domino di un’anomalia di inventario: il prodotto che “dovrebbe esserci”, il tempo perso dagli addetti, la vendita mancata. Le tecnologie di intelligenza artificiale puntano a spezzare questa catena, riportando qualità e continuità all’esperienza d’acquisto e alleggerendo i costi occulti che gravano sui conti. È qui che la promessa della tecnologia si incontra con le esigenze quotidiane di chi compra e di chi gestisce, trasformando la complessità in scelte leggibili e misurabili.
Domande che contano, risposte concrete
Quanto pesa oggi la grande distribuzione alimentare italiana e perché servono tecnologie come Delphi? Le analisi NIQ indicano per il 2024 un giro d’affari di circa 135,1 miliardi di euro, in crescita dell’1,8% sull’anno precedente. Numeri di questa scala impongono sistemi che connettano domanda reale e processi interni: previsione degli afflussi, assortimenti dinamici, pricing coerente. È il terreno su cui soluzioni data-driven aiutano a limitare rotture di stock, sprechi e margini erosi.
Chi ha investito e quale valore aggiungono partner come Vertis, Azimut e QBerg? Il round è sostenuto da Vertis, con fondi focalizzati sulla trasformazione digitale nel Sud e in Puglia, e da Azimut attraverso veicoli ELTIF specializzati in startup e Pmi innovative; QBerg, infine, porta competenze su prezzi, promozioni e analisi competitive. Insieme, capitale e dati accelerano lo sviluppo prodotto e la capacità di esecuzione nei punti vendita.
Quali risultati operativi sono già emersi e su quali leve si concentrano i miglioramenti? Le metriche condivise parlano di aumenti delle vendite fino al +2% e riduzione dei costi d’ordine fino al -10%, con oltre 620 milioni di prodotti gestiti. Le leve principali sono il rifornimento programmato, la definizione dei prezzi di sell-out, la rotazione degli assortimenti e la pianificazione dei turni secondo il traffico reale.
Perché il Mezzogiorno è al centro di questa traiettoria di crescita? Fondi come Vertis Venture 6 Digital Sud nascono per abilitare la transizione digitale delle filiere nel Sud, utilizzando risorse europee della NextGeneration EU tramite il veicolo “Digital Transition” di CDP Venture Capital. Un ancoraggio territoriale che può favorire adozione e scala, a partire da un’azienda nata in Puglia e proiettata a incidere sulla rete nazionale della distribuzione moderna.
Uno slancio che chiede responsabilità
Nel racconto dei numeri si intravede qualcosa di più profondo: la possibilità di portare la Gdo italiana a una maturità digitale in cui i dati non restano promesse, ma diventano decisioni operative che migliorano il lavoro delle persone e la qualità del carrello. L’innovazione, però, chiama alla responsabilità: risultati misurabili, trasparenza sui processi algoritmici e attenzione all’impatto sociale. È la rotta che continuiamo a seguire ogni giorno, con sguardo critico e fiducia informata, per distinguere ciò che funziona da ciò che resta solo annuncio.
