Roma accoglie dal 7 ottobre al 9 novembre un racconto immersivo lungo 120 anni: all’Ara Pacis prende vita “Evolutio”, la mostra multimediale firmata Webuild che mette al centro infrastrutture e persone, memoria e futuro, con un linguaggio visivo capace di parlare a tutti.
Un viaggio immersivo che parla di identità
Entrare in “Evolutio” significa attraversare un’Italia che cambia volto insieme alle sue opere: dighe, metropolitane, ferrovie, ponti, strade, edifici civili e culturali. L’allestimento, ospitato al Museo dell’Ara Pacis dal 7 ottobre al 9 novembre 2025, è promosso da Roma Capitale con l’Assessorato alla Cultura e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ed è ideato e organizzato da Webuild. La curatela porta la firma di Leftloft. Sei aree tematiche guidano il visitatore in un percorso interattivo che unisce emozione e conoscenza, restituendo il valore strategico delle infrastrutture nella vita quotidiana.
La mostra sceglie una narrazione per decenni, proponendo due chiavi di lettura complementari: da un lato “I Giorni: come si viveva”, che racconta il tessuto della vita comune nelle diverse epoche; dall’altro “Il cammino dell’Italia: le Opere”, che segue l’evoluzione dei grandi lavori simbolo del progresso. Il riferimento culturale, esplicito, è al pensiero classico di Esiodo e alle sue “Opere e i giorni”, ponte ideale tra memoria e presente. In questo dialogo, l’ingegneria diventa racconto civile e l’esperienza museale si fa strumento di cittadinanza.
Oltre un secolo raccontato con immagini, suoni e cantieri
Il percorso è costruito come un’immersione nei cantieri che hanno segnato il Novecento e l’inizio del nuovo millennio: video, installazioni, testimonianze e oltre cento immagini storiche e contemporanee restituiscono l’energia dei lavori e la loro eredità nella vita delle persone. Dalle storie degli operai a quelle di tecnici e ingegneri, la cronaca diventa epica quotidiana, capace di mettere in luce la relazione concreta tra infrastrutture e benessere. L’emozione nasce dal dettaglio: il rumore delle rotaie, la luce che attraversa una galleria, l’acqua che prende forma nelle grandi opere idriche.
L’orizzonte non si ferma ai confini nazionali: accanto alle metropolitane di Roma e Milano compaiono i tracciati di Parigi e Copenaghen, fino a Doha e Riyadh; le dighe africane dialogano con i ponti della Turchia e con le grandi arterie stradali americane; il Canale di Panama si affianca ai progetti che guardano al domani, incluso il dossier del Ponte sullo Stretto di Messina. È un atlante in movimento, che mostra come le opere colleghino territori e storie, generando opportunità condivise.
Il Museo Digitale: memoria che diventa esperienza
La mostra fisica si apre e continua online con il Museo Digitale “Evolutio.Museum”, attivo dal 7 ottobre: una piattaforma nativa digitale che raccoglie oltre 400 schede di progetti del Gruppo, organizzate in hub narrativi e arricchite da materiali provenienti da un archivio storico con più di 1,5 milioni tra foto e video. Una selezione di oltre diecimila immagini è resa accessibile al pubblico, insieme a contenuti multimediali ed educational dedicati anche ai più giovani, per un’esperienza di consultazione che trasforma il patrimonio industriale in conoscenza condivisa.
Nella visita digitale, oltre alle collezioni tematiche e alle mappe interattive, si incontra la sala “Non si farà mai”, che raccoglie storie di opere divenute iconiche nonostante scetticismo e resistenze: dal Golden Gate alla Sydney Opera House, fino all’Autostrada del Sole. È un invito a guardare all’innovazione senza pregiudizi, interrogandosi sul valore sociale di infrastrutture che, una volta realizzate, cambiano la percezione stessa dei luoghi.
Un’agenda culturale che unisce ingegneria, arte e comunità
“Evolutio” si inserisce nell’Agenda Cultura di Webuild, un percorso che vede la cultura come patrimonio collettivo e leva di coesione tra territori. Dalle opere idriche alle infrastrutture per la mobilità sostenibile, la narrazione coniuga estetica e funzione, cura dei paesaggi e necessità delle comunità. Il progetto, costruito in dialogo con le istituzioni cittadine e con la Sovrintendenza Capitolina, mette in relazione linguaggi artistici e sapere tecnico, affinando una grammatica espositiva che parla al grande pubblico senza rinunciare alla precisione dei contenuti.
