Una sera d’autunno, una chiesa affacciata sul Tevere, due artisti che intrecciano racconto e suono. Torna la rassegna “Il sacro in musica”, un invito ad ascoltare con attenzione nuova ciò che la tradizione custodisce e rinnova, con un appuntamento che parla alla città e alla sua memoria più profonda.
Un ritorno che parla alla città
La rassegna promossa dal CIDIM rientra nel perimetro del Festival di Musica Sacra sostenuto dalla Regione Lazio, un contenitore che nel 2025 ha riunito decine di progetti in un unico disegno culturale, intrecciando territori, luoghi di culto e competenze artistiche. L’annuncio del nuovo appuntamento romano è arrivato il 7 ottobre 2025, con una comunicazione che sottolinea la continuità di un percorso già apprezzato dal pubblico per qualità e partecipazione, elementi che la nostra redazione ha visto crescere concerto dopo concerto.
In questa cornice, la formula rimane chiara: portare la musica laddove l’architettura e la storia amplificano l’ascolto, scegliendo spazi che chiedono rispetto e restituiscono senso. Non un evento isolato, ma l’ennesimo tassello di un mosaico che ha già toccato luoghi simbolo, mettendo in dialogo interpreti colti con platee attente. La conferma di questa direzione, e dei risultati ottenuti, arriva dalle parole del presidente Francescantonio Pollice, che ha rimarcato come l’affluenza costante sia la misura di una scommessa vinta sul legame tra arte e comunità.
Il luogo e l’ora: la musica entra nel respiro del Tevere
L’appuntamento è fissato per giovedì 9 ottobre, alle 19:00, nella Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, a ridosso del fiume. Uno spazio costruito per esaltare la parola e il suono, capace di accogliere un recital che promette intensità e misura, lontano dagli eccessi, vicino alla sostanza. La scelta del luogo non è casuale: rientra nell’idea di portare la musica sacra nel suo alveo naturale, là dove l’eco delle navate aiuta a leggere ogni dettaglio timbrico e ogni inflessione espressiva.
Questo orientamento ha già legato la rassegna a chiese di grande valore nel cuore della Capitale, come la Basilica di Santa Maria Maggiore, creando un ponte tra la bellezza dei siti e la profondità dei repertori. È una visione che riconsegna ai luoghi la funzione di presidio culturale, oltre che spirituale, invitando a un ascolto che non si esaurisce nell’applauso ma sedimenta in riflessione condivisa. La risposta del pubblico, richiamata dagli organizzatori come costante e convinta, conferma la bontà del percorso intrapreso.
Il programma: devozione e maestri antichi
La serata vedrà un itinerario che affianca l’Ave Maria a pagine di Girolamo Frescobaldi, Girolamo Cavazzoni, G. Salvatore e Giovanni Battista. Un tracciato pensato per misurare l’ampiezza di uno stile che attraversa epoche e linguaggi, restituendo alla pratica dell’ascolto la sua componente più intima. La scelta dei brani riflette un’idea di repertorio che non indulge all’effetto, ma cerca il significato, affidando all’organo e alla parola il compito di modulare intensità e silenzio con la stessa cura.
Non è un collage, ma una drammaturgia che respira. Nel gesto dell’organista la trama polifonica prende corpo; nella voce recitante il testo si fa luce che guida, senza sovrastare. Il risultato, quando funziona, è una prossimità rara: la sensazione che la musica sappia dire ciò che spesso non troviamo in noi, e che la parola completi il disegno ponendo domande più che offrendo risposte. È questo equilibrio, fragile e prezioso, a rendere ogni ascolto unico.
Voci e tastiere: il dialogo dei Coen
Protagonisti saranno Andrea Coen, all’organo, ed Edoardo Coen, attore e voce recitante: due artisti romani, formazione solida e percorsi distinti che qui si incontrano con naturalezza. Andrea Coen porta un’esperienza riconosciuta nella prassi storicamente informata, dalle tastiere antiche alla divulgazione musicologica; un bagaglio maturato tra palcoscenici, incisioni ed edizioni critiche che hanno contribuito a rileggere pagine chiave del Settecento italiano. Non è virtuosismo fine a se stesso, ma artigianato del suono, paziente e consapevole.
Accanto a lui, la parola di Edoardo Coen, che dalla scuola dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” ha proseguito tra teatro, cinema e televisione, affinando una dizione che cerca sostanza e chiarezza più che enfasi. La sua presenza in scena non “spiega” la musica: la accompagna, la incornicia, la sospende quando serve. È un’arte di misura, quella della voce recitante: saper dire senza occupare, dare ritmo senza imporre, restare al servizio dell’insieme.
