WhatsApp si prepara a introdurre una modalità di conversazione privata per le chat con Meta AI, pensata per chi desidera interazioni senza memoria né tracciamento. L’idea è semplice: una sessione temporanea, attivabile a scelta, che non lascia segni nella cronologia e non alimenta la personalizzazione. Le prime tracce sono emerse nelle versioni beta più recenti.
Cosa cambia davvero per le chat con gli assistenti
Secondo quanto emerge dal monitoraggio di WABetaInfo, l’app sta lavorando a una funzione denominata “Incognito Mode” dedicata esclusivamente alle conversazioni con Meta AI. In questa modalità, le richieste inviate al chatbot non verrebbero registrate nella cronologia e non contribuirebbero a costruire alcuna “memoria” di sessione; l’esperienza si avvicina alla navigazione privata dei browser, con interazioni che restano temporanee e non riutilizzate per fini successivi. L’interruttore sarebbe opzionale e raggiungibile dall’interfaccia delle chat con l’assistente.
L’indicazione chiave, sempre dai tracciatori di funzionalità, è che questa novità non altera in nulla le conversazioni tra persone né i gruppi: riguarda solo i thread con i bot di Meta AI. La feature risulta “in sviluppo” e non ancora disponibile neppure per i beta tester, sebbene i riferimenti siano stati individuati nell’aggiornamento Android 2.25.28.1. In assenza di un annuncio ufficiale, si può parlare soltanto di lavori in corso e di un debutto in un aggiornamento futuro, senza date confermate.
Perché adesso: tra dati, pubblicità e fiducia digitale
Il tempismo conta. Proprio in questi giorni, più testate tecnologiche e finanziarie indicano che Meta prevede di utilizzare le interazioni con i suoi chatbot per personalizzare contenuti e inserzioni su piattaforme come Facebook e Instagram a partire dal 16 dicembre 2025, con esclusioni per UE, Regno Unito e Corea del Sud. Non è previsto un opt‑out dedicato oltre alla scelta di non usare le funzioni AI, mentre la condivisione dei segnali può estendersi tra servizi collegati nell’Account Center. Uno scenario che rende la riservatezza delle sessioni AI un tema ancora più sensibile.
Nel frattempo, va ricordato che le paure più radicali sulla presunta “lettura” generalizzata dei messaggi non trovano riscontro: i fact‑check hanno chiarito che le conversazioni personali restano protette dalla crittografia end‑to‑end e che Meta AI vede solo ciò che gli viene esplicitamente condiviso in un thread dedicato o menzionato. In questo contesto, una modalità Incognito nelle chat con l’assistente avrebbe la funzione di rafforzare il controllo dell’utente sui propri input, sottraendoli a memorizzazione e riuso.
Le schermate che circolano e le protezioni in cantiere
Dalle ricostruzioni pubblicate da siti specializzati, la modalità Incognito mostrerebbe un avviso esplicito — del tipo “niente personalizzazione, niente cronologia, niente memoria” — e offrirebbe un’attivazione rapida prima di iniziare la sessione con Meta AI. In pratica, l’utente saprebbe subito che ciò che scrive in quel frangente non alimenterà suggerimenti futuri né resterà archiviato per analisi. È uno schema coerente con l’obiettivo di creare un perimetro separato e temporaneo, dedicato a richieste sensibili o attività operative da tenere circoscritte.
Nel più ampio mosaico di tutele, sono in sviluppo anche approcci infrastrutturali: è stato annunciato, ad esempio, un meccanismo di “Private Processing” per le interazioni con gli assistenti, che impiega tecniche come OHTTP e relay terzi per offuscare metadati e ridurre la persistenza dei contenuti al termine della sessione. Pur differendo per ambito e finalità, queste strade puntano nella stessa direzione: consentire funzioni AI senza rinunciare a trasparenza e sicurezza verificabili.
Cosa resta immutato nelle chat personali e nei gruppi
La futura Incognito Mode non tocca le conversazioni tra persone, né i gruppi tradizionali: lo spazio di azione è limitato ai canali con Meta AI e agli altri bot di servizio. Questo significa che le abitudini d’uso quotidiane rimangono invariate, così come le impostazioni di riservatezza già in essere. La scelta di separare nettamente i thread con l’assistente dalle chat tra utenti è stata rimarcata sin dalle prime analisi dei beta tracker, a tutela della chiarezza per chi scrive e legge.