Il Gruppo, oggi tra i principali player globali nelle infrastrutture complesse, opera con una comunità professionale di circa 95.000 persone in mercati strategici di cinque continenti, sostenendo filiere e competenze diffuse. I risultati consolidati al 30 giugno 2025 raccontano una crescita oltre le attese, con ricavi pari a 6,7 miliardi di euro nel primo semestre e un portafoglio ordini che dà visibilità ai ricavi futuri. Numeri che danno profondità al racconto, collegando la dimensione culturale alla concretezza industriale.
Informazioni utili per la visita
Il percorso espositivo è visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30, con ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Sede: Museo dell’Ara Pacis, spazio espositivo di Via di Ripetta 180. Il calendario prevede eventuali variazioni; l’accesso avviene secondo la tariffazione vigente. La cura del progetto è affidata a Leftloft. Queste indicazioni pratiche aiutano a programmare la visita, ma è l’esperienza in sala a trasformare la conoscenza in consapevolezza, grazie a un linguaggio diretto e inclusivo.
Chi attraversa “Evolutio” percepisce in modo concreto come le infrastrutture incidano sul ritmo delle città e sull’equilibrio dei territori. Non è solo un’esposizione: è un invito a ripensare le abitudini di mobilità, l’uso dell’energia e la gestione dell’acqua, mettendo al centro l’impatto umano. La narrazione per immagini e suoni, accessibile a un pubblico ampio oltre gli addetti ai lavori, restituisce il senso di una responsabilità condivisa, che riguarda istituzioni, imprese e cittadini.
Risposte lampo per orientarsi
Quando apre e dove si svolge la mostra? “Evolutio. Building the future for the last 120 years” è aperta dal 7 ottobre al 9 novembre 2025 al Museo dell’Ara Pacis a Roma, nello spazio espositivo di Via di Ripetta 180. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale con l’Assessorato alla Cultura e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ideata e organizzata da Webuild, con curatela Leftloft. Un progetto pensato per un pubblico trasversale, che unisce emozione e approfondimento.
Quali contenuti troverò lungo il percorso? Sei aree tematiche raccontano energia, acqua, metropolitane, edifici civili e culturali, autostrade e alta velocità, fino al “saper fare” di ieri e di oggi. La narrazione per decenni alterna “I Giorni: come si viveva” e “Il cammino dell’Italia: le Opere”, con video, installazioni e oltre cento immagini storiche e contemporanee che restituiscono voce a operai, tecnici e ingegneri.
Esiste un proseguimento digitale della mostra? Sì: dal 7 ottobre è online il Museo Digitale “Evolutio.Museum”, con oltre 400 schede, una selezione di più di 10mila immagini accessibili e materiali tratti dall’archivio storico Webuild che supera 1,5 milioni tra foto e video. Ci sono aree multimediali ed educational dedicate ai giovani, oltre a una sezione che racconta opere iconiche un tempo considerate “impossibili”.
Lo sguardo va oltre l’Italia? Assolutamente: il racconto tocca il Canale di Panama, i grandi ponti della Turchia, le dighe in Africa, le metropolitane di Parigi, Copenaghen, Doha e Riyadh, fino alle grandi arterie stradali americane. Nella prospettiva italiana, trova spazio anche il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, a testimonianza di un dibattito vivo sul futuro delle connessioni.
Una riflessione che rimane addosso
La forza di “Evolutio” non è solo nella qualità dei contenuti, ma nel modo in cui li mette in relazione con la nostra esperienza quotidiana. Acqua, energia, trasporto non sono concetti astratti: sono la trama invisibile che tiene insieme comunità e opportunità. In un tempo che chiede responsabilità concrete, questo viaggio tra opere e giorni restituisce il senso del costruire come atto collettivo, dove l’innovazione trova il suo baricentro nella vita delle persone.
Uscendo dalle sale, resta la consapevolezza che ogni tracciato, ogni galleria, ogni viadotto è una promessa di connessione e di futuro. Il nostro sguardo, allenato a incrociare storie e dati, riconosce nella cultura della progettazione e nella qualità dell’esecuzione una forma di responsabilità civile. È qui che la cronaca si fa racconto, e il racconto invita all’azione: comprendere, partecipare, pretendere infrastrutture capaci di generare valore per le generazioni che arrivano.
