Un viaggio nel cuore della pittura dal Quattrocento al Settecento prende forma a Palazzo Reale di Milano: “Art from Inside. Capolavori svelati tra arte e scienza” apre il 9 ottobre e accompagna i visitatori fino al 6 gennaio, mettendo in dialogo indagini scientifiche e sguardo del pubblico. Un’esperienza gratuita, pensata per tutti, che invita a tornare alla materia viva dell’opera.
Un viaggio dentro le opere
Questa esposizione multimediale nasce con un’idea semplice e potente: mostrare ciò che non si vede. Attraverso tecnologie di imaging diagnostico, lo sguardo oltrepassa la superficie delle tele e delle tavole, rivelando disegni preparatori, modifiche in corso d’opera e la grammatica segreta dei pigmenti. L’allestimento consente di leggere il processo creativo come un racconto a puntate, dove l’artista prova, cambia, ripensa. L’effetto, per chi osserva, è quello di una porta che si apre sul laboratorio mentale dei maestri, restituito con rigore e con una forte componente emozionale.
Il percorso si concentra sui secoli in cui la pittura italiana ha definito canoni e rivoluzioni, dal Quattrocento al Settecento, e offre riproduzioni in scala 1:1 di otto capolavori per evidenziare con chiarezza risultati e scoperte. Tra i nomi evocati, Beato Angelico, Piero della Francesca, Antonio del Pollaiolo e Caravaggio, figure che qui ritroviamo nella concretezza dei materiali e nella precisione del gesto tecnico. Questa scelta consente di stare davvero a contatto con l’opera, non come icona distante, ma come oggetto vivo, stratificato, segnato dal tempo e dall’intelligenza della mano. Secondo segnalazioni di guide ed eventi culturali cittadini, la selezione si compone di otto opere-chiave presentate in copie a grandezza naturale per un’osservazione ravvicinata unica nel suo genere.
Tra ricerca scientifica, restauro e divulgazione: come funziona il percorso
L’itinerario è costruito per far dialogare competenze diverse: ricerca scientifica, storia dell’arte, restauro e museografia. Le tecnologie non invasive – radiografie, riflettografie, indagini sui pigmenti – mostrano pentimenti, variazioni compositive e scelte cromatiche che guidano il racconto. L’impianto multimediale, curato da un team di progettazione dedicato, traduce i dati tecnici in immagini e suoni comprensibili, facendo emergere il cuore narrativo delle scoperte. La regia espositiva non chiede di credere sulla parola: accompagna passo passo, rendendo visibile il perché delle conclusioni e invitando a un’osservazione attiva e consapevole. Sul piano curatoriale e scientifico, il progetto si avvale della consulenza della fisica applicata Isabella Castiglioni e dello storico dell’arte Stefano Zuffi, con art direction e multimedia affidati a Dotdotdot.
L’elemento che colpisce, al di là dell’apparato tecnologico, è l’attenzione pedagogica: ogni tappa del percorso mette in relazione contenuto e metodo, mostrando come la conoscenza emerga dall’incontro tra saperi. È un invito a rallentare, a guardare con metodo, a distinguere un blu da un altro, un rosso da mille varianti, a riconoscere come una scelta cromatica possa cambiare il respiro di una scena. Ritrovare la fisicità dell’opera significa anche restituirle la sua storia concreta: supporti, strati, vernici, ritocchi. Tutti elementi che, una volta compresi, trasformano il modo in cui guardiamo i capolavori, riportandoli alla loro dimensione di oggetti reali, nati in un tempo preciso e attraverso mani e strumenti reali.
Date, orari e accesso
L’apertura al pubblico è fissata da giovedì 9 ottobre 2025 a martedì 6 gennaio 2026, con ingresso gratuito. L’esposizione è promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Fondazione Bracco, in collaborazione con 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. Le sale di Piazza del Duomo 12 accolgono i visitatori da martedì a domenica, dalle 10:00 alle 19:30, con prolungamento il giovedì fino alle 22:30; lunedì chiuso e ultimo ingresso 30 minuti prima. Questi dettagli sono confermati dalla comunicazione ufficiale del museo.
Per chi desidera approfondire anche oltre le sale, il progetto è accompagnato da un catalogo edito da 24 ORE Cultura, che raccoglie risultati, testi e materiali utili a fissare quanto visto in mostra. L’opera editoriale, bilingue e pensata per il grande pubblico, estende la portata divulgativa del percorso e offre strumenti per collegare tra loro i dati delle indagini e la lettura storico-artistica. È un’aggiunta preziosa per studenti, famiglie e appassionati che intendano consolidare quanto appreso davanti alle riproduzioni e ai pannelli multimediali.
