Per vent’anni un uomo di Castellammare di Stabia ha ottenuto benefici per cecità assoluta. Oggi lui e la moglie sono ai domiciliari, accusati di aver truffato lo Stato con certificazioni mediche ritenute false. Le verifiche sono della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, su disposizione del Gip e della Procura.
Il provvedimento cautelare e le accuse
Il quadro giudiziario si è concretizzato il 7 ottobre 2025, quando i finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione all’ordinanza di arresti domiciliari per entrambi i coniugi, provvedimento emesso dal Gip su richiesta della Procura. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’uomo sarebbe stato falsamente riconosciuto cieco assoluto pur essendo ipovedente, percependo pensione di invalidità e indennità di accompagnamento. Le contestazioni riguardano la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e il falso ideologico in atti pubblici mediante induzione in errore di medici di strutture pubbliche.
Già in precedenza gli inquirenti avevano disposto un sequestro preventivo per equivalente, con una cifra indicata in 124.794,05 euro. Quel passaggio, maturato un anno fa, ha segnato l’avvio della fase più intensa delle verifiche e ha contribuito a definire il perimetro delle presunte condotte illecite. In questo contesto la posizione dei due indagati resta sottoposta alle valutazioni dell’autorità giudiziaria e al pieno esercizio del diritto di difesa, con la presunzione d’innocenza che accompagna ogni passaggio del procedimento.
Dalla quotidianità ai filmati: i riscontri che pesano
Il fascicolo investigativo richiama una serie di osservazioni tipiche delle indagini economico-finanziarie: pedinamenti, documentazioni e video. Dagli atti emerge che l’uomo sarebbe stato in grado di muoversi tra luoghi affollati senza esitazioni, di utilizzare uno sportello bancomat, di contare il resto dopo una spesa e di riporre il denaro nel portafoglio. Elementi ritenuti incompatibili con la cecità assoluta sia dal dirigente di Medicina legale dell’Asl Napoli 3 Sud, sia da un oculista consulente della Procura, dopo la visione dei filmati.
Secondo gli inquirenti, nonostante quel primo sequestro, la coppia avrebbe continuato a sostenere la tesi della cecità totale presentando documentazione oculistica risultata falsa, indicata come risalente al 2010. In base a quegli atti, la commissione incaricata avrebbe confermato la condizione di cecità assoluta, senza richiedere ulteriori esami strumentali; una ricostruzione poi messa in discussione alla luce delle immagini acquisite e delle valutazioni tecniche successive.
Come funziona l’accertamento dell’invalidità
Per ottenere il riconoscimento di invalidità civile, cecità civile o disabilità, la procedura prevede l’avvio con un certificato medico introduttivo redatto dal medico certificatore e trasmesso all’INPS. Il documento, con validità di 90 giorni, consente di presentare domanda e di essere convocati a visita presso la Commissione medico-legale, integrata con un sanitario dell’Istituto. La pagina informativa ufficiale, aggiornata l’8 settembre 2025, chiarisce passaggi, requisiti e fasi di controllo.
La cornice amministrativa contempla verifiche e revisioni della condizione sanitaria nel tempo, proprio per mantenere allineati i trattamenti allo stato clinico effettivo. La stessa informativa INPS sottolinea la centralità della documentazione sanitaria e dell’iter di accertamento, che coinvolge strutture pubbliche e professionisti abilitati, con responsabilità specifiche nella formazione degli atti. È all’interno di questo perimetro che si valuta ogni eventuale difformità tra realtà clinica e certificazioni prodotte.
Cronologia, luoghi e unità investigative
Una tappa decisiva risale al novembre 2024, quando il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata eseguì un sequestro preventivo per equivalente pari a 124.794,05 euro, collegato all’ipotesi di indebita percezione di prestazioni assistenziali per quasi vent’anni. In quell’occasione, i militari della Compagnia di Castellammare di Stabia documentarono condotte di vita ritenute incompatibili con la cecità assoluta, tra attraversamenti stradali autonomi, attività domestiche e sottoscrizioni senza apparenti difficoltà.
Con il provvedimento del 7 ottobre 2025, firmato dal Gip su impulso della Procura di Torre Annunziata, è stata applicata la misura degli arresti domiciliari ai due coniugi. Le indagini hanno visto impegnati i reparti territoriali, citati anche sulla stampa locale e nazionale, con riferimenti al comando del colonnello Salvatore Maione e alla compagnia guidata dal capitano Raffaele Di Giovanni, unità operative nel territorio oplontino e stabiese.
Domande lampo per orientarsi
Quali reati vengono ipotizzati a carico dei due coniugi? Agli indagati vengono contestate, in concorso, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e il falso ideologico in atti pubblici mediante induzione in errore di medici di strutture pubbliche. Si tratta di ipotesi che dovranno essere vagliate dal giudice nelle sedi opportune, mantenendo intatta la presunzione d’innocenza fino a eventuale sentenza definitiva.
Qual è la misura applicata e qual è lo stato attuale? L’uomo e la moglie si trovano agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza del Gip richiesta dalla Procura di Torre Annunziata. L’azione trae origine da accertamenti della Guardia di Finanza e da un precedente sequestro per equivalente: l’evoluzione del procedimento dipenderà dagli esiti delle ulteriori verifiche investigative e dalle valutazioni del tribunale competente.
In che modo l’INPS verifica le condizioni sanitarie che danno diritto ai benefici? Il percorso inizia con un certificato medico introduttivo, trasmesso telematicamente dal medico certificatore; segue l’esame della Commissione medico-legale, con eventuali accertamenti integrativi. La guida ufficiale aggiornata a settembre 2025 illustra tempi, requisiti e possibilità di revisione nel tempo, a tutela dell’appropriatezza delle prestazioni e della corretta destinazione delle risorse pubbliche.
Un patto di fiducia che va custodito
Vicende come questa interpellano il senso civico di una comunità. Quando il sospetto di abuso investe l’assistenza pubblica, la ferita non è solo contabile: tocca la credibilità delle istituzioni e il patto di fiducia con chi ha davvero bisogno. Raccontare questi fatti significa andare oltre la curiosità del caso: è dare spazio agli strumenti di controllo, al ruolo dei medici, al lavoro silenzioso delle forze investigative, perché i diritti sociali siano protetti dalla prima all’ultima firma.
La responsabilità di un’informazione rigorosa è il nostro impegno quotidiano. Nel seguire ogni passaggio, dalle verifiche sul campo alle determinazioni dell’autorità giudiziaria, cerchiamo chiarezza e rispetto delle persone coinvolte. La cronaca restituisce numeri, date, atti; ma ciò che resta è la consapevolezza che ogni misura cautelare è un punto di partenza, non d’arrivo. È qui che si misura la tenuta di una società: nella capacità di coniugare tutela e giustizia con lucidità e umanità.
