La Calabria ha scelto ancora una volta il centrodestra, consegnando a Roberto Occhiuto una riconferma ampia e politicamente pesante. L’onda elettorale ora si sposta su Campania, Veneto e Puglia, dove a fine novembre si consumerà il nuovo atto di una stagione che ridisegna equilibri, strategie e leadership.
Un autunno che cambia la mappa del potere
Il calendario elettorale fissa l’election day di Campania, Veneto e Puglia a domenica 23 e lunedì 24 novembre, ultimo passaggio di un autunno politico iniziato tra Valle d’Aosta e Marche, poi proseguito con Calabria e Toscana. Il percorso è scandito da decreti già firmati e da una macchina organizzativa in moto: una cornice che imprime urgenza alle scelte di coalizioni e candidati e che mette alla prova la compattezza delle alleanze. Lo hanno riportato, con date e tappe, fonti istituzionali e nazionali, incluse ANSA e la Repubblica.
Il quadro generale prende forma dopo la conferma nelle Marche di Francesco Acquaroli, che ha superato Matteo Ricci con un margine netto, in un contesto segnato da una partecipazione in calo. I dati ufficiali della Regione e i riepiloghi nazionali hanno cristallizzato percentuali e geografia del voto marchigiano, offrendo la prima indicazione di tendenza di questa stagione: un vantaggio del centrodestra che in Calabria si è allargato.
Numeri e geografia del voto calabrese
Nel nuovo passaggio elettorale, la sfida tra Roberto Occhiuto e Pasquale Tridico si è chiusa con un risultato limpido: proiezioni e dati di spoglio hanno assegnato al presidente uscente una forbice prossima al 60%, mentre lo sfidante si è fermato poco sopra il 40%. Un’affluenza poco sopra il 43% ha fatto da sfondo a una consultazione anticipata di un anno, snodo cruciale per la tenuta del governo regionale e del suo progetto. Il racconto minuto per minuto di la Repubblica e le rilevazioni sull’affluenza fornite dalla stampa locale fotografano l’esito e il contesto.
La distribuzione dei consensi tra le liste consegna segnali politici precisi. Forza Italia risulta primo partito, attorno al 18%, e la civica “Occhiuto presidente” aggiunge oltre il 12%; Fratelli d’Italia si attesta intorno all’11,6% e la Lega sfiora il 9,5–10%. Nel campo avversario, il Partito Democratico vale circa il 13,5%, seguito dalla lista Tridico Presidente, dal M5S e dalle altre sigle della coalizione. Un mosaico che mette il “blocco azzurro” sopra il 30% complessivo. A restituire la fotografia finale è la Gazzetta del Sud con i dati a scrutinio concluso.
Una riconferma nata da un gesto politico d’estate
La strada verso il voto si era aperta con le dimissioni di Occhiuto il 31 luglio, dopo l’avviso di garanzia in un’inchiesta per corruzione della Procura di Catanzaro. In quel passaggio pubblico, il presidente uscente aveva rivendicato la scelta di rimettere il mandato e chiedere ai calabresi di pronunciarsi, dichiarando di non avere nulla da temere e sollecitando un giudizio nelle urne. La cronaca di agenzia – ANSA e LaPresse – ha documentato tempi, parole e motivazioni, fino allo scioglimento del Consiglio regionale nelle settimane successive.
Nel dopovoto, il governatore ha rivendicato la propria linea: nessuno dovrebbe dimettersi per un avviso di garanzia, ma il rischio di una paralisi amministrativa lo avrebbe spinto a rimettere il mandato e a ripresentarsi alla prova del consenso. Anche questo tassello – con dichiarazioni rese in diretta tv – è entrato nella narrazione ufficiale della serata, come riportato dalle cronache politiche nazionali.
Voci da Roma e dai comitati
Dalla capitale sono arrivate subito le congratulazioni della premier Giorgia Meloni, con un messaggio social che ha letto il risultato calabrese come riconoscimento dell’azione di governo e del lavoro sulla regione. È la stessa chiave di lettura che ha animato la festa nel comitato di Gizzeria, dove Antonio Tajani ha parlato di vittoria di Forza Italia e del centrodestra unito, sottolineando che nulla di “esterno” avrebbe condizionato il voto. Le frasi e il clima sono stati riportati da testate nazionali e locali.
Il vicepremier Matteo Salvini ha legato il successo a un messaggio d’ordine pubblico e di sviluppo: da una parte chi protesta e attacca le Forze dell’Ordine, dall’altra i cittadini che pensano al bene del territorio, con un riferimento diretto alle infrastrutture e al Ponte sullo Stretto. Dichiarazioni e toni coerenti con le sue uscite sul progetto che, nelle ricostruzioni di agenzia, viene presentato come acceleratore di sviluppo per Calabria e Sicilia.
