Un appuntamento dal valore simbolico e concreto: alla Festa del Cinema di Roma 2025 verrà consegnato il Premio Millennial Visionaria a Sara Petraglia per il suo esordio alla regia con “L’albero”. La cerimonia è fissata per lunedì 21 ottobre alle 17:30, nello spazio Roma Lazio Film Commission all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Un riconoscimento che parla al presente
Questo premio nasce per valorizzare autrici capaci di rompere abitudini narrative e scardinare stereotipi con visione, coraggio e passione. È l’orizzonte culturale che dal 2019 anima Visionarie – donne tra cinema, TV e racconto, progetto fondato dall’avvocata Giuliana Aliberti e sostenuto da un comitato d’onore e da un comitato scientifico che riuniscono figure autorevoli del panorama italiano e internazionale. La vocazione è chiara: creare rete tra professioniste dell’audiovisivo, spingere nuove storie in primo piano e generare un dialogo fertile tra generazioni, anche attraverso incontri, masterclass e proiezioni. A confermare questa impostazione sono i materiali istituzionali del progetto e le presentazioni pubbliche diffuse negli ultimi anni.
Nel 2024 il riconoscimento è andato alla regista e musicista Margherita Vicario, con la premiazione ospitata all’interno della Festa del Cinema di Roma. L’edizione 2025 della manifestazione cinematografica, che celebra il ventennale, si svolge dal 15 al 26 ottobre all’Auditorium Parco della Musica – Ennio Morricone, disegnando il contesto ideale per un tributo che intercetta sensibilità e linguaggi della scena più giovane. L’assegnazione a Sara Petraglia per “L’albero” si inserisce quindi in un solco già tracciato, con un’attenzione specifica alle autrici under 40 e alle loro traiettorie creative. Le informazioni sulla precedente edizione e sul calendario 2025 sono state rese note dagli organizzatori e dagli enti cittadini che supportano la Festa.
Il percorso di “L’albero”: dalla prima romana all’uscita in sala
“L’albero”, opera prima di Sara Petraglia, ha debuttato alla Festa del Cinema di Roma 2024 nella sezione competitiva Progressive Cinema. Al centro, l’intreccio intimo tra Bianca e Angelica, interpretate rispettivamente da Tecla Insolia e Carlotta Gamba: amicizia, dipendenza affettiva e uso di sostanze diventano materia narrativa per un racconto che non giudica, ma osserva con lucidità e pudore. Le cronache di quei giorni hanno sottolineato la freschezza dello sguardo e la compattezza registica dell’esordio, mettendo in evidenza come l’ambientazione romana contribuisca a restituire un senso di vulnerabilità e resistenza generazionale. Lo attestano i resoconti delle testate presenti al festival.
Dopo l’anteprima capitolina, il film è approdato nelle sale italiane nella primavera 2025, con un percorso che ha coinvolto rassegne e incontri con il pubblico. La stampa culturale ha parlato di un esordio già consapevole, capace di restituire, con misura, la densità emotiva delle protagoniste; tra le analisi, spiccano quelle che evidenziano la scelta di sguardo sulle dipendenze, mai spettacolarizzate. Il calendario di proiezioni e talk ha toccato anche centri culturali di rilievo, dove la regista e le interpreti hanno dialogato con gli spettatori, confermando il carattere partecipativo del lancio. Tappe, giudizi e date sono stati ricostruiti attraverso i materiali editoriali e le programmazioni delle sale coinvolte.
La cerimonia e i protagonisti
La consegna del Premio Millennial Visionaria 2025 a Sara Petraglia è in programma lunedì 21 ottobre, ore 17:30, presso lo spazio Roma Lazio Film Commission all’Auditorium Parco della Musica. A consegnare il riconoscimento sarà la regista Paola Randi, da sempre vicina a Visionarie e tra le prime sostenitrici del progetto. Interverranno Carlotta Gamba, co-protagonista di “L’albero”, e Laura Delli Colli, Presidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani e dei Nastri d’Argento. L’iniziativa è realizzata con il supporto della Fondazione Roma Lazio Film Commission, che durante la Festa mette a disposizione slot e spazi a progetti del comparto audiovisivo, come evidenziato nelle comunicazioni ufficiali per l’edizione 2025.
Collocare la premiazione nel cuore della Festa, tra la folla di professionisti e pubblico che anima l’Auditorium, accresce il significato del riconoscimento: il palco non è solo celebrazione, ma un invito a guardare le storie dove nascono, in dialogo con la città e con chi il cinema lo abita ogni giorno. L’agenda della Festa del Cinema di Roma scandisce le giornate dal 15 al 26 ottobre, confermando la cornice di un evento diffuso e partecipato, dove premi, incontri e proiezioni si intrecciano continuamente, come indicato dai canali istituzionali che illustrano programma e luoghi dell’edizione del ventennale.
Chi c’è dietro Visionarie e cosa vuole cambiare
Nell’arco di pochi anni Visionarie è diventata un punto di riferimento per chi scrive, dirige, produce e insegna l’audiovisivo, mantenendo saldo l’obiettivo di dare spazio ai linguaggi femminili e alle esperienze che scompaginano i canoni. La guida di Giuliana Aliberti, giurista con esperienza nel diritto d’autore, e la presenza di un comitato composto da registe, autrici, studiose e manager del settore, hanno consolidato una rete che lavora sull’alleanza tra generazioni e professioni, come risulta dai profili e dalle presentazioni ufficiali. È qui che questo premio trova senso e prospettiva, dentro un laboratorio che non si esaurisce nella cerimonia.
