Dal 17 ottobre al 9 novembre 2025, al Teatro Prati di Roma torna “Coppie”, commedia firmata e interpretata da Fabio Gravina, che scava con ironia nelle dinamiche tra mariti e mogli. Tra risate, imbarazzi e verità scomode, il motto “L’amore è cieco, ma il Codice Civile ci vede benissimo” accompagna uno sguardo lucido sui rapporti.
Un ritorno che promette risate e coscienza
“Coppie” riaccende il palcoscenico del Teatro Prati con tre atti unici che, senza prediche e senza sconti, toccano il nervo scoperto della quotidianità sentimentale. La formula è collaudata: ritmo comico serrato, dialoghi brillanti e un sottotesto che invita a interrogarsi su gelosie, abitudini, piccoli egoismi. Il sorriso è la chiave d’accesso, la prospettiva dalla quale osservare scivoloni e contraddizioni delle relazioni, per poi riconoscere, magari con tenerezza, quanto certe situazioni ci appartengano più di quanto vorremmo ammettere.
A sostenere questa lettura, c’è l’idea che la leggerezza non escluda la sostanza: al contrario, la esalta. Lo spettacolo è prodotto da L’Arte del Teatro e porta la firma di Fabio Gravina alla scrittura e alla regia. La sua direzione sorregge tre storie autonome e complementari, costruite per fotografare vizi e paradossi di coppia. È un invito a ridere di sé, a sdrammatizzare senza perdere di vista che dietro lo scherzo restano diritti, doveri e scelte che pesano nella vita reale.
Non ti lascio!: il paradosso della dipendenza
Il sipario si apre con “Non ti lascio!”, dove il tradimento scoperchiato manda in tilt un equilibrio economico e affettivo. C’è un marito colto in fallo e una moglie che, oltre all’amore ferito, regge il peso di un sostegno materiale. Di fronte all’evidenza, lui imbastisce una catena di scuse, trovate e giustificazioni per non perdere quel benessere che lo trattiene. La comicità nasce dall’accumulo di alibi, fino a un epilogo capace di spiazzare, perché smaschera con grazia la paura di cambiare quando la comodità rassicura più dei sentimenti.
In questa prima storia i ruoli si capovolgono, i rapporti di forza si mostrano per ciò che sono, e il pubblico viene trascinato in un’altalena emotiva tra indignazione e divertimento. La risata accompagna la consapevolezza: gelosia e interesse possono intrecciarsi fino a rendere ogni gesto ambiguo. Quante volte si resta per abitudine, per quieto vivere, per convenienza? La risposta non è data, ma suggerita, in un finale che sorprende e sposta il baricentro della vicenda, lasciando un retrogusto di verità sussurrata.
La trottola: gelosia a ruota libera
Il secondo atto, “La Trottola”, corre sul filo sottile di un indizio minimo: un giocattolo trovato in auto il giorno dell’anniversario. È la miccia che accende un rovello d’immaginazione, domande a catena, ipotesi che scivolano veloci come il giro di una trottola. Basta un dettaglio per incrinare la fiducia, e la mente costruisce scenari, spesso più rumorosi della realtà. Il meccanismo comico si alimenta dell’eccesso, dell’ansia di capire tutto e subito, fino a rendere l’equivoco protagonista.
Qui lo sguardo è sulle dinamiche del sospetto e su quanto il non detto possa diventare assordante. L’anniversario, simbolo di stabilità, si trasforma in un banco di prova per la coppia: ogni parola pesa, ogni silenzio raddoppia i dubbi. La sceneggiatura gioca con tempi e controsensi, lasciando al pubblico la gioia di riconoscersi in quei pensieri che sfuggono al controllo. Ridiamo perché ci ritroviamo: chi non ha mai dato troppo valore a un segno, salvo poi scoprire che la verità indossava un volto più semplice?