La voce del direttore e il senso educativo dell’esperienza
Nelle dichiarazioni alla vigilia dell’apertura, il direttore Domenico Piraina ha sintetizzato lo spirito dell’iniziativa come un esercizio di educazione civica ed estetica: non solo osservare il risultato finito, ma comprendere le scelte, i tentativi, le correzioni che innescano la magia di un capolavoro. L’idea è scardinare la passività con cui spesso consumiamo immagini, riportando l’attenzione alla concretezza dell’opera: dimensioni reali, supporti, pigmenti, trame. In questo senso, il percorso non parla soltanto agli addetti ai lavori; stimola chiunque a recuperare il piacere del dettaglio e la curiosità per il “come” oltre al “cosa”.
Il richiamo alla pluralità dei blu e dei rossi non è un vezzo tecnico: è il modo più diretto per raccontare come un colore, nelle sue molteplici nature, cambi l’energia di un volto, la profondità di un cielo, la temperatura di un interno. Entrare nella testa degli artisti significa proprio questo: risalire dal risultato a una catena di decisioni che introduce al mestiere dell’arte. Il carattere gratuito dell’iniziativa e la vocazione inclusiva verso famiglie, studenti e adulti desiderosi di approfondire trasformano la visita in un incontro accessibile e, al tempo stesso, rigoroso. Un equilibrio raro, perseguito con coerenza in ogni passaggio del percorso.
Strumenti per chi vuole saperne di più
Il progetto si inserisce in una strategia culturale ampia che unisce istituzioni, ricerca e impresa, favorendo la condivisione pubblica dei risultati. Accanto alla mostra, iniziative didattiche gratuite – pensate per scuole, famiglie e adulti – traducono il linguaggio tecnico in pratiche partecipative, offrendo laboratori e attività mirate a riconoscere materiali, tecniche e processi creativi. Questi percorsi, promossi dalla Fondazione Bracco in sinergia con partner culturali, estendono l’impatto della mostra nel tessuto cittadino e costruiscono una comunità consapevole attorno al patrimonio.
Sul versante informativo, la rete cittadina degli eventi culturali ha già segnalato la portata dell’iniziativa, sottolineandone la natura multidisciplinare e il carattere gratuito. Le anticipazioni di testate e agende culturali milanesi ribadiscono che l’uso delle tecnologie diagnostiche non invasive, applicate a una selezione di otto opere simbolo e presentate in scala reale, offrirà una chiave di lettura chiara anche ai visitatori meno esperti. Questa convergenza di voci rafforza l’idea di un progetto che parla a pubblici diversi, senza rinunciare alla precisione dei contenuti.
Prima di entrare: domande lampo per orientarsi
Quando visitarla? Dal 9 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026. L’accesso è scandito dagli orari di Palazzo Reale: da martedì a domenica 10:00–19:30, con estensione il giovedì fino alle 22:30; lunedì chiuso e ultimo ingresso 30 minuti prima. Suggeriamo di programmare la visita nei giorni feriali o nelle prime ore del mattino per godere al meglio di installazioni e pannelli interattivi, che richiedono tempo e concentrazione per essere apprezzati appieno.
Dove si trova e come si accede? Nel cuore di Milano, in Piazza del Duomo 12, con ingresso libero. La posizione centrale facilita l’arrivo con i mezzi pubblici; chi arriva da fuori città può pianificare il percorso tenendo conto dei tempi di attesa all’ingresso nelle giornate più affollate. L’accessibilità è pensata per pubblici diversi, incluse famiglie con bambini e gruppi scolastici, che trovano un’offerta didattica strutturata e gratuita a supporto della visita.
Cosa rende questa mostra diversa? L’approccio integrato: la scienza entra nel museo non come esercizio spettacolare, ma come strumento per comprendere il lavoro dell’artista. Le riproduzioni in scala 1:1 di otto capolavori, unite a indagini su pigmenti e disegni sottostanti, rendono tangibili concetti spesso astratti. Si esce con occhi allenati a distinguere materiali e scelte compositive, capaci di leggere un’opera oltre l’immagine immediata, dentro la sua costruzione concreta.
Ci sono strumenti per approfondire dopo la visita? Sì. Oltre alle attività educative gratuite promosse dalla Fondazione Bracco, è disponibile un catalogo edito da 24 ORE Cultura che raccoglie il cuore del progetto, con testi e apparati pensati per un pubblico ampio. È un modo per continuare lo studio a casa, nelle scuole, nei gruppi di lettura, fissando dati e immagini che in sala scorrono rapidi.
Guardare oltre la superficie, oggi
In un’epoca che consuma immagini con velocità, questo progetto sposta l’asse sull’attenzione, sull’ascolto lungo della materia e del tempo. È un invito a riprendersi la lentezza necessaria a capire come nascono i capolavori, a riconoscere l’intelligenza tecnica che li sostiene e a considerare il patrimonio come bene comune. La nostra prospettiva editoriale nasce da qui: condividere percorsi che, senza retorica, allargano lo sguardo e mettono al centro la responsabilità di chi guarda, perché conoscere significa prendersi cura.
