Una locomotiva a idrogeno pensata per i terminal merci segna il passo di un cambiamento che promette di riscrivere il trasporto ferroviario. Alla kermesse milanese Expo Ferroviaria, Sitav ha svelato Fenhyce, prototipo spinto da celle a combustibile che vuole coniugare sostenibilità, efficienza e facilità di rifornimento.
Un nuovo orizzonte per la trazione merci
Il palcoscenico di Expo Ferroviaria ha offerto a Antonio Ghiglia, presidente Sitav, l’occasione di descrivere in modo articolato Fenhyce, acronimo di Fuel cell energy hydrogen converted engine. La sua spiegazione non si è limitata al dato tecnico: ha individuato nella crescente domanda di treni cargo più puliti un segnale inequivocabile che arriva da porti, scali intermodali e magazzini retro-portuali. L’industria logistica, secondo la sua analisi, non chiede solo minor inquinamento, ma anche macchine capaci di ridurre i costi e di integrarsi in reti già esistenti.
Da qui la scelta di inaugurare il percorso industriale proprio con una locomotiva da manovra orientata all’ultimo miglio, segmento spesso dimenticato nelle strategie di decarbonizzazione. Sitav, impresa storicamente legata alla manutenzione ferroviaria, compie così un balzo strategico verso la produzione di veicoli completi. Fenhyce rappresenta il nodo di partenza di una possibile famiglia di modelli: a idrogeno in primo luogo, ma con la predisposizione a ospitare power-train più tradizionali qualora il mercato lo richieda. Una flessibilità progettuale che punta a contenere tempi e costi di omologazione.
Dalla visione al prototipo: come nasce Fenhyce
La genesi del progetto ha visto convergere competenze trasversali: ingegneria ferroviaria, chimica dell’idrogeno e design industriale. Ghiglia ha sottolineato che la locomotiva sperimentale monta un pacco di celle a combustibile alimentate da serbatoi a bassa pressione da 30 bar, soluzione rara nel panorama ferroviario internazionale. Questo limite di pressione è stato giudicato il miglior compromesso tra autonomia e protezione, riducendo drasticamente le barriere d’ingresso per gli operatori che non dispongono di stazioni di rifornimento ad alta compressione.
Il prototipo, attualmente in fase di test dinamici, funge anche da banco prova per la catena di trazione elettrica, progettata per garantire un rendimento superiore a quello di diesel e ibridi convenzionali. Non si tratta di un semplice dimostratore: i tecnici Sitav stanno già raccogliendo i dati necessari all’ottenimento delle certificazioni europee, passo preliminare alla produzione in serie. La collaborazione con l’agenzia stampa Adnkronos, che ha supportato la verifica puntuale delle informazioni tecniche, garantisce ulteriore solidità al percorso comunicativo e industriale.
Sicurezza e semplicità di rifornimento
Una delle carte vincenti di Fenhyce riguarda la gestione del carburante. Operare a 30 bar significa poter immagazzinare l’idrogeno in bombole leggere, sicure e meno costose rispetto a quelle utilizzate nei sistemi da 350 o 700 bar tipici dell’automotive. Per gli scali, ciò si traduce in infrastrutture di rifornimento molto più snelle: non sono necessari compressori di grande potenza né lunghi fermi macchina, fattori che, nella logistica, si trasformano rapidamente in risparmi economici tangibili.
In un ciclo operativo standard, la locomotiva può essere rabboccata con idrogeno prodotto on site da elettrolisi alimentata da fonti rinnovabili oppure consegnato in bombole modulari. La procedura richiede tempi sovrapponibili a quelli di un normale rifornimento diesel, ma senza emissioni e con rischi minimizzati grazie a protocolli di sicurezza più snelli. Ghiglia ha rimarcato che la facilità di rifornimento è un prerequisito per convincere gli operatori a sostituire la flotta esistente: l’innovazione, se vuole essere adottata, deve presentarsi come un vantaggio pratico prima ancora che ambientale.
Impatto ambientale e requisiti del mercato logistico
Con emissioni pari a zero allo scarico, Fenhyce risponde alle normative europee che puntano a ridurre drasticamente la CO2 dei trasporti entro il 2030. Ma l’effetto reale si misura nei nodi di scambio dove le locomotive diesel, ancora onnipresenti, generano rumore e particolato. La soluzione proposta da Sitav abbassa la soglia di inquinanti in aree spesso a ridosso di centri abitati, contribuendo al benessere di lavoratori e residenti, un vantaggio che va oltre la mera contabilità ambientale.
Porti, interporti e scali secondari dispongono di binari corti, curve strette e un’intensa sequenza di avviamenti e arresti: condizioni ideali per mettere alla prova l’efficienza della trazione elettrica alimentata a idrogeno. Qui la locomotiva può dimostrare un consumo inferiore rispetto ai motori diesel, riducendo i costi operativi su distanze limitate ma con cicli di lavoro continui. L’interesse manifestato da diversi gestori infrastrutturali rafforza la convinzione che la finestra di mercato esista già, e che il passaggio dal prototipo alla serie industriale possa essere relativamente rapido.
Uno scatto avanti che non lascia indietro nessuno
La cronaca di oggi, vagliata con la consueta attenzione da Sbircia la Notizia Magazine insieme a Adnkronos, ci consegna l’immagine di un settore in transizione che non chiude la porta alle tecnologie esistenti, ma le mette in competizione su un terreno nuovo: la sostenibilità economica prima ancora che ambientale. Fenhyce è un tassello di un puzzle più ampio, in cui innovazione, sicurezza e praticità convergono. E se sarà il mercato a decretarne il successo, il prototipo di Sitav dimostra che il futuro può essere costruito con scelte concrete, non con slogan.
La vicenda della locomotiva a idrogeno dimostra, inoltre, l’importanza della doppia verifica delle informazioni: da un lato il dato industriale fornito da Sitav, dall’altro il riscontro indipendente garantito dal nostro partner Adnkronos. L’equilibrio tra entusiasmo e rigore tecnico è la bussola che guida la nostra redazione. E sarà la stessa bussola a orientare le prossime tappe di questo percorso, dal test su binari reali fino alla possibile adozione nei corridoi europei dedicati alle merci.
Risposte lampo
Che cos’è Fenhyce?
Un prototipo di locomotiva merci a celle a combustibile ideato da Sitav per ridurre emissioni e costi operativi nelle manovre di ultimo miglio.
Perché utilizzare idrogeno a 30 bar?
La bassa pressione rende il rifornimento più sicuro, economico e rapido, eliminando la necessità di infrastrutture di compressione complesse.
Qual è il principale beneficio per i porti?
Riduzione immediata di rumore, CO2 e particolato, con un taglio dei consumi che rende la catena logistica più competitiva.
Quando potrebbe arrivare la produzione in serie?
Dopo la fase di certificazione europea già avviata, Sitav prevede un passaggio alla costruzione di una serie industriale se la domanda di mercato confermerà le aspettative.
