In queste ore, la vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Chiara Poggi torna sotto i riflettori: la difesa di Andrea Sempio ha cambiato rotta, nominando un nuovo consulente scientifico pronto a rimettere in discussione i punti chiave dell’inchiesta su quanto avvenne a Garlasco il 13 agosto 2007.
Un cambio di rotta nella squadra difensiva
La scelta di sostituire l’ex generale del Ris di Parma, Luciano Garofano, con l’ex poliziotto Armando Palmegiani segna un passaggio cruciale per la strategia difensiva di Andrea Sempio. Da fonti raccolte da Sbircia la Notizia Magazine e verificate insieme all’agenzia Adnkronos, emerge che il rapporto tra Garofano e i legali dell’indagato si era logorato per profonde divergenze sulla condotta del lavoro peritale. Palmegiani subentra con l’obiettivo dichiarato di rivalutare ogni singolo indizio che, a suo dire, non risulterebbe in grado di reggere il peso di un’accusa così grave. La sua nomina, dunque, non è un avvicendamento di facciata, bensì l’annuncio di un approccio metodologico differente, che punta a scardinare le conclusioni finora ritenute più robuste dall’accusa.
Stando a quanto appreso, la difesa confida nella comprovata esperienza del nuovo consulente per dimostrare l’assenza di prove solide contro il giovane indagato. A fare la differenza saranno soprattutto competenze tecniche maturate in trent’anni di servizio sul campo, che permetteranno di riesaminare tracce dattiloscopiche, pattern ematici e persino la ricostruzione dinamica della scena del delitto. L’intento dichiarato è chiaro: salvaguardare il principio di innocenza e mettere in discussione, con argomentazioni oggettive, la validità delle evidenze scientifiche raccolte in più di quindici anni di indagini.
Il profilo professionale di Armando Palmegiani
Andato in pensione a Roma a fine febbraio, Armando Palmegiani porta in dote tre decenni trascorsi nella Polizia Scientifica, dove ha affrontato dossier di enorme complessità: dall’attività sul presunto killer Giandavide De Pau alle delicate operazioni di riconoscimento delle vittime italiane dello tsunami, passando per la devastante esplosione di via dei Georgofili e il sopralluogo nel caso di femminicidio di Sara Di Pietrantonio. L’ampiezza di tali esperienze lo colloca, nel panorama investigativo nazionale, tra i professionisti più esperti nell’analisi di scene del crimine particolarmente complesse. In questo contesto, la decisione di assumere la consulenza per Sempio è letta come un ulteriore banco di prova, forse il più delicato, per confermare l’adeguatezza del metodo da lui affinato nel tempo.
“Gli elementi a carico di Andrea Sempio non mi hanno mai convinto”, ha dichiarato lo stesso Palmegiani all’Adnkronos, dandoci la misura di quanto le sue convinzioni siano già indirizzate verso un’ipotesi di insufficienza probatoria. La portata di questo incarico non si limita a un mero parere specialistico: si estende, infatti, a una nuova narrazione tecnico-investigativa destinata a scontrarsi con quanto finora sostenuto dall’accusa. Dattiloscopia, BPA (Blood Pattern Analysis) e una revisione globale della scena del crimine costituiranno le tre colonne portanti del suo intervento. Egli stesso ammette di sentire il peso di una sfida complessa, ma sottolinea di esservi preparato da una vita.
Le competenze messe in campo
Nel dettaglio, il nuovo consulente dovrà fronteggiare un incidente probatorio che abbraccia tanto la componente dattiloscopica quanto quella relativa agli schizzi ematici, ambiti in cui Palmegiani vanta una specializzazione certificata. La sua esperienza operativa sul campo gli ha insegnato che ogni dettaglio, anche il più trascurabile, può cambiare il volto di un’indagine. Per questo motivo, l’approccio annunciato prevede un riesame punto per punto delle schede di laboratorio, delle fotografie a infrarossi e delle trascrizioni delle ispezioni iniziali. Non è un semplice controllo formale, bensì una rilettura critica dell’intero impianto probatorio.
Va ricordato che la difesa sostiene, da tempo, come nessuna traccia biologica colleghi in maniera definitiva Andrea Sempio alla scena dell’omicidio di Chiara Poggi. Con l’arrivo di Palmegiani, questa linea argomentativa guadagna un’ulteriore spinta tecnico-scientifica. La squadra legale potrà impiegare nuovi protocolli di analisi, magari già testati in altre inchieste di grande peso mediatico. La differenza, sottolinea Sbircia la Notizia Magazine, non risiede soltanto nel livello di sofisticazione tecnologica, ma nel modo di connettere i dati forensi a una narrazione processuale più coerente con il principio del ragionevole dubbio, appena rinfocolato dalle parole del nuovo perito.
