“Ça va?” non è solo un saluto: con il nuovo singolo di SHAKYA, prodotto da EGIUANN e presentato da AMEKASA, quel gesto quotidiano diventa specchio delle nostre emozioni taciute. Disponibile su tutte le piattaforme di streaming, il brano intreccia ironia e malinconia per trasformare una domanda di rito in un invito sincero a fermarsi e ascoltarsi.
Un saluto che scava in profondità
Ci incrociamo ogni giorno, condividiamo spazi e schermi, ma spesso manchiamo l’appuntamento con la verità. “Ci vediamo tutti i giorni, ma quanto ci conosciamo davvero?” Il nuovo singolo di SHAKYA, “Ça va ?”, parte esattamente da qui: due parole in francese che in italiano diventano “Come va?”, e che svelano — proprio nel loro uso automatico — una distanza emotiva. Il brano ci pone di fronte a ciò che non diciamo, quando per abitudine rispondiamo “tutto bene” anche quando il bene non c’è.
La scrittura si muove tra luce e ombra, con una sottile vena di ironia che apre la porta a una malinconia gentile. Le sonorità eleganti vestono un testo sospeso tra poesia e introspezione, disegnando un ritmo che non urla, ma insiste. L’intento è limpido: invitarci a una pausa onesta, alla domanda che conta davvero. “Come stai, davvero?” In tempi iperconnessi e distratti, il brano ci ricorda che autentico contatto umano significa uscire dalla superficie.
Tra lingue e confini: il linguaggio di una sincerità trattenuta
“Ça va?” è un gioco sottile con due parole universali, “ça” e “va”, capaci di contenere un intero universo emotivo. SHAKYA attraversa il francese e l’italiano per raccontare una verità semplice: troppo spesso, anche quando “non va”, scegliamo di dire che va tutto bene. Il brano nasce dall’esperienza personale dell’artista in Belgio e riflette quel confine mobile tra lingua e identità, tra abitudini sociali e necessità di comunicare davvero cosa ci abita dentro.
La produzione di EGIUANN accompagna questo attraversamento con una trama sonora misurata, attenta alle sfumature. Non c’è ridondanza, ma cura: il ritmo accarezzato da tocchi moderni, i dettagli che valorizzano le parole, un equilibrio che lascia respirare l’interpretazione. Così, tra ironia e sospensione, il brano entra nella zona fragile delle relazioni contemporanee, e la domanda di rito diventa chiave per leggere ciò che, per pudore o abitudine, teniamo sottotraccia.
Crediti e pubblicazione
“Ça va ?” è disponibile su tutte le piattaforme di streaming musicale ed è presentato da AMEKASA. L’artista è Emanuele Sireci, in arte SHAKYA. La produzione porta la firma di Angelo Ruggiero (EGIUANN), con co-produzione di Marino Armeno. Il mix e master sono a cura di Ciro Pisanelli. Una squadra essenziale, orchestrata con discrezione e precisione, al servizio di un brano che affida alla semplicità la sua forza espressiva.
La scelta di un impianto sonoro sobrio non è un caso: lascia spazio all’intenzione e al respiro del testo, valorizzando il dialogo tra lingue e il consapevole equilibrio tra intimità e immediatezza. La pubblicazione conferma la direzione artistica intrapresa da SHAKYA e EGIUANN: una ricerca di stile che non rinuncia alla melodia, ma che chiede attenzione all’ascoltatore, guidandolo verso un contatto più onesto con sé e con gli altri.
L’officina creativa di SHAKYA
Il processo creativo di SHAKYA germoglia spesso tra padelle che sfrigolano e il brusio dei clienti del ristorante dove lavora come Chef. È in quell’intreccio di rumori e vite che la sua musica si fa concreta, credibile, viva. Ogni brano sembra un invito all’azione: un elogio alla preziosità della vita che incoraggia a reagire nei momenti cruciali, a non arretrare, a riconoscere negli ostacoli un’occasione per temprare la propria rotta e avanzare con determinazione.
SHAKYA, all’anagrafe Emanuele Sireci, è un cantante e artista eclettico di origine italiana. Nato artisticamente nella scena Hip Hop di Palermo, ha affinato nel tempo un linguaggio personale, nutrito da contaminazioni Reggae e Soul e intriso della poesia della tradizione cantautorale italiana. Lo sguardo però resta aperto: l’artista sceglie spesso di esprimersi anche in inglese o francese, proiettando la propria sensibilità oltre i confini nazionali. Da questa visione nasce l’incontro con la ricerca stilistica di EGIUANN, approdo naturale verso uno stile riconoscibile.
Il percorso di EGIUANN, tra scena campana e nuove traiettorie
EGIUANN è rapper, beatmaker e produttore dal 1993, con una traiettoria che attraversa hip hop, rnb, dub, reggae ed elettronica. Muove i primi passi a Benevento con Lng e poi con La Trappola e Made in Sann-yo, portando in viaggio la scena campana lungo lo Stivale. Con quelle formazioni pubblica due dischi: “LA TRAPPOLA IL NUCLEO” e “MADE IN SANN-YO”, tasselli di un percorso fedele alla sperimentazione e alla dimensione live.
Nel 2010 si trasferisce in Abruzzo e riallaccia subito i fili con l’ambiente hip hop, producendo “MIS TAPE” insieme a diversi rapper italiani e d’oltreoceano, artisti che hanno segnato la sua crescita. Nel 2012 cura gran parte dell’album di Febbo feat Reymond Writhe, “KLINAMEN”, lavoro accolto con favore dalla scena rap. Nel 2015 partecipa alla realizzazione del disco di Daze, “Essenziale”, e pubblica una serie di singoli, tra cui “Cafe’ del Mar”, “Moncler” e “A Caso”.
Dal 2018 prende forma una collaborazione intensa e continua, a distanza, con SHAKYA, residente in Belgio. Nel tempo nascono “Independance”, “Chercher l’Argent”, “Bad Friends”, “PFDS”, “Sogni”, “Life”, “Nocturne”, “Sequoia”, “Girotondo” e, ora, “Ça va ?”. Nel 2019, insieme all’amico e compagno di musica Daze, fonda la ED Music Recording, etichetta del gruppo Jaywork, per valorizzare con maggiore forza le pubblicazioni realizzate.
Una sintesi di culture, sentimenti e riflessioni
“Ça va ?” unisce culture e sensibilità in una formula disarmante per semplicità. La combinazione tra la penna di SHAKYA e la regia sonora di EGIUANN restituisce un brano che scorre lieve e lascia traccia, un piccolo inno alla consapevolezza emotiva e alla connessione umana in tempi frenetici. Il risultato è un invito gentile ma esigente: ascoltare sul serio, ascoltarsi davvero.
La domanda resta sospesa, e non c’è abitudine che tenga: “Come stai, davvero?” In quell’interrogativo c’è spazio per la fragilità, per la verità che non pretende spiegazioni ma chiede presenza. È qui che il saluto quotidiano cambia pelle e diventa gesto autentico. Perché SHAKYA ed EGIUANN ci ricordano che, a volte, per raccontare molto basta dire poco — e dirlo fino in fondo.
