È stato firmato oggi, 7 ottobre 2025, a Roma, presso la sede di Sviluppo Lavoro Italia, il Protocollo di intesa con Asstra per far crescere competenze e occupazione nel Trasporto Pubblico Locale, allineando professionalità e fabbisogni del settore in piena transizione digitale ed ecologica.
Un patto per colmare i divari di competenze
Il Protocollo nasce con un obiettivo netto: promuovere politiche attive capaci di incidere davvero su occupazione, qualità del capitale umano e innovazione dei sistemi di competenze, tenendo il passo con i cambiamenti tecnologici e ambientali che stanno ridisegnando il TPL. L’intesa mira a ridurre il mismatch tra domanda e offerta, costruendo un percorso in cui formazione, apprendimenti in contesto lavorativo e inserimento professionale dialogano senza frizioni, così da offrire alle imprese profili aggiornati e ai territori servizi più affidabili, efficienti e sostenibili.
La scelta di far lavorare insieme le aziende associate ad Asstra e le strutture preposte alle politiche del lavoro e della formazione risponde a un’urgenza concreta: allineare saperi e ruoli alle trasformazioni in corso, con interventi mirati sulle lacune professionali che oggi frenano il comparto. Mettere a sistema ascolto e operatività diventa così la leva per costruire filiere formative davvero integrate con la produzione, affinché i lavoratori acquisiscano le competenze necessarie e le imprese trovino, in tempi rapidi, le figure richieste.
Transizione verde e digitale: cosa cambia in officine, depositi e centrali operative
La spinta verso sostenibilità ed efficienza impone alle aziende del TPL veicoli a basse emissioni e infrastrutture di supporto adeguate. Servono, quindi, tecnici specializzati in manutenzione di mezzi elettrici e a idrogeno, profili per la gestione di impianti di ricarica e nuove figure capaci di integrare sensori, dati e applicazioni di intelligenza artificiale nei processi operativi. In questo solco si inseriscono iniziative di filiera già avviate nel Paese, come il protocollo tra GSE e Asstra a supporto della trasformazione energetica delle aziende di trasporto, presentato nell’autunno 2024, che ha messo al centro strumenti e buone pratiche per la decarbonizzazione del servizio.
Negli ultimi mesi, le imprese del comparto hanno inoltre avviato un confronto strutturato sull’uso dell’IA per ottimizzare manutenzione, sicurezza, pianificazione e relazione con i clienti. Il primo workshop nazionale promosso da Asstra il 13 marzo 2025 ha scandito una vera roadmap di innovazione, confermando quanto la capacità di gestire dati e algoritmi stia diventando parte integrante delle competenze richieste nelle sale controllo e nei reparti tecnici. Formare lavoratori in grado di governare questi strumenti è ormai una priorità organizzativa.
Voci dal settore, impegni precisi
La presidente e amministratrice delegata di Sviluppo Lavoro Italia, Paola Nicastro, ha rimarcato come la risposta alle sfide digitali, green e infrastrutturali passi da una filiera integrata che leghi formazione, esperienza diretta in azienda e sbocchi occupazionali. Il fine è dotare il trasporto pubblico di lavoratori qualificati, capaci di accompagnare il cambiamento e generare valore per cittadini e territori. Una visione che punta a trasformare la formazione in investimento industriale, non in adempimento, facendo dialogare scuole, imprese e servizi per il lavoro lungo un percorso comune.
Sulla stessa linea, il presidente di Asstra, Andrea Gibelli, ha sottolineato come le trasformazioni tecnologiche — inclusa l’intelligenza artificiale — e quelle organizzative rendano indispensabile intensificare la formazione e la ricerca di personale qualificato. La collaborazione con Sviluppo Lavoro Italia viene letta come un passaggio decisivo per sostenere imprese e lavoratori in un cambiamento che chiede nuove competenze ma apre, allo stesso tempo, a opportunità di crescita e innovazione: sinergie istituzionali come fattore abilitante della mobilità del futuro.
Dalla mappa dei fabbisogni ai percorsi duali: la cassetta degli attrezzi
L’intesa mette a terra ambiti operativi chiari. Si parte dall’analisi delle evoluzioni del settore e dei fabbisogni professionali espressi dalle imprese, così da fotografare gli impatti occupazionali di una trasformazione che sta accelerando. A questa prima fase si affianca un’azione di sensibilizzazione verso le aziende associate per promuovere investimenti in riqualificazione, formazione continua e cooperazione con il sistema delle politiche attive. L’obiettivo è innescare scelte rapide e coerenti con i bisogni reali, valorizzando esperienze e risultati in un circuito virtuoso di condivisione.