Non ci sono comunicazioni ufficiali su tempi di rilascio o piattaforme prioritarie. L’unico elemento concreto è l’individuazione della funzione in versioni preliminari per Android, con l’indicazione che l’accesso non è ancora attivo. La prudenza è d’obbligo: le caratteristiche potrebbero cambiare durante lo sviluppo, e la disponibilità reale dipenderà dai test e dalle verifiche di affidabilità condotte dall’azienda prima di un rollout più ampio.
Impatto pratico: quando l’assenza di memoria diventa un vantaggio
L’idea di una sessione “usa e chiudi” può risultare preziosa in contesti delicati: richieste di supporto tecnico, promemoria momentanei, bozze di comandi o verifiche rapide su procedure che non devono sedimentare nel tempo. La possibilità di affidarsi all’assistente per un consulto istantaneo, sapendo che la conversazione non verrà riutilizzata per addestramento o personalizzazione, risponde a un bisogno molto concreto di controllo, soprattutto quando si lavora tra più servizi e ambienti digitali con regole diverse sui dati.
Per le realtà che offrono assistenza tramite automazione conversazionale, una sessione effimera può tradursi in superfici d’attacco ridotte e minor esposizione di informazioni dei clienti. Non significa rinunciare alla qualità delle risposte: il punto è circoscrivere il perimetro di utilizzo, limitando la circolazione interna dei contenuti condivisi. È un equilibrio che chiama in causa design, informative chiare e impostazioni di default comprensibili, su cui i grandi servizi stanno intervenendo con crescente attenzione.
Domande al volo per orientarsi meglio
La modalità Incognito è già disponibile per tutti? No: al momento è stata individuata nelle versioni beta come funzione in sviluppo e non risulta accessibile neppure ai tester. Fino a comunicazione ufficiale, parliamo di un lavoro in corso destinato a un aggiornamento futuro; conviene dunque evitare aspettative di disponibilità immediata e attendere conferme sull’attivazione progressiva nelle varie piattaforme supportate.
Riguarda anche le chat con amici e colleghi? No: il perimetro indicato dai tracker è quello delle conversazioni con i bot di Meta AI. Le chat personali e di gruppo restano invariate, così come le protezioni già offerte. La distinzione serve a non confondere l’uso dell’assistente con lo scambio privato tra utenti, preservando aspettative e comportamenti consolidati, senza imporre cambi di flusso nelle conversazioni quotidiane non legate all’AI.
I miei messaggi verranno usati per la pubblicità? Le interazioni con i chatbot AI di Meta sono destinate a entrare tra i segnali di personalizzazione su alcune piattaforme a partire dal 16 dicembre 2025, con esclusioni regionali. La misura non prevede un vero opt‑out dedicato, se non l’astensione dall’uso dell’AI. Proprio per questo, una modalità Incognito nelle chat con l’assistente mira a offrire uno spazio separato, senza memoria e senza riuso per targeting.
Meta AI può leggere tutte le chat del mio telefono? No: le verifiche indipendenti hanno smentito questa idea. L’assistente vede solo ciò che gli si invia direttamente o che viene menzionato in un thread in cui è attivo; le conversazioni personali restano protette dalla crittografia end‑to‑end. La confusione nasce spesso da messaggi virali che semplificano troppo il funzionamento reale, generando timori non supportati dai fatti.
Come si attiva quando arriverà? Le ricostruzioni indicano un attivatore rapido direttamente nella schermata della chat con Meta AI, con un avviso chiaro sul comportamento “senza personalizzazione, cronologia o memoria”. Trattandosi di materiale in sviluppo, i passaggi precisi potrebbero cambiare prima del rilascio pubblico; l’importante è verificare le note di versione e le spiegazioni mostrate dall’app al primo avvio della funzione.
Uno scarto necessario: la nostra riflessione
La riservatezza non è un interruttore astratto, è una promessa concreta che si misura nell’uso quotidiano. L’arrivo di una modalità Incognito nelle chat con Meta AI segna un passo importante verso un controllo più chiaro dei dati condivisi con gli assistenti. Per chi scrive ogni giorno con il telefono in mano, poter scegliere quando lasciare tracce e quando no fa la differenza. Chiediamo strumenti trasparenti, testi espliciti e impostazioni semplici, perché la fiducia si costruisce riga dopo riga.
In un ecosistema in cui le conversazioni con l’AI stanno entrando a pieno titolo tra i segnali di personalizzazione, servono argini netti e comprensibili. Una sessione effimera e senza memoria nelle chat con l’assistente non risolve tutto, ma restituisce protagonismo all’utente e responsabilizza i servizi. È la direzione giusta: ridisegnare le scelte, prima ancora delle tecnologie, per rimettere al centro il valore di ciò che decidiamo di condividere, e di ciò che preferiamo resti solo tra noi e lo schermo.
