Giovedì 9 ottobre 2025, al Ministero della Salute a Roma, i cardiologi ospedalieri dell’Anmco riuniscono istituzioni, comunità scientifica, associazioni di pazienti e società civile per una giornata di lavoro dedicata a priorità e proposte operative sulla salute del cuore. Un appuntamento che punta a decisioni misurabili, prevenzione efficace e tutela dell’accesso alle cure.
Un appuntamento che punta al sodo
Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte e invalidità in Italia, un dato che impone serietà di analisi e rapidità d’azione. La cornice europea, che ha inserito le patologie non trasmissibili e il cuore tra le aree d’intervento strategiche con l’iniziativa Healthier Together e specifiche conclusioni del Consiglio Ue, rafforza la richiesta di prevenzione strutturata, diagnosi precoce e riabilitazione accessibile. È in questo solco che gli Stati Generali Anmco 2025 al Ministero si propongono come sede di confronto operativo, con l’obiettivo di trasformare conoscenza e buone pratiche in risultati per i cittadini.
Il modello italiano del Servizio sanitario nazionale, fondato su universalità, eguaglianza ed equità di accesso ai Lea, è un riferimento stimato ma oggi chiamato a nuove prove: l’invecchiamento demografico, l’aumento dei costi dei percorsi diagnostico‑terapeutici e la crescente complessità clinica. I principi del SSN rimangono il perno dell’impianto, ma vanno sostenuti con scelte di sistema e monitoraggi puntuali dei livelli essenziali di assistenza, per garantire appropriatezza e sostenibilità senza deroghe al diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
Prevenzione e tempestività: la linea che salva vite
Se la prevenzione primaria è la prima barriera contro infarti e ictus, la lotta alla morte cardiaca improvvisa richiede interventi tempestivi sul territorio: diffusione dei defibrillatori, formazione dei cittadini, integrazione con il 118 e mappatura dei dispositivi. La cornice normativa c’è: la Legge 116/2021 ha previsto un programma pluriennale per promuovere DAE in luoghi pubblici, scuole e trasporti, con azioni di informazione e un’app dedicata. A livello regionale, segnali concreti arrivano anche dalla Toscana, che ha varato una legge per prevenire la morte improvvisa giovanile con screening e corsi di rianimazione.
Questa infrastruttura di prevenzione funziona se la rete è capillare e connessa: defibrillatori accessibili, personale e volontari formati, tempi di risposta ridotti, percorsi condivisi tra territorio e ospedale. È qui che la cardiologia ospedaliera può incidere oltre le mura del reparto, diffondendo competenze e standard, misurando risultati ed esiti. L’appello è chiaro: mettere a sistema ciò che già funziona e colmare le disuguaglianze geografiche, affinché il destino di un arresto cardiaco non dipenda dal codice di avviamento postale ma dalla qualità della rete che lo intercetta. È una responsabilità collettiva, prima ancora che clinica.
Ricerca, dati e innovazione come leva decisionale
Gli Stati Generali nascono anche per una ragione semplice: senza dati solidi, la politica sanitaria naviga a vista. L’Anmco dispone di un Centro Studi che alimenta registri nazionali e progetti multicentrici come IN-HF e BRING‑UP 3 Scompenso, strumenti che fotografano bisogni reali, aderenza alle linee guida e risultati clinici. Queste piattaforme consentono di capire cosa accade ai pazienti nella pratica quotidiana, di indirizzare risorse dove servono e di valutare l’impatto delle innovazioni terapeutiche sui percorsi di cura.
Innovazione non significa solo farmaci e dispositivi: vuol dire anche processi, digitale, disseminazione rapida delle evidenze. L’Associazione investe in strumenti di aggiornamento continuo e nell’uso di tecnologie che collegano professionisti e conoscenze, valorizzando le esperienze dei reparti e le lezioni dei grandi congressi. In parallelo, la cornice europea dell’EU4Health e dell’iniziativa Healthier Together favorisce scambio di buone pratiche, progetti pilota e azioni trasversali su prevenzione, diagnosi e riabilitazione. L’obiettivo è tradurre scienza in organizzazione, senza perdere tempo tra un’evidenza e la sua applicazione.
Le voci dei protagonisti: impegni e responsabilità
Per Massimo Grimaldi, presidente Anmco e direttore della Cardiologia dell’Ospedale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti, la rotta è netta: non basta allungare la vita media, bisogna migliorarne la qualità salvaguardando i conti pubblici. Le società scientifiche, forti di una base ampia di iscritti e di oltre sessant’anni di attività, possono offrire strumenti concreti ai decisori, grazie anche alla mole di dati raccolti dal Centro Studi e al lavoro della Fondazione. È una chiamata a un ruolo attivo nel disegnare politiche sanitarie efficaci.
Federico Nardi, presidente designato Anmco e direttore della Cardiologia dell’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato, indica tre assi su cui misurarsi: prevenzione strutturata, protezione dalla morte improvvisa e ricerca clinica di qualità. L’obiettivo, sottolinea, è garantire cure tempestive, appropriate ed eque in ogni area del Paese, trasformando le conoscenze in azioni condivise con le istituzioni. Il suo profilo e l’incarico associativo, confermati dagli organi dell’Associazione, aggiungono peso a un’agenda che chiede responsabilità diffuse.
