Ricordi che tornano all’improvviso, la fragilità delle relazioni e la voglia di restare insieme: in questo intreccio emotivo si muove Monterosso con “Praga”, nuovo singolo che continua il viaggio iniziato con l’Ep “Casa”. Un brano che mette al centro legami veri e condivisione, anche quando tutto sembra complicato.
Un tuffo che riemerge dai ricordi
Il videoclip ambientato in piscina trasforma la memoria in un’esperienza tangibile: scivolate, attese sott’acqua, sguardi che parlano più delle parole. È un racconto visivo di una coppia reale, dove la quotidianità alterna leggerezza e silenzi, risate e ostacoli. Monterosso sceglie la semplicità dei gesti per far emergere la verità dei rapporti: momenti di felicità che si fanno strada nonostante gli urti, come se l’acqua preservasse emozioni che a volte non sappiamo dire. Basta poco per riannodare quel filo: una foto, un video, un dettaglio che riaccende ciò che sembrava dormire.
Nel cuore della canzone c’è la sensazione di muoversi in equilibrio precario. “Come dentro sabbie mobili, più mi muovo e più vado giù / Quando affondo c’è chi sale / ed io sto sotto di te come sul fondo del mare.” Una metafora potente: la vita appare come una bilancia in cui, spesso, qualcuno scende mentre qualcun altro sale. Eppure, nella stessa immagine, si intravede la possibilità di risalire insieme, perché la felicità – quando accade davvero – nasce dalla condivisione, non dalla competizione.
Tra suoni riverberati e nostalgia anni Novanta
“Praga” si muove dentro un indie pop elegante che guarda agli anni ’90 con affetto: chitarre riverberate e synth dal sapore nostalgico costruiscono uno spazio sonoro sospeso, capace di accogliere fragilità e desideri. L’andamento è avvolgente, quasi cinematografico, e regala al testo il respiro necessario per far emergere sfumature intime. Non c’è frenesia, c’è una ricerca di equilibrio tra luce e ombra, tra ciò che resta e ciò che scivola via. In questa cornice, le parole trovano tempo e profondità.
La scintilla nasce da un viaggio reale, ma la rotta emotiva è universale: i ricordi riaffiorano quando non li aspetti, bussano con una fotografia, un messaggio, un frammento recuperato per caso. La canzone mette a nudo una verità che riguarda tutti: fidarsi è sempre più difficile – in amore, in amicizia, sul lavoro – e le relazioni, spesso, si incrinano nell’indifferenza. Eppure, in quel caos, “Praga” lascia aperta la porta a un noi possibile. Il singolo è il quinto estratto da “Casa”, tassello di un percorso coerente e personale.
Chi c’è dietro “Praga”
A firmare e produrre il brano è Pierpaolo – l’anima di Monterosso – insieme a Chiara Benedetto, compagna di vita e co-autrice. La loro scrittura si intreccia in un dialogo continuo, dove lo sguardo dell’uno completa quello dell’altra. È un rapporto creativo che non teme la verità: quando le cose non sono semplici, la musica diventa rifugio e strumento per rimettere in ordine le emozioni. La canzone porta in superficie proprio questa tensione: cercarsi, perdersi, ritrovarsi.
L’intento non è addolcire la complessità, ma attraversarla. Le parole si misurano con la difficoltà di affidarsi a qualcuno, senza rinunciare alla possibilità di sentirsi parte di qualcosa di più grande del singolo. Così, la struttura sonora sostiene la narrazione e la rende palpabile: ogni riverbero, ogni synth appare come un’eco di ciò che resta dopo una discussione, una distanza, un ritorno. Monterosso sceglie la sincerità come bussola, e la canzone ne conserva la traccia.
Dalle prime uscite al presente: il percorso di Monterosso
La storia del progetto affonda le radici nel 2015, quando esce “Salvati”, un esordio dal respiro brit-pop che delinea subito una direzione chiara. A seguire, l’Uniweb Tour porta Pierpaolo in una dimensione essenziale, chitarra e voce, negli atenei delle principali città italiane, mentre il palco di Deejay On Stage a Riccione amplia l’incontro con il pubblico. È in questi passaggi che la scrittura matura, sperimenta, si misura con spazi e ascolti diversi, costruendo un’identità precisa e riconoscibile.
Nel 2019 la rotta si arricchisce con la presenza costante di Chiara Benedetto: arrivano “Radici”, “Mi dispiace per te” e “Darcy e Bennet”. I testi si spostano verso una quotidianità raccontata a due voci, differenti ma complementari, capaci di armonizzare la realtà di quel momento. In quegli anni non mancano aperture significative dal vivo, come gli opening per Ceneri, The Niro e altri artisti. È un percorso fatto di passi misurati, di ascolto reciproco e di coerenza, che conduce naturalmente all’universo emotivo di “Praga”.
