Oggi, 6 ottobre 2025, prende forma il rientro di Greta Thunberg e di decine di attivisti della Global Sumud Flotilla: l’hub scelto dai governi è Atene, con un volo speciale in partenza da Eilat-Ramon per i cittadini greci e altri stranieri, secondo comunicazioni ufficiali del Ministero degli Esteri di Grecia.
Rimpatri e scali
La giornata ruota intorno al rientro degli ultimi 15 italiani ancora in Israele, che voleranno su Atene per poi proseguire verso l’Italia con assistenza consolare. Lo ha chiarito il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un messaggio pubblicato ieri, confermato dall’agenzia Adnkronos, nostra fonte primaria, e ribadito anche da testate italiane e internazionali. La scelta di Atene come scalo operativo è coerente con la regia organizzativa predisposta da Atene per i propri connazionali e per altri gruppi liberati dalla detenzione.
Il flusso dei rimpatri non riguarda solo l’Italia. Un primo gruppo di 21 cittadini spagnoli è atterrato ieri a Madrid, mentre per oggi sono attesi movimenti coordinati che includono, tra gli altri, 28 francesi, 27 greci, 9 svedesi e altri attivisti di diverse nazionalità, con scalo in Grecia. Le autorità spagnole hanno confermato il primo rientro, mentre in serata restavano ancora in custodia vari stranieri, inclusi 28 spagnoli, secondo quanto riportato da fonti di stampa internazionali. L’architettura dei trasferimenti, comunicata alla vigilia dai governi, mira a ridurre al minimo i tempi di attesa.
Tra corridoi consolari e tempi coordinati: come i governi stanno chiudendo il dossier
La macchina diplomatica si è mossa su binari paralleli. Il Ministero degli Esteri greco ha ispezionato i centri di detenzione, confermando le condizioni di salute dei 27 cittadini greci e disponendo un volo speciale oggi, 6 ottobre, dall’aeroporto di Eilat-Ramon. Questa scelta logistica, comunicata in modo trasparente, risponde all’esigenza di accelerare le procedure, coordinandosi con Israele e con le varie rappresentanze diplomatiche. La tempistica annunciata già ieri ha offerto un riferimento concreto alle famiglie in attesa.
Sul versante italiano, il rientro si è articolato in più tranche: un primo gruppo di 26 connazionali ha lasciato Israele tra sabato e domenica, con un itinerario che ha previsto l’imbarco per Istanbul e successivi arrivi su Fiumicino e Malpensa. Il ringraziamento di Tajani al personale diplomatico sottolinea il lavoro capillare svolto in queste ore, confermato dalle cronache di Adnkronos e da altri media italiani che hanno seguito i passaggi operativi minuto per minuto, compreso il raccordo con il volo odierno per i 15 ancora da rimpatriare.
Le ore in cella: accuse, smentite, e un racconto in conflitto
Il ritorno a casa si intreccia con testimonianze contrastanti sulla detenzione. Nove attivisti svizzeri, rientrati ieri, hanno descritto condizioni disumane: privazione del sonno, scarsità di acqua e cibo, percosse e reclusione in gabbie. A riferirlo è il gruppo che li rappresenta e la rete della Waves of Freedom, mentre Israele respinge le accuse e sostiene che i diritti legali siano stati rispettati. Il quadro, duro e divisivo, impone prudenza e verifica incrociata dei fatti.
Dai racconti degli attivisti emergono anche lamentele sull’accesso a legali e su trattamenti degradanti; dall’altra parte, le autorità israeliane negano recisamente qualsiasi abuso, ribadendo il rispetto delle norme nelle strutture detentive. In questo scontro di versioni, che coinvolge anche la situazione di Greta Thunberg, la ricostruzione cronistica deve restare ancorata ai riscontri documentati e alle posizioni ufficiali, senza derogare alla necessaria cautela quando le accuse non trovano conferme univoche.
Greta Thunberg nel vortice
Nelle prossime ore è previsto il trasferimento di Greta Thunberg verso Atene, in linea con il dispositivo che riguarda decine di attivisti di diversa nazionalità. Le fonti greche hanno predisposto un volo dedicato e diversi media internazionali indicano la presenza della giovane svedese tra i passeggeri, mentre si completano le formalità. Restano intanto attive le tutele consolari per gli altri connazionali coinvolti, che seguiranno corridoi simili per rientrare nei Paesi d’origine.
