Roma riaccende il passo e si prende una vittoria che pesa, ribaltando la Fiorentina al Franchi per 1-2 nella domenica del 5 ottobre. Dopo lo scivolone europeo con il Lille, i giallorossi firmano il successo con Matías Soulé e Bryan Cristante, rimontando l’acuto iniziale di Moise Kean. Un colpo che ridà classifica, ossigeno e consapevolezza al gruppo di Gian Piero Gasperini.
Rimonta e primo posto provvisorio
Nel cuore di Firenze, la Roma costruisce una risposta immediata alle ombre europee e, con il 2-1, tocca quota 15 punti, issandosi da sola in vetta nell’attesa delle sfide Napoli-Genoa e Juventus-Milan. Il copione, inizialmente ostile dopo il lampo di Kean al 14’, cambia volto grazie al talento di Soulé e alla leadership di Cristante, protagonisti di una rimonta che ha il sapore del carattere. È il segno di una squadra che non si lascia definire da un inciampo europeo, ma lo usa per stringersi e ripartire.
La lettura del momento non si ferma al punteggio. La Roma ritrova ritmo, coraggio nel palleggio e la capacità di ribaltare inerzie negative, mentre la Fiorentina, ancora a 3 punti, paga caro i dettagli e una dose di sfortuna nei momenti chiave. Il pomeriggio del Franchi diventa così una cartolina di questo avvio di stagione: giallorossi concreti, viola generosi ma fragili nel colpo finale. La differenza, quando le energie si equivalgono, la fanno lucidità e qualità nelle scelte dentro l’area.
Il copione tattico e le scelte dei tecnici
Per l’appuntamento di Firenze, Gasperini rimette mano all’undici con quattro cambi rispetto alla notte di coppa. Davanti, riecco Artem Dovbyk al posto di Ferguson, con Tommaso Baldanzi al debutto dal 1’ in stagione accanto a Soulé. Corsie confermate con Wesley a destra e Tsimikas a sinistra, mentre in mezzo torna Koné a fare coppia con Cristante. Dietro, Mancini riprende il centro della difesa a tre davanti a Svilar, segnale di una struttura che torna alle certezze per reggere l’urto iniziale viola.
Stefano Pioli risponde affidandosi alla continuità. La Fiorentina ricalca lo 0-0 di Pisa riproponendo lo stesso undici, con Gudmundsson e Kean a guidare l’attacco. Una scelta che punta su automatismi e intesa tra reparti, nella speranza di sbloccare finalmente l’inerzia di un avvio complicato. Quando il margine di errore è sottile, la fedeltà alle certezze può diventare forza, ma anche limite se la partita chiede cambi di pelle coraggiosi.
Tre lampi in mezz’ora che cambiano tutto
La gara si apre con un brivido per i giallorossi: al 14’, un’incertezza a centrocampo tra Mancini e Celik spalanca il corridoio alla corsa di Kean, imbeccato da Nicolussi Caviglia. L’attaccante punta Ndicka e spara un destro pieno che si infila all’incrocio per l’1-0. La reazione romanista è immediata e feroce: otto minuti più tardi, Soulé inventa dal limite un mancino che tocca l’angolo alto e vale l’1-1, senza scampo per De Gea. In quei pochi minuti, il match si accende e scopre il suo volto più emotivo.
L’inerzia si completa alla mezz’ora. Calcio d’angolo di Soulé, inserimento perfetto di Cristante e colpo di testa che sorpassa la linea viola per l’1-2. È la firma del capitano di giornata su un pomeriggio che chiede responsabilità ai leader, mentre i padroni di casa accusano il colpo e faticano a riorganizzarsi. La sensazione, da quel momento, è che la Roma sappia dove indirizzare le energie e come addormentare il ritmo quando serve.
La ripresa, i cambi e i legni che fanno rumore
Nel secondo tempo Pioli prova a cambiare le linee d’attacco, inserendo Piccoli per Gudmundsson. Dall’altra parte, Gasperini toglie la prima punta e si gioca la carta Dybala al centro, con Pellegrini per Baldanzi e poi Rensch per Tsimikas, cercando più gestione tra le linee. Il piano sembra pagare solo a metà: la Roma controlla meglio gli spazi ma perde brillantezza, mentre la Fiorentina alza la pressione e ritrova fiducia nella trequarti.
Gli episodi girano al limite. Al 69’ Piccoli sfiora il pari con un colpo di testa su punizione tesa di Nicolussi Caviglia, palla di poco a lato. Al 73’ lo stesso Piccoli inventa una traiettoria dal limite che bacia la traversa e torna in campo, lasciando il Franchi sospeso tra rimpianti e applausi. Nel finale, palloni alti nell’area giallorossa e gestione matura della Roma, che chiude le linee e mette in cassaforte tre punti di enorme peso specifico. Capire quando soffrire è una qualità che vale come un gol.