Il cantiere delle candidature: Campania, Veneto, Puglia
In Campania la discussione nel centrodestra resta aperta: il nome del viceministro Edmondo Cirielli è rimasto sul tavolo per settimane, mentre dal fronte azzurro non sono mancati appelli a un profilo civico capace di allargare il perimetro. Sul versante opposto, il campo progressista ha puntato su Roberto Fico, definendo così l’orizzonte della sfida di novembre. Le posizioni e i distinguo sono stati messi nero su bianco da ANSA e dalla Rai regionale.
In Veneto la Lega spinge da tempo per Alberto Stefani, vicesegretario del partito e già sindaco, candidatura che ha ricevuto più di un segnale pubblico e che attende il via libera definitivo del tavolo di coalizione. In Puglia, invece, dopo settimane di indiscrezioni, il nome del coordinatore Mauro D’Attis è stato accantonato, con lo stesso deputato che ha invitato gli alleati a convergere su una figura civica. Le cronache di ANSA e della Rai locale hanno seguito passo passo le trattative.
Manovra e rapporti di forza, la prossima verifica
Nelle stesse ore in cui si consolidava la vittoria in Calabria, a Palazzo Chigi prendeva forma l’ipotesi di un vertice di maggioranza sulla manovra, con la premier e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti attesi a un confronto con i leader di coalizione. L’appuntamento – indicato per mercoledì – promette di intrecciare scelte di bilancio e bilancini politici, offrendo una lettura ulteriore dei pesi interni alla coalizione. La notizia è stata anticipata dalle agenzie economiche.
Se il voto ricalibra l’inerzia politica, la sessione di bilancio ne misura la sostanza: incentivi, priorità territoriali, investimenti. Nel linguaggio sobrio dei conti, la maggioranza dovrà accompagnare l’enfasi della prova elettorale con decisioni coerenti su fisco, salari, imprese e cantieri. È il banco di prova che separa la celebrazione dagli esiti concreti, come hanno rilevato le cronache economiche nel dare conto delle diverse sensibilità emerse nella maggioranza.
Domande in tasca agli elettori
Chi ha vinto in Calabria e con quale margine? Lo scrutinio e le proiezioni hanno confermato la netta affermazione di Roberto Occhiuto, vicino al 60% dei consensi, su Pasquale Tridico, poco sopra il 40%. Il dato si è consolidato nell’arco del pomeriggio, con aggiornamenti coerenti tra tv, agenzie e quotidiani nazionali. Il contesto è stato segnato da un’affluenza poco sopra il 43%, in lieve flessione rispetto al 2021, come riportato da testate locali e nazionali.
Qual è il peso dei singoli partiti e delle liste? Forza Italia guida il centrodestra attorno al 18%, affiancata dalla civica “Occhiuto presidente” oltre il 12%; Fratelli d’Italia supera l’11% e la Lega sfiora il 10%. Nel centrosinistra il PD si attesta circa al 13,5%, seguito da M5S e dalle liste collegate a Tridico. Il quadro finale, fotografato dai dati a scrutinio chiuso, mette in luce un blocco moderato competitivo e un campo progressista ridimensionato.
Quando e dove si voterà a novembre? Le urne si apriranno domenica 23 e lunedì 24 novembre in Campania, Veneto e Puglia, nella stessa finestra temporale stabilita per chiudere la tornata autunnale. La scansione delle date è stata definita dai decreti regionali e confermata da fonti istituzionali e nazionali, che hanno ricostruito il percorso dall’annuncio fino ai passaggi tecnici per la presentazione delle liste.
Che cosa cambia sul fronte infrastrutture, a partire dal Ponte? Nel lessico politico della serata, il Ponte sullo Stretto è stato evocato come simbolo di concretezza e di rilancio: un’opera descritta come “acceleratore di sviluppo” per Calabria e Sicilia. Le posizioni del ministro Matteo Salvini sono note e documentate da mesi, tra sopralluoghi, incontri e dichiarazioni. Il tema tornerà al centro quando si discuterà di priorità di spesa e di tempistiche cantierabili.
Uno sguardo che viene dal Sud, senza sconti
Questa riconferma non è soltanto una fotografia del presente. È un impegno preso davanti a una regione che pretende risultati tangibili su sanità, lavoro, viabilità e servizi. La Calabria ha chiesto continuità, ma anche una discontinuità nei ritardi storici. Per questo, al di là dei toni della festa, conterà l’aderenza quotidiana delle decisioni al bisogno reale dei territori. La sfida, adesso, è trasformare consenso in governo efficace, senza alibi e senza pause.
Guardiamo ai prossimi appuntamenti – Campania, Veneto, Puglia – con la stessa attenzione con cui abbiamo seguito la notte calabrese. Il patto con i lettori è raccontare i fatti, verificare le fonti, misurare le promesse. In un autunno che rimette in movimento la politica, ciò che resta è l’urgenza delle cose fatte bene: numeri chiari, responsabilità visibili, scelte comprensibili. È da qui che, per davvero, passa la credibilità di chi chiede fiducia.
