Una giornata simbolo per l’economia del mare ha riunito istituzioni, imprese e forze sociali a Roma, all’Auditorium della Tecnica di Confindustria. Sotto il segno “Blue to Blue”, l’Assemblea Pubblica di Confitarma ha trasformato il confronto annuale in un laboratorio operativo, con sguardo saldo su competitività, innovazione e identità marittima nazionale.
Una giornata che unisce industria e istituzioni
Fin dal mattino, il foyer dell’Auditorium della Tecnica è diventato un percorso esperienziale: l’Expo della filiera ha mostrato progetti, tecnologie e visioni delle imprese partner, a testimonianza di un settore che non si limita ad adattarsi ma intende scrivere il proprio futuro. L’evento, articolato nel format ShipDay e dedicato alla comunità industriale del mare, ha collocato il tema della blue economy dentro un’architettura corale di dialogo e corresponsabilità tra attori pubblici e privati, per definire priorità e strumenti concreti d’azione lungo tutta la catena del valore marittimo-logistica.
L’apertura ufficiale ha avuto il timbro istituzionale del Ministro della Difesa Guido Crosetto, accompagnata dall’inno nazionale eseguito dalla Banda della Marina Militare, e dal videomessaggio del Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. In platea, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il Ministro del Turismo Daniela Santanchè, i viceministri Edoardo Rixi (Infrastrutture e Trasporti) e Francesco Paolo Sisto (Giustizia), insieme ai vertici delle Forze Armate: l’Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino (Capo di Stato Maggiore della Marina), l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Sergio Liardo (Capitanerie di Porto – Guardia Costiera), il Generale C.A. Stefano Screpanti (Guardia di Finanza) e il Generale di Squadra Aerea Alberto Biavati (Comando Aeronautica Militare Roma). Presente anche Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita.
Perché “Blue to Blue” oggi: rotta condivisa e responsabilità
“Blue to Blue” non è solo un titolo suggestivo: è una chiamata all’azione che spinge l’industria a misurarsi con transizioni energetica e digitale, semplificazione amministrativa e nuove competenze. L’impianto della giornata ha voluto rafforzare la consapevolezza marittima come tratto identitario dell’Italia, puntando su una competitività che si costruisce nel perimetro di regole stabili, infrastrutture adeguate e politiche industriali di lungo periodo. Ciò che accade in mare orienta catene del valore, occupazione e investimenti, e chiede una governance capace di unire visione e pragmatismo.
Il confronto ha incrociato anche analisi di scenario: il SRM – Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo ha supportato l’Assemblea 2025 con contributi scientifici alla relazione annuale, concentrandosi su sostenibilità, intermodalità e sugli effetti dei nuovi dazi e del protezionismo sulle rotte e sui modelli portuali. Una riflessione che tocca da vicino l’industria armatoriale italiana, in un contesto in cui la competizione globale impone decisioni rapide e coordinate tra imprese e istituzioni.
L’agenda del presidente Zanetti
Nel suo intervento, il presidente Mario Zanetti ha ripercorso le tappe dell’ultimo anno: gli obiettivi strategici fissati sono serviti a consolidare i pilastri del Registro Internazionale e della Tonnage Tax, ad avviare le prime riforme di semplificazione e a mettere a terra investimenti per la transizione energetica. Ma il percorso, ha scandito, deve essere completato con strumenti di sostegno adeguati e con un’accelerazione su lavoro e formazione, perché senza nuove competenze il futuro della marittimità non si costruisce.
Guardando avanti, Zanetti ha indicato tre mosse essenziali per colmare il divario competitivo: un piano industriale di lungo periodo in linea con l’Europa, risorse per la doppia transizione (energetica e digitale) e una semplificazione normativa decisa abilitata dalle tecnologie. Non una lista di desideri, ma una rotta che chiede coordinamento quotidiano tra istituzioni, imprese e parti sociali, per rendere strutturali stabilità, crescita e capacità di attrarre capitali nel sistema mare italiano.
Norme, tasse e incentivi: il quadro che cambia
Il richiamo al Registro Internazionale e alla Tonnage Tax s’innesta in un perimetro normativo in evoluzione. Nel 2025 la Commissione europea ha approvato la reintroduzione del regime italiano del Registro Internazionale fino al 31 dicembre 2033, confermandone finalità e benefici, mentre l’Agenzia delle Entrate ricorda come la Tonnage Tax consenta un’imposizione forfetaria legata alla stazza per le navi iscritte al Registro, con requisiti precisi di attività e tonnellaggio. Strumenti diversi, stessa logica: competitività, certezza del diritto e occupazione qualificata.
Al contempo, dal 1° gennaio 2025 è pienamente applicabile il regolamento FuelEU Maritime: riduzione progressiva dell’intensità di gas serra dell’energia usata a bordo (dal -2% del 2025 fino all’80% al 2050), flessibilità di conformità e, dal 2030, uso dell’onshore power supply per passeggeri e portacontainer in porto. Per gli armatori significa pianificazione degli approvvigionamenti, scelte tecnologiche e gestione dei costi in un equilibrio nuovo tra sostenibilità e competitività.