Classifica, contesto e cicatrice europea
Il 2-1 vale una vetta provvisoria e ribadisce un dato: cinque successi in sei giornate sono il biglietto da visita di una squadra che ha imparato ad assorbire i colpi e a rimettere la rotta in linea d’aria. Il calendario sorride a metà, perché il primato è in attesa degli incroci serali, ma il messaggio resta. Nelle pieghe del campionato, contano i passaggi chiave: Firenze, oggi, è uno di quelli che si ricordano a primavera.
Per la Fiorentina resta una sconfitta amara e un punteggio che non si muove da 3 punti, nonostante momenti di spinta e occasioni nitide. La fotografia è quella di una squadra che crea, ma non trova la porta nei frangenti decisivi, e che paga il minimo errore dietro. Nel retrovisore della Roma, invece, c’è la ferita del ko con il Lille in Europa League, con il clamoroso rigore fallito per tre volte nel finale: una pagina già archiviata, utile solo per capire quanto conti rimanere lucidi.
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Come da nostra prassi giornalistica, i fatti sono stati verificati incrociando più fonti: la nostra fonte primaria è l’agenzia Adnkronos, con cui collaboriamo stabilmente, a cui abbiamo affiancato riscontri da testate autorevoli nazionali e internazionali per la cronaca della partita e il contesto di classifica. Il nostro impegno è offrire un racconto accurato, chiaro e responsabile, nel rispetto dei lettori e della complessità del gioco.
Questo approccio ci consente di restituire un quadro fedele: la rimonta firmata Soulé–Cristante, la vetta provvisoria a 15 punti e le difficoltà viola. Allo stesso modo, ricordiamo il recente 0-1 con il Lille, episodio che fa storia a sé ma spiega il peso emotivo della risposta vista oggi. Nel calcio di ottobre si costruisce spesso la solidità di marzo: a Firenze, la Roma ha messo un mattone vero.
Domande al volo dal nostro desk
Chi ha deciso la partita e come si è sviluppata la rimonta? Hanno firmato tutto Matías Soulé e Bryan Cristante: pareggio del primo con un mancino dal limite e, poco dopo, sorpasso del secondo di testa su corner battuto dallo stesso Soulé. Il copione si era complicato con l’avvio sprint di Moise Kean, ma la Roma ha avuto la freddezza per riequilibrare subito la sfida e incanalarla dove voleva, gestendo poi con ordine nella ripresa.
Cosa cambia in classifica per Roma e Fiorentina? Il 2-1 porta la Roma a 15 punti e al primo posto provvisorio, in attesa delle partite serali che potrebbero ridisegnare la vetta. La Fiorentina, invece, incassa un altro k.o. e rimane ferma a 3 punti, situazione che impone una riflessione sulle opportunità non sfruttate e su una gestione dei momenti caldi che oggi è costata carissima alla squadra di Stefano Pioli.
Qual è stato il momento chiave del secondo tempo? I legni e le occasioni viola: al 69’ il colpo di testa di Piccoli sfiora il palo su una punizione di Nicolussi Caviglia, poi al 73’ lo stesso Piccoli colpisce la traversa con una traiettoria improvvisa. Sono episodi che raccontano una Fiorentina viva ma imprecisa, e una Roma capace di restare corta e compatta quando l’inerzia poteva girare, proteggendo un vantaggio preziosissimo.
Che segnale manda la Roma dopo il ko con il Lille? Un segnale di maturità: dopo la serata storta in Europa League con il rigore fallito per tre volte, il gruppo di Gasperini ha reagito con lucidità e cinismo in campionato. Vincere subito dopo una delusione europea significa saper separare i tornei e le emozioni, mettere al centro l’obiettivo e ritrovare fiducia in fretta, qualità indispensabili quando il calendario corre e i margini si assottigliano.
Uno sguardo finale, tra emozione e misura
Da Sbircia la Notizia Magazine restiamo convinti che le partite come questa siano lezioni di equilibrio: servono cuore e razionalità, la fame di chi vuole scalare la classifica e la disciplina di chi non si perde nei dettagli contrari. Il pomeriggio del Franchi racconta proprio questo: la Roma sceglie di crescere nel rumore, la Fiorentina capisce dove colmare il vuoto. E noi, come sempre, saremo lì a misurare fatti e sensazioni, con la nostra voce e le nostre verifiche.