Il Protocollo prevede inoltre il coinvolgimento coordinato della rete degli attori pubblici e privati — formazione, istruzione, orientamento, servizi per il lavoro — per allineare percorsi e servizi alle esigenze del TPL. La rilevazione mirata dei fabbisogni occupazionali delle imprese associate ad Asstra attiverà risposte tempestive: dall’apprendistato duale ai Pcto, dai tirocini curricolari alle forme di alternanza simulata e rafforzata. Il disegno è quello di una filiera integrata con il sistema produttivo, capace di coniugare formazione teorica, apprendimento sul campo e inserimento lavorativo.
Perché ora: numeri e tendenze che non si possono ignorare
La fotografia del mercato conferma l’urgenza di un’azione coordinata. Alla vigilia del Convegno nazionale 2025, Asstra ha segnalato una carenza strutturale di conducenti nel TPL: oltre 8.000 autisti in meno in Italia, con proiezioni europee in ulteriore peggioramento. Un dato che incrocia l’esigenza di rendere più attrattive le professioni del trasporto, investendo in nuove competenze e in percorsi di ingresso più efficaci per i giovani. Questi elementi, riportati dalle cronache economiche nazionali, danno misura della posta in gioco per continuità del servizio e qualità percepita dai cittadini.
La spinta all’innovazione è diventata agenda condivisa: nell’appuntamento “Pronti per il futuro. Costruiamo la mobilità di domani”, svoltosi a Roma il 4-5 giugno 2025, l’associazione delle aziende di TPL ha ribadito come digitalizzazione, energie pulite e sicurezza stiano cambiando volto ai servizi pubblici di mobilità, accelerati da investimenti e progettualità degli ultimi anni. In questo scenario, formare per assumere e riqualificare per trattenere sono due imperativi complementari, funzionali a presidiare un settore strategico per comunità e filiere economiche locali.
Lavoro e territori: il metodo della prossimità operativa
Il Protocollo valorizza una logica di prossimità territoriale: intervenire vicino a depositi, rimesse, officine, cabine di regia e centri servizi, per accorciare le distanze tra aula e lavoro. È un approccio che Sviluppo Lavoro Italia ha già messo alla prova in altri contesti, puntando su interventi mirati e cooperazione istituzionale. Nel 2024, ad esempio, la collaborazione con la Struttura commissariale per il sisma 2016 ha mostrato come la presenza “a km 0” possa aiutare aree fragili a costruire nuove opportunità occupazionali e imprenditoriali, integrando politiche regionali e strumenti nazionali.
La stessa traiettoria strategica dell’ente in house del Ministero del Lavoro è stata definita dagli orientamenti 2024-2026 pubblicati in Gazzetta Ufficiale, che inquadrano il ruolo di Sviluppo Lavoro Italia nella promozione di politiche attive e nello sviluppo occupazionale, con attenzione a competenze, inclusione e qualità dei servizi. Anche sul fronte dell’internazionalizzazione dei percorsi, l’azione avviata in Tunisia nel 2024 — nel solco del Memorandum bilaterale — ha evidenziato la capacità di costruire canali regolari e qualificati d’ingresso per rispondere ai fabbisogni delle imprese.
Domande rapide, risposte chiare
Che cosa cambia per le imprese del TPL? Arrivano strumenti concreti per mappare i fabbisogni, attivare percorsi formativi su misura e incrociare più rapidamente domanda e offerta, con attenzione sia alle competenze tecniche sia a quelle trasversali.
Qual è il vantaggio per i lavoratori e per chi cerca lavoro? Opportunità di apprendere in contesti reali, accesso a percorsi duali e canali di inserimento più rapidi, con profili costruiti sulle esigenze attuali di officine, centrali operative e servizio su strada.
In che modo il Protocollo affronta la transizione verde e digitale? Puntando su competenze per veicoli a basse emissioni, infrastrutture di ricarica, gestione dati e applicazioni di intelligenza artificiale, così da rendere i servizi più efficienti, sicuri e sostenibili.
Quando vedremo gli effetti sul territorio? L’impostazione di prossimità e la rilevazione tempestiva dei fabbisogni mirano ad attivare azioni immediate, con risultati progressivi su inserimenti, riqualificazioni e qualità del servizio.
Un impegno che guarda lontano
Questo Protocollo racconta una scelta di metodo: fare rete, ascoltare i bisogni, tradurre rapidamente le analisi in azione. È il passo necessario per un TPL che ambisce a essere più vicino alle persone e più utile ai territori. Continueremo a seguire da vicino l’attuazione degli impegni presi oggi a Roma, perché da queste politiche passa la credibilità di una mobilità pubblica che vuole crescere, innovare e creare lavoro di qualità per tutti.