La continuità del progetto si misura anche nella programmazione degli eventi. Dopo l’edizione 2024 ospitata a Palazzo Merulana, gli organizzatori indicano già in agenda due nuove giornate, il 30 e 31 gennaio 2026, nuovamente a Palazzo Merulana, a conferma della stabilità di un presidio culturale capace di unire approfondimento e divulgazione. Le attività annunciate – conferenze, masterclass, proiezioni – proseguono così il dialogo con studenti e studentesse e con la cittadinanza, in linea con lo spirito che accompagna Visionarie fin dalla nascita, come testimoniato dai materiali divulgati dalla sede ospitante e dalle note stampa delle passate edizioni.
Una generazione che racconta sé stessa
Nel nostro sguardo, “L’albero” colpisce perché entra dove spesso il discorso pubblico sorvola: la fragilità dell’identità giovanile, l’attrazione dei legami simbiotici, il cortocircuito tra desiderio e autodistruzione. Non c’è compiacimento, semmai il tentativo di misurare da vicino la vertigine di un’età di passaggio. Le cronache del 2024 hanno descritto l’esordio di Petraglia come un racconto compatto, abitato da due interpretazioni che reggono lo sguardo senza filtri, e ambientato in una Roma reale, quotidiana, capace di restituire un respiro emotivo concreto.
Anche la ricezione critica ha riconosciuto a “L’albero” la maturità di uno sguardo che non fa sconti. L’attenzione a Bianca e Angelica non deriva da gesto pedagogico, ma dall’ascolto: è qui che il film trova la propria forza narrativa. L’uscita in sala nel marzo 2025 ha permesso di verificare questa tenuta anche con il pubblico, tra rassegne e incontri; un percorso accompagnato da approfondimenti che hanno sottolineato come il film decida di non spettacolarizzare il tema della dipendenza, ma di restituirlo nell’intreccio con l’affetto e la ricerca di sé. Sono elementi confermati da recensioni e programmazioni culturali successive.
Domande al volo, risposte senza giri di parole
Dove e quando viene consegnato il premio? La premiazione è fissata per lunedì 21 ottobre 2025 alle 17:30, nello spazio gestito dalla Fondazione Roma Lazio Film Commission all’Auditorium Parco della Musica. Il calendario della Festa del Cinema di Roma scandisce l’edizione dal 15 al 26 ottobre, e la scelta di collocare il riconoscimento nel cuore della manifestazione consente di far dialogare l’autrice con pubblico e addetti ai lavori che affollano le sale e gli incontri della settimana.
Chi consegna il riconoscimento e chi sarà presente? Il premio verrà consegnato dalla regista Paola Randi, sostenitrice di Visionarie fin dalla prima edizione. All’incontro parteciperanno Carlotta Gamba, co-protagonista del film, e Laura Delli Colli, che guida il Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani e i Nastri d’Argento. Una presenza, quest’ultima, che sottolinea il legame tra il mondo del giornalismo culturale e quello della produzione, in un momento di riconoscimento dedicato a una nuova voce femminile italiana.
Perché “L’albero” ha convinto la critica? Per la capacità di raccontare senza moralismi l’amicizia e la dipendenza, lasciando che siano i corpi e i silenzi a parlare. La prova congiunta di Tecla Insolia e Carlotta Gamba sostiene la struttura del film, che ha mosso i primi passi alla Festa del Cinema di Roma 2024 e ha trovato nel 2025 un dialogo più ampio con il pubblico. Nelle analisi pubblicate all’uscita si è insistito su una regia composta e, insieme, profondamente empatica.
Quali sono le prossime tappe di Visionarie? Gli organizzatori hanno indicato in agenda il 30 e 31 gennaio 2026 per la prossima edizione a Palazzo Merulana. Un ritorno che conferma la volontà di mantenere un punto di riferimento riconoscibile nella capitale e di proseguire, attraverso incontri e workshop, quel dialogo tra professioniste e pubblico che è la cifra costante del progetto sin dal 2019, come riportato nelle comunicazioni istituzionali della sede ospitante.
Un impegno che resta addosso
Premiare Sara Petraglia significa riconoscere un linguaggio che abita la realtà senza arretrare. Ci interessa quel coraggio silenzioso che non ha bisogno di effetti speciali per dire la verità, e che trova nella sala – nell’incontro e talvolta nel conflitto tra sguardi – la sua misura più onesta. In giorni in cui il cinema rischia di essere percepito come un flusso indistinto, selezionare e sostenere voci nuove è un atto editoriale prima ancora che istituzionale. È una scelta che chiede continuità, responsabilità, pazienza.
La nostra lettura nasce dall’ascolto delle persone e dei luoghi che questo premio attraversa. Portare “L’albero” al centro della Festa non è solo celebrare un esordio, è ricordare che il racconto del presente ha bisogno di mani, occhi, tempo. Continueremo a cercare questo tempo, nelle storie che arrivano e in quelle che faticano a trovare spazio. Perché il giornalismo culturale, quando è davvero utile, non si limita a registrare: prende posizione, con la cura di chi sa che la cultura è un bene comune.