Per Fabrizio Oliva, past president Anmco e direttore della Cardiologia del Niguarda di Milano, la forza è nella rete: terapie intensive, reparti e ambulatori delle strutture del SSN lavorano in modo coeso e capillare. Consolidare questo patrimonio culturale, scientifico e organizzativo significa proteggere i cittadini e dare continuità alla cura, dal sospetto diagnostico fino alla riabilitazione. Il valore di una rete si misura nella sua capacità di non lasciare indietro nessuno, soprattutto quando il tempo è la variabile più preziosa.
Cure universali, sostenibilità reale
L’universalità delle cure è un impegno quotidiano, non uno slogan. I Lea definiscono ciò che deve essere garantito a tutti, e il loro monitoraggio continuo serve a evitare disomogeneità territoriali, ritardi e inappropriatezze. In un sistema pubblico finanziato dalla fiscalità generale, le scelte su prevenzione, diagnostica avanzata, terapie innovative e riabilitazione devono poggiare su evidenze e valutazioni di impatto, oltre che su una visione di lungo periodo che sappia tenere insieme equità di accesso e gestione responsabile delle risorse.
L’orizzonte demografico impone lucidità: popolazione che invecchia, nascite ai minimi storici, progressivo aumento dell’indice di vecchiaia e del rapporto di dipendenza. Sono tendenze che pesano su prevenzione, cronicità e organizzazione delle reti cardiologiche. I dati più recenti, diffusi da Istat e ripresi da osservatori internazionali, parlano chiaro: speranza di vita in risalita ma con anni di buona salute da difendere, decessi in calo sul 2023, e una quota di over 65 tra le più alte in Ue. Pianificare oggi significa evitare domani scelte dettate dall’emergenza.
Domande chiave per orientarsi in pochi istanti
Che cosa accade giovedì 9 ottobre 2025 a Roma? Al Ministero della Salute si tengono gli Stati Generali Anmco 2025, una giornata di lavoro che riunisce istituzioni, comunità scientifica, associazioni di pazienti e società civile per definire priorità e proposte operative sulla salute cardiovascolare, con focus su prevenzione, morte improvvisa, ricerca e universalità delle cure. La notizia e i contenuti dell’appuntamento sono stati diffusi da Adnkronos e ripresi da diverse testate nazionali.
Perché si insiste tanto sulla prevenzione cardiovascolare? Perché cuore e vasi sono ancora la prima causa di morte in Italia; agire sui fattori di rischio, promuovere stili di vita sani, potenziare screening e diagnosi precoce riduce eventi gravi e costi evitabili. La linea europea sulle malattie non trasmissibili e le conclusioni del Consiglio Ue rafforzano questa priorità, chiedendo interventi integrati e misurabili su prevenzione, individuazione precoce, trattamento e riabilitazione.
In che modo si può ridurre la morte cardiaca improvvisa? Diffondendo defibrillatori nei luoghi pubblici, formando i cittadini all’uso e integrando i DAE con la rete dell’emergenza, come prevede la Legge 116/2021; alcune Regioni stanno sperimentando ulteriori strumenti, come registri e programmi nelle scuole, per individuare precocemente condizioni a rischio e accelerare i soccorsi. È un investimento che salva vite e uniforma la qualità della risposta sul territorio.
Qual è il valore aggiunto dei dati Anmco per le decisioni pubbliche? I registri del Centro Studi—tra cui IN‑HF e BRING‑UP 3 Scompenso—raccolgono informazioni di pratica clinica reale su terapie, esiti e aderenza alle linee guida. Questi dati, aggiornati e rappresentativi, permettono di individuare bisogni inevasi, misurare l’efficacia degli interventi e orientare risorse e organizzazione delle reti, rendendo più solida e trasparente la programmazione sanitaria.
La nostra traiettoria dopo la giornata
Di fronte alla centralità delle malattie cardiovascolari, la prova vera sarà nel dopo‑evento: trasformare la convergenza tra clinici, istituzioni e cittadini in scelte che riducano tempi di accesso, consolidino prevenzione e riabilitazione, e rafforzino la rete ospedale‑territorio. La qualità degli anni vissuti non è un’astrazione: è l’effetto di politiche che scelgono di finanziare ciò che funziona, misurare ciò che conta e correggere ciò che non regge, con coraggio e responsabilità condivisa.
La cardiologia italiana dispone di competenze, dati e una tradizione di collaborazione che il Paese riconosce. La sfida ora è consolidare quell’identità in decisioni trasparenti e verificabili, capaci di mantenere gli impegni dell’universalità e di proteggere i più fragili. Nelle aule ministeriali come nei reparti, il cuore dell’Italia chiede una rotta chiara: prevenire quando è possibile, intervenire in tempo quando necessario, accompagnare sempre. Il resto sono dettagli, ma i dettagli—oggi più che mai—fanno la differenza.