Lui, lei e l’altro: amicizia e compromessi
Il terzo quadro, “Lui, lei e l’altro”, porta in scena un uomo sulla soglia dei cinquant’anni che ha escogitato un sistema per evitare i legami formali: frequentare le mogli dei suoi amici, senza impegni. La trama decolla quando una di queste donne decide di cambiare rotta: lascia il marito e si presenta a casa sua per iniziare una nuova vita insieme. L’architettura cinica va in frantumi, e l’equilibrista è costretto a inventare un’uscita di sicurezza.
La corsa contro il tempo diventa una partita a scacchi con l’ipocrisia: come rimandare la donna al marito, salvare il rapporto con l’amico e, soprattutto, non finire impigliato in un matrimonio indesiderato? Il protagonista cerca il «giusto escamotage», fra ribaltamenti e trovate comiche, mentre il pubblico assiste alla resa dei conti tra desiderio di libertà e responsabilità verso gli altri. Il cuore reclama coerenza, e le risate illuminano l’inevitabile domanda: si può davvero restare indenni quando si gioca con i sentimenti?
Cast, produzione e cornice
Alla guida del progetto c’è Fabio Gravina, autore e regista, oltre che Direttore Artistico del Teatro Prati, che firma un allestimento capace di unire brillantezza e misura. Con lui in scena Sara Religioso e Mario Lasorella, compagni di gioco in grado di modulare tempi comici e sfumature emotive. Le musiche originali di Mariano Perrella aggiungono ritmo e atmosfera, cucendo i passaggi fra i tre atti unici e accompagnando cambi d’umore e prospettiva.
La produzione è di L’Arte del Teatro, che ripropone uno dei titoli più amati dal pubblico dello spazio nel cuore del quartiere Prati. La sala di Via degli Scipioni, 98 offre un contesto intimo, ideale per intercettare sguardi, sospiri, risate soffocate e fragorose. È teatro di relazione, dove l’ironia non è leggerezza fine a sé stessa, ma il veicolo per arrivare dritti al tema: la quotidianità di coppia, con i suoi piccoli segreti e quelle verità che a volte fanno male e, proprio per questo, liberano.
L’idea guida: ridere con lucidità
“Coppie” abbraccia la “strategia del sorriso” per intercettare il pubblico e condurlo, senza sforzo apparente, verso questioni che appartengono a tutti. Ridiamo per capire: è questa la promessa che tiene insieme i tre atti, in un percorso che non rinuncia alla serietà del tema. La frase “L’amore è cieco, ma il Codice Civile ci vede benissimo” diventa bussola, ricordando che sentimenti e norme convivono e spesso si urtano, e che dentro la vita di coppia c’è anche la dimensione dei diritti e dei doveri.
Non a caso, la commedia gode del patrocinio dell’associazione di avvocati “Tradizione e Innovazione Forense”, a sottolineare quel confine sottile tra il privato e le regole che lo incorniciano. È un gesto che ribadisce la volontà di affrontare il tema con consapevolezza, senza sottrarsi alle implicazioni del diritto di famiglia. Il palcoscenico diventa uno specchio: riflette il riso, cattura le contraddizioni, restituisce materia per pensare quando l’applauso si spegne e resta solo il rumore dei passi verso l’uscita.
Date, luogo e prenotazioni
“Coppie” è in cartellone dal 17 ottobre al 9 novembre 2025 al Teatro Prati di Roma, in Via degli Scipioni, 98. Tre storie autonome, un’unica visione: osservare le relazioni senza edulcoranti, trasformando ciò che ferisce in occasione d’ironia condivisa. È uno spettacolo pensato per chi riconosce la forza di una risata onesta, capace di stemperare, ma anche di lasciare traccia, come una piccola luce che continua a vibrare a sipario chiuso.
Per informazioni e prenotazioni è attivo il numero 06 39740503. Sul palco, Fabio Gravina con Sara Religioso e Mario Lasorella guidano il pubblico in un viaggio tra gelosie, vizi e paradossi, senza perdere mai la misura dell’umanità. Si esce alleggeriti e, forse, un po’ più sinceri con sé stessi: perché, quando la verità fa capolino, il riso non copre, ma accompagna, invitando a guardarsi dentro con un pizzico di coraggio.