Sulle condizioni di detenzione, il Ministero degli Esteri israeliano ha definito “bugie sfacciate” le accuse di maltrattamenti, sostenendo che in carcere i diritti dei detenuti siano stati “pienamente rispettati” e che l’accesso a beni essenziali non sia mai mancato. La posizione ufficiale contraddice le denunce presentate da alcuni gruppi e attivisti, rendendo necessario distinguere tra affermazioni, smentite e riscontri oggettivi che le autorità internazionali potrebbero valutare.
Che cosa resta aperto sul fronte della flottiglia e del diritto del mare
La Global Sumud Flotilla era composta da oltre quaranta imbarcazioni con centinaia di attivisti diretti verso Gaza, con l’obiettivo dichiarato di consegnare aiuti umanitari e contestare il blocco navale. Le forze israeliane hanno intercettato i natanti in mare, avviando poi le procedure di rimpatrio. Mentre gli organizzatori contestano la legalità dell’intercettazione in acque internazionali, le autorità israeliane richiamano le misure di sicurezza vigenti. Il nodo giuridico, destinato a ulteriori valutazioni, accompagna il calendario dei rientri.
Nel frattempo, se da un lato si organizzano i voli per i gruppi già autorizzati a lasciare Israele, dall’altro rimangono in custodia diversi cittadini stranieri in attesa di definizione delle posizioni—tra cui una parte degli spagnoli non ancora rientrati. Le prossime ore serviranno a chiarire chi potrà imbarcarsi e con quali tempistiche, in un quadro che resta in rapido aggiornamento e che richiede informazioni puntuali e verificate, fornite dai governi interessati e dalle agenzie di stampa internazionali.
Domande rapide per orientarsi
Chi rientra oggi e con quali itinerari? Oggi, 6 ottobre, è previsto il rientro di decine di attivisti su Atene, con un volo speciale predisposto dal Ministero degli Esteri greco. Tra questi figurano gli ultimi 15 italiani, come annunciato da Antonio Tajani, e gruppi di diverse nazionalità che utilizzeranno la capitale greca come snodo per i successivi voli verso casa. La soluzione consente procedure rapide e assistenza consolare organizzata in loco, riducendo l’incertezza per famiglie e connazionali in attesa di notizie definitive.
Perché si parla di condizioni di detenzione “disumane”? Il termine è emerso dalle testimonianze di attivisti svizzeri rientrati ieri, che hanno descritto privazioni e abusi durante la custodia. Le autorità israeliane hanno però respinto con decisione tali affermazioni, sostenendo che i diritti siano stati garantiti. In assenza di verifiche indipendenti conclusive, il quadro rimane complesso: occorre attenersi alle posizioni ufficiali e alle ricostruzioni documentate, evitando sovrapposizioni tra denuncia, percezione soggettiva e riscontri oggettivi.
Qual è stato il ruolo dei governi di Italia e Grecia? L’Italia ha gestito il rientro in più fasi—con un primo gruppo partito tra sabato e domenica e gli ultimi 15 oggi—garantendo assistenza consolare e collegamenti successivi. La Grecia ha predisposto un volo speciale da Eilat-Ramon per i propri cittadini, fungendo anche da hub di transito per altri attivisti liberati. Entrambi gli esecutivi hanno mantenuto contatti costanti con Israele per velocizzare le procedure, come confermato da comunicati ufficiali e agenzie.
Greta Thunberg è tra i rimpatriati di oggi? Fonti governative e media internazionali indicano che Greta Thunberg è inserita nei piani di trasferimento verso Atene previsti per oggi, in linea con le operazioni che coinvolgono attivisti di più Paesi. In parallelo, Israele nega le accuse di maltrattamenti circolate nelle scorse ore. Finché le liste d’imbarco non saranno chiuse, è prudente attendere conferme finali, ma gli elementi raccolti finora convergono su un imminente rientro via Grecia.
Uno sguardo che non si rassegna alla semplificazione
Di fronte a un mosaico di testimonianze, posizioni ufficiali e decisioni operative, il dovere è mantenere la rotta dell’accuratezza. La nostra cronaca si fonda su fonti verificate—primariamente Adnkronos—incrociate con agenzie e comunicazioni istituzionali, perché ogni dettaglio conti: dalle parole di Tajani al volo predisposto dalla Grecia, fino alle denunce e alle smentite che attraversano queste ore concitate. È un equilibrio difficile, ma necessario, per restituire il fatto senza deformarlo.
In giorni come questi, l’informazione non può cedere alla fretta: bisogna ascoltare, verificare, riportare. Gli attivisti in rientro, le famiglie che attendono, le istituzioni che operano: tutto chiede rispetto dei tempi e delle parole. Continueremo a raccontare ciò che accade con sguardo attento e responsabilità, unendo vicinanza umana e rigore professionale, perché solo così la cronaca può diventare davvero servizio al lettore.