Le perplessità sulle prove
Fra i primi punti che Palmegiani intende esaminare spiccano la congruità del repertamento delle impronte e l’adeguatezza delle comparazioni genetiche, due aspetti su cui lo stesso ex generale Garofano aveva manifestato punti di vista non perfettamente coincidenti con la difesa. Il nuovo consulente, però, va oltre: si interroga sulla tenuta logica dell’intero impianto accusatorio, laddove alcune conclusioni, a suo dire, sarebbero state tratte in assenza di riscontri incrociati sufficienti. Il suo esordio al fianco dei legali ha già prodotto una prima revisione delle perizie depositate, con l’obiettivo dichiarato di far emergere eventuali zone d’ombra sinora trascurate.
Sul tavolo c’è anche un altro elemento centrale: il tempo trascorso dai fatti di Garlasco. Quindici anni non sono pochi e, secondo Palmegiani, le tecniche investigative dell’epoca potrebbero non essere più all’altezza degli standard richiesti oggi in aula. Da qui l’esigenza di riesaminare significato, portata e interpretabile affidabilità di tracce biologiche deteriorate o campioni conservati a distanza di tanti anni. In questo senso, il nuovo consulente non nasconde l’ambizione di riaffermare criteri di valutazione più aggiornati, capaci di restituire alla giustizia un quadro più nitido e meno suscettibile di distorsioni.
Divergenze e passaggio di testimone
Il congedo di Luciano Garofano è stato accolto con rispetto dalla difesa, ma anche con la consapevolezza che un cambio di rotta fosse indispensabile. Da informazioni riscontrate con Adnkronos, si apprende che le divergenze vertessero su metodologie da impiegare e scelte strategiche in aula. L’avvicendamento, a ogni modo, è avvenuto senza strascichi polemici: Palmegiani ha infatti sottolineato pubblicamente di nutrire “stima profonda per Garofano”, riconoscendo il peso specifico del lavoro fin qui svolto. Per le parti coinvolte è un passaggio di consegne tanto delicato quanto necessario, perché rimette in discussione analisi ed esiti considerati sinora inattaccabili.
Da parte sua, l’accusa resta ferma sulle risultanze accumulate negli anni, convinta che il quadro indiziario mantenga solidità. Tuttavia, l’arrivo di un professionista con il curriculum di Palmegiani obbliga il dibattimento a una nuova fase dialettica, che potrebbe incidere sulla percezione dell’opinione pubblica. Sbircia la Notizia Magazine seguirà da vicino ogni sviluppo, mantenendo il proprio impegno a offrire un resoconto aggiornato, equilibrato e basato su fonti verificate insieme all’agenzia Adnkronos. L’auspicio è che la ricerca della verità resti al centro del processo, al di là degli interessi di parte.
Domande in breve
Perché Luciano Garofano ha lasciato l’incarico?
Secondo fonti legali, le sue opinioni metodologiche non coincidevano più con la strategia della difesa, rendendo inevitabile il passaggio di testimone.
Quali ambiti tecnici sono prioritari per Palmegiani?
Il nuovo consulente focalizzerà l’attenzione su dattiloscopia, Blood Pattern Analysis e revisione integrale della scena del crimine.
Ci sono elementi probatori ritenuti particolarmente deboli?
La difesa insiste sull’assenza di una prova biologica decisiva che colleghi Sempio al delitto di Garlasco.
Che ruolo ha Adnkronos nel lavoro di verifica delle notizie?
Ogni informazione riportata da Sbircia la Notizia Magazine è stata controllata in collaborazione con l’agenzia Adnkronos, assicurando la massima attendibilità.
Uno sguardo oltre la cronaca
Sbircia la Notizia Magazine continuerà a raccontare questa vicenda con la stessa attenzione al dettaglio che ha guidato la nostra redazione fin dall’inizio. Il caso di Garlasco ci ricorda quanto la ricerca della verità dipenda non solo dai tribunali, ma anche da un’informazione che sappia restare lucida, approfondita e rispettosa di tutte le parti in causa. In un tempo in cui la velocità della notizia rischia di travolgere la complessità, la nostra scelta è di fermarci, capire e raccontare, perché solo così – insieme ai lettori – possiamo avvicinarci a una comprensione autentica dei fatti.