Difesa, porti, lavoro: le priorità incrociate
La presenza dei vertici militari ha evidenziato il nesso tra sicurezza delle rotte, libertà di navigazione e competitività. Dalle Capitanerie di Porto alla Guardia di Finanza, dall’Aeronautica alla Marina, la vicinanza espressa nel corso dei saluti istituzionali ha sottolineato l’importanza di strumenti moderni, procedure digitali e cooperazione operativa. Interventi che si sono intrecciati con richieste di portualità efficiente, infrastrutture resilienti e politiche del lavoro capaci di qualificare nuove professionalità lungo tutta la catena marittimo-portuale.
Dal palco sono arrivate anche indicazioni politiche: il Ministro Crosetto ha richiamato la necessità di coordinarsi con i corpi dello Stato per sciogliere nodi regolatori; il Vice Ministro Rixi ha ribadito l’urgenza di un sistema portuale competitivo e aperto. L’agenda pubblica della giornata ha registrato l’intervento del Ministro Urso, confermando la centralità dell’industria marittima nelle strategie del Paese. Qui l’impresa chiede certezza, e la politica è chiamata a dare tempi e strumenti.
ShipDay25 oltre la platea: Expo e Companies Talks
L’Expo non è stata una semplice vetrina: ha reso tangibile il cambio di passo della filiera, tra efficienza energetica, digitalizzazione dei processi, soluzioni data-driven per la sicurezza e progetti che ridisegnano l’operatività in porto e in navigazione. Camminando tra gli stand si percepiva la spinta di un ecosistema che si riconosce in una missione comune: crescere, innovare, formare persone, tenendo insieme sostenibilità economica e ambientale.
Nel pomeriggio, i Companies Talks hanno cucito storie e numeri: presentazioni serrate, casi concreti e dialoghi tecnici hanno raccontato modelli di collaborazione lungo la catena del valore, con una bussola chiara—competitività e sostenibilità—che spinge a integrare progettazione, investimenti e talenti. Il risultato è stato un racconto corale in cui l’innovazione non è slogan, ma pratica quotidiana che si misura su tempi, costi e benefici delle soluzioni proposte.
Domande rapide per orientarsi
Che cos’è “Blue to Blue” e perché conta? È la cornice tematica che ha guidato l’Assemblea: una visione concreta per costruire un piano d’azione condiviso tra istituzioni, imprese e parti sociali, con l’obiettivo di rafforzare la competitività della comunità industriale del mare. Conta perché traduce identità marittima in progetto industriale, chiamando il sistema a una responsabilità comune fatta di scelte, priorità e risultati misurabili.
Quando e dove si è svolta l’Assemblea? Giovedì 9 ottobre 2025, a Roma, all’Auditorium della Tecnica di Confindustria. La giornata si è articolata tra Expo mattutina e sessioni pomeridiane, con una platea ampia di rappresentanti istituzionali e del mondo produttivo. L’evento è rientrato nel format ShipDay, confermando la volontà di unire momenti di indirizzo strategico e presentazioni operative.
Chi ha aperto i lavori e quali autorità sono intervenute? L’apertura è stata affidata al Ministro della Difesa Guido Crosetto, con l’inno nazionale eseguito dalla Banda della Marina Militare e il videomessaggio del Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. Sono intervenuti i ministri Adolfo Urso e Daniela Santanchè, i viceministri Edoardo Rixi e Francesco Paolo Sisto, e i vertici militari Credendino, Liardo, Screpanti e Biavati, con un saluto anche di Monsignor Vincenzo Paglia.
Quali sono le priorità indicate dal presidente Mario Zanetti? Completare le riforme avviate su Registro Internazionale e Tonnage Tax, accelerare la semplificazione, sostenere la transizione energetica con strumenti adeguati e investire in formazione e lavoro. In più, ha proposto tre azioni cardine: un piano industriale di lungo periodo allineato all’Europa, risorse per la doppia transizione e una semplificazione normativa abilitata dalle tecnologie.
Qual è il contesto regolatorio europeo da tenere a mente nel 2025? Due coordinate: la piena applicazione del regolamento FuelEU Maritime, che impone una riduzione progressiva dell’intensità GHG dell’energia di bordo e introduce dal 2030 l’uso dell’alimentazione elettrica a terra per passeggeri e portacontainer, e la reintroduzione fino al 2033 del regime italiano del Registro Internazionale, approvata dalla Commissione europea, connessa anche al perimetro della Tonnage Tax.
Il senso di una rotta comune
Questa Assemblea ci restituisce un’immagine netta: l’economia del mare è luogo dove identità e sviluppo coincidono, se la collaborazione resta fattiva e gli obiettivi trasparenti. Quando politica industriale, regole chiare, infrastrutture e capitale umano si allineano, l’Italia marittima ritrova la propria spinta propulsiva. Da cronisti abituati a leggere i segnali deboli, qui abbiamo visto la determinazione di un sistema che pretende continuità d’azione e misura i risultati con serietà.
Nel solco di “Blue to Blue”, ciò che conta ora è la perseveranza: trasformare gli impegni in cantieri aperti sul piano delle riforme, degli investimenti e della formazione, evitando derive episodiche. Il mare, quando lo si ascolta davvero, chiede costanza e competenza. E questa giornata, nelle sue voci più istituzionali e in quelle più tecniche, ha mostrato che la rotta è tracciata: resta da mantenerla, con passo deciso e responsabilità condivisa.
