Steward.exe nasce come incontro tra visione creativa e rigore etico: un progetto in cui musica e pensiero dialogano per interrogare il presente. Dalla complicità tra Luca Severino e Jonathan Hankins prende forma un linguaggio nuovo, capace di unire ricerca sonora e responsabilità nell’epoca dell’intelligenza artificiale.
Un manifesto sonoro nell’età dell’algoritmo
Nel 2025, dalla loro amicizia coltivata per oltre un decennio e dalla collaborazione maturata sotto l’egida della Fondazione Giannino Bassetti, emerge Steward.exe, un cantiere artistico che intreccia estetica e consapevolezza. Non un semplice esercizio di stile, ma la costruzione di un orizzonte in cui composizione, performance e riflessione critica si sostengono a vicenda. È qui che la domanda su ciò che significa creare con le macchine diventa materia viva, trasformata in suono, gesto e scambio con il pubblico. La loro intesa iniziale si fa metodo, e il metodo diventa una sensibilità condivisa che attraversa ogni dettaglio del progetto.
Questa traiettoria non si limita a un episodio: si espande in brani, articoli, live e dialoghi che consolidano Steward.exe quale riferimento per l’innovazione responsabile nel panorama della musica elettronica contemporanea. La tecnologia è al servizio della domanda, non della risposta: le macchine generano possibilità, gli umani ne custodiscono il senso. In questo equilibrio, il duo si muove con lucidità, trasformando i dilemmi creativi ed etici dell’era digitale in un’esperienza capace di toccare, far riflettere e mettere in discussione abitudini di ascolto e di pensiero.
Dal club alla partitura: la traiettoria di Luca Severino e la sua architettura del suono
La voce musicale di Luca Severino affonda le radici nella scena club internazionale, dove dal 2009 firma uscite su etichette come Defected e Snatch!, prima di virare, nel 2015, verso la composizione per media. In questo passaggio prende forma un approccio d’autore: collaborazioni con Aperol Campari, Armani EA7 e The North Face, una scrittura che fonde melodie incisive, elettronica e un sound design che scolpisce ambienti narrativi. La sua è una costruzione sonora che guida lo sguardo, canalizza l’emozione e mette ordine nel caos, preparandolo a un confronto diretto con le sfide creative poste dalle tecnologie emergenti.
Parallelamente, Severino porta la sua firma in produzioni di respiro internazionale, contribuendo a titoli Netflix come “Emily in Paris” e a progetti RAI. Cura le colonne sonore di “De Occulta Imagine” di Stefano P. Testa e di “René Va Alla Guerra”, premiato all’81° Biennale di Venezia, consolidando una reputazione che unisce artigianato e visione. Numerosi album di musica per immagini per Publisher internazionali testimoniano la sua capacità di creare paesaggi sonori riconoscibili e profondi. In Steward.exe, questa esperienza diventa materia viva: l’elettronica incontra la drammaturgia, il ritmo guarda alla scena, la forma abbraccia l’ignoto.
Pensiero critico e palcoscenico: l’itinerario di Jonathan Hankins dall’accademia alla batteria
Jonathan Hankins offre al duo l’impalcatura teorica dell’innovazione responsabile, maturata attraverso un dottorato in “Innovazione Poiesis Intensive” e un percorso che culmina nel volume “Responsible Innovation, a Narrative Approach” (2021), pubblicato dall’Università di Bergamo. Dal 2006 è corrispondente scientifico per la Fondazione Bassetti e co-editore dell’“International Handbook on Responsible Innovation” (2019), dedicando la sua attività alle implicazioni etiche e sociali dell’innovazione tecnologica. Il suo sguardo non giudica: interroga, collega, restituisce complessità, trasformando l’analisi in pratica condivisa, al servizio della creazione artistica.
Prima dell’accademia, c’è il palco: Hankins è stato batterista e performer, con diversi album post-punk e una BBC Peel Session nella Manchester prolifica tra anni ’80 e ’90. Questa doppia prospettiva – corpo e pensiero, sudore e concetto – alimenta la dimensione performativa di Steward.exe. L’esperienza del tempo, del gesto, dell’imprevisto si intreccia con la riflessione sulla responsabilità, facendo sì che ogni scelta estetica porti con sé una domanda di senso. Nel dialogo con Luca Severino, la teoria trova ritmo, la pratica trova cornice, e la scena diventa uno spazio di consapevolezza condivisa.
Il debutto e la scena dal vivo
Il battesimo di Steward.exe avviene al Festival N.I.N.A. di Milano nel 2025: una performance che intreccia composizioni generate da AI, elementi acustici dal vivo e una robot danzante. Umano e artificiale si specchiano, si sfidano e si sostengono, mentre il pubblico è invitato a sentire, vedere, pensare. Questo impianto trova respiro anche in live-dj set in contesti clubbing, dove l’energia del dancefloor diventa terreno fertile per rilanciare le domande e verificare, in tempo reale, la tenuta emotiva e concettuale del progetto.
Quella serata milanese non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso che cresce tra palchi, studi e tavoli di confronto. Steward.exe non si limita a dimostrare che la tecnologia può creare: mostra che può anche mettere in discussione, aprire varchi, generare responsabilità. Nella continuità di brani, articoli, performance e dialoghi, il duo consolida una presenza che parla alle coscienze, oltre che alle orecchie, rendendo la musica il luogo in cui l’etica non pesa, ma illumina il cammino creativo.