Le istituzioni e il sostegno
Il cartellone rientra nel Festival di Musica Sacra voluto dalla Regione Lazio, avviato con un bando pubblico che ha strutturato una rete di oltre cento cinquanta concerti sull’arco dell’anno giubilare. È un investimento che ha messo in relazione soggetti diversi sotto un’unica direzione artistica, favorendo un racconto corale della musica sacra sul territorio. Le comunicazioni istituzionali regionali hanno ribadito obiettivi, calendario e filosofia del progetto con chiarezza e trasparenza.
La rassegna è inoltre parte del progetto “Cidim a Roma”, iniziativa del Comitato Nazionale Italiano Musica, sostenuta dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo. Il rapporto tra CIDIM e la Direzione Generale emerge in più azioni recenti, dai programmi di internazionalizzazione alle rassegne condivise con istituzioni nazionali: un sistema di collaborazioni che dà continuità e struttura all’attività, come documentato da comunicazioni ministeriali e da iniziative CIDIM realizzate con il contributo della stessa Direzione.
Parole che impegnano, fatti che tornano
Nelle dichiarazioni diffuse alla vigilia dell’evento, Francescantonio Pollice ha messo l’accento sul merito degli interpreti e sulla bontà della formula: un repertorio rigoroso, affidato a musicisti capaci, dentro luoghi che amplificano senso e ascolto. Ha ricordato l’attenzione del pubblico come misura concreta della qualità e ha ringraziato la Regione Lazio per un sostegno che rende possibile dare stabilità a un progetto destinato a crescere. È un’assunzione di responsabilità: trasformare il successo di una rassegna in impegno duraturo.
In controluce, scorgiamo un metodo: creare relazioni, renderle visibili, farne un patrimonio comune. È così che una rassegna esce dalla contingenza dell’appuntamento singolo e diventa politica culturale, capace di lasciare tracce nella città e nei suoi riti. Quando l’arte incontra un’istituzione che ascolta, e un pubblico che risponde, la continuità non è un premio ma un dovere. È lo spirito con cui leggiamo questo nuovo capitolo, a partire dalla serata del 9 ottobre nella Basilica dei Fiorentini.
Domande rapide per orientarsi
Che cos’è “Il sacro in musica” e perché se ne parla adesso? È una rassegna promossa dal CIDIM che torna a Roma nell’ambito del Festival di Musica Sacra sostenuto dalla Regione Lazio. Se ne parla ora perché il nuovo appuntamento è fissato per giovedì 9 ottobre alle 19, nella Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini. L’iniziativa punta a unire repertorio, interpreti e luoghi di culto, favorendo un ascolto consapevole e una partecipazione ampia, confermata nelle edizioni precedenti.
Chi sono gli interpreti e quale impostazione danno alla serata? All’organo suona Andrea Coen, musicista e studioso con lunga esperienza nella prassi esecutiva storica; la voce recitante è affidata all’attore Edoardo Coen, formazione teatrale solida e attenzione alla parola come sostanza scenica. Insieme propongono un percorso che intreccia testi e musica, lasciando che il timbro dell’organo e l’articolazione della voce costruiscano una narrazione unitária, senza sovrapporsi né spiegarsi a vicenda.
Quali brani sono previsti e quale atmosfera ci si può attendere? Il programma include l’Ave Maria e pagine di Frescobaldi, Cavazzoni, G. Salvatore e Giovanni Battista. È lecito aspettarsi un clima di raccoglimento, con momenti di intensa polifonia e passaggi meditativi. La struttura alterna l’impatto timbrico dell’organo a interventi di parola, per un itinerario che guarda all’essenziale e affida al silenzio un ruolo attivo nell’ascolto.
Quali istituzioni sostengono concretamente il progetto? La rassegna è collocata nel Festival di Musica Sacra della Regione Lazio, nato da un bando pubblico che ha definito un calendario diffuso; il progetto “Cidim a Roma” è sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo. Questo asse tra livello regionale e nazionale ha già trovato espressione in iniziative e collaborazioni documentate, che danno struttura e continuità alla programmazione del CIDIM.
Una traiettoria di senso che chiede ascolto
Questo concerto non è un semplice ritorno in calendario; è la conferma di un modo di intendere il rapporto tra arte, luoghi e comunità. Portare la musica sacra in spazi dove l’acustica non è un dettaglio ma una responsabilità significa scegliere l’esattezza: ogni nota ha un peso, ogni silenzio una durata. Ci riconosciamo in questa etica del lavoro ben fatto, dove la qualità non si proclama ma si dimostra. È lì che si misura la tenuta di una rassegna che non cerca scorciatoie.
Guardiamo a giovedì 9 ottobre come a un impegno condiviso: degli artisti che offrono competenza e misura; delle istituzioni che mettono in campo visione e risorse; del pubblico che sceglie di esserci, senza distrazioni, per lasciarsi toccare da una bellezza esigente. Se ogni concerto saprà generare domande e non solo consensi, allora il percorso intrapreso avrà davvero senso. È l’augurio con cui entriamo nella Basilica dei Fiorentini, certi che l’ascolto attento sia, ancora, la nostra forma migliore di partecipazione.
