Sbircia la Notizia Magazine osserva l’ultima, veemente sortita online di Dmitry Medvedev: sull’asse Telegram–X l’ex presidente russo ribadisce che Mosca non vuole lo scontro con l’Europa e, al tempo stesso, irride Donald Trump. Un racconto fra geopolitica e provocazione, corroborato dalle verifiche condotte insieme all’agenzia Adnkronos.
Un messaggio che attraversa i social
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo non ha più bisogno di conferenze stampa né di interviste formali: bastano i suoi profili social, dove alterna riflessioni geo-strategiche a sarcasmo pungente. Stavolta ha scelto Telegram per lanciare un lungo monologo sull’“assurdità” di un eventuale conflitto con l’Europa e, subito dopo, ha traslocato su X per sistemare qualche stoccata al mondo anglosassone. Il flusso di messaggi, rilevato e verificato da Sbircia la Notizia Magazine in collaborazione con Adnkronos, mostra come Medvedev curi con attenzione la propria immagine digitale, utilizzandola quale cassa di risonanza per la narrazione del Cremlino.
Se osserviamo la successione di post, emerge un copione chiaro: prima un’analisi sull’“inutilità” di una guerra euro-russa, poi la descrizione di un’Europa priva di identità e, infine, l’affondo contro gli Stati Uniti personificati da Donald Trump. Il linguaggio è volutamente tagliente, costruito per far discutere più che per aprire un reale dialogo diplomatico. D’altronde Medvedev, ex presidente tornato nei corridoi del potere ombra, sa quanto conti mantenere viva l’attenzione internazionale, anche a costo di spingere sull’iperbole e sullo scherno.
Le ragioni di un conflitto che non serve a Mosca
Medvedev spiega che la Russia, “in linea di principio”, non trae alcun vantaggio da una guerra con il Vecchio Continente. L’economia europea, a suo dire, sarebbe “debole e dipendente da Washington”, mentre la cultura del continente verrebbe dipinta in lenta dissoluzione sotto il peso di migrazioni viste come “aggressive”. Ecco perché lo scontro armato non converrebbe: non ci sarebbero territori da conquistare né ricchezze da sottrarre, ma solo rischi e costi spropositati.
Alle parole su ciò che Mosca non vuole seguono quelle su ciò che desidera: “il compito principale”, scrive, è concentrarsi sullo sviluppo interno, ampliando e consolidando i territori “rientrati” sotto il controllo russo. Secondo la sua narrativa, la priorità è investire risorse in infrastrutture e coesione, non in cannoni e trincee. La linea, sebbene condita da retorica, risuona con la strategia di autodifesa annunciata più volte dal Cremlino.
L’Europa secondo Medvedev: debolezza e divisioni
Sul versante opposto Medvedev tratteggia un’Europa allo sbando, incapace di trovare unità di visione. I Paesi membri, spiega, inseguono interessi individuali mentre cercano di galleggiare in un “caos economico moderno” che li costringerebbe a dipendere dal sostegno statunitense. Tale quadro, nella sua ottica, renderebbe impossibile anche solo concepire un’offensiva contro la Russia: chi non riesce a far quadrare i conti interni non può permettersi un fronte bellico.
Il giudizio più tranchant è però riservato ai leader: “degenerati insignificanti”, che difetterebbero di responsabilità e visione strategica. Non solo. L’ex presidente descrive la popolazione europea come “inerte e viziata”, poco incline a combattere non tanto per alti ideali, quanto persino per “la propria terra”. Frasi che puntano a screditare le cancellerie occidentali, presentando la Russia come unico polo di “passionalità” e capacità decisionale.
Il pungolo contro l’America: l’ex presidente e Trump
Dopo l’Europa, il mirino si sposta su Washington. Medvedev passa a X e prende di petto Donald Trump, reo di aver ricordato i sottomarini nucleari “appostati” vicino alle coste russe. Il leader repubblicano, in campagna elettorale permanente, aveva definito Medvedev una “persona stupida”; la replica russa è arrivata con un proverbio: “È difficile trovare un gatto nero in una stanza buia, soprattutto se non c’è”. L’alternanza fra ironia e veleno crea un duello verbale destinato a infiammare gli algoritmi social.
Per il Cremlino, l’ex inquilino della Casa Bianca rappresenta ancora un simbolo dell’“imprevedibilità” americana. Medvedev, ricordando le parole di Trump sui fantomatici sottomarini, bolla l’uscita come “nuovo episodio di una serie thriller”. L’obiettivo non è solo controbattere: è mantenere alta la tensione mediatica, alimentando la percezione di una Washington aggressiva e di una Mosca che risponde con fredda ironia. Anche in questo passaggio, la verifica delle dichiarazioni a cura di Sbircia la Notizia Magazine e Adnkronos conferma l’uso sistematico di figure retoriche per posizionarsi sul ring comunicativo.
Una querelle a colpi di sottomarini
La polemica sui vessilli navali non nasce oggi. Già in agosto Trump aveva raccontato di aver fatto avvicinare due sottomarini nucleari alle aree “appropriate” per scoraggiare minacce provenienti da Mosca. Allora l’ex presidente americano aveva definito Medvedev “un presidente fallito che si crede ancora al comando”. Oggi, quelle vecchie dichiarazioni riemergono nella dialettica social, fornendo nuovo carburante alle invettive incrociate.
Medvedev sfrutta la storia dei sommergibili come esempio di “propaganda plateale”: sostiene che la Russia saprebbe comunque individuare e neutralizzare qualsiasi asset ostile nelle proprie acque, ridicolizzando l’idea di battelli “ben nascosti”. Il confronto avviene a colpi di tweet, fra un video nostalgico e un meme sarcastico, mentre gli strateghi reali – negli stati maggiori – restano silenziosi. Sotto la superficie, però, la sfida di deterrenza continua, e il pubblico digitale assiste a un duello che mischia guerra di nervi e storytelling.
Il rischio sempre latente dell’escalation
Al di là delle parole, Medvedev riconosce che un incidente fatale può sempre verificarsi. Parla di “iperattività di idioti sconsiderati”, espressione che include tanto i comandanti sul campo quanto i decisori politici più impulsivi. In caso di errore, aggiunge, la spirale potrebbe sfociare nell’uso di armi di distruzione di massa, uno scenario che nessuno – nemmeno il Cremlino – può permettersi di ignorare. Da qui l’invito alla vigilanza costante.
Le sue conclusioni – pur intrise di toni trionfalistici – contengono un messaggio di prudenza quasi paradossale: mentre definisce l’Europa incapace di muovere guerra, ricorda che la soglia nucleare resta una minaccia concreta. Le affermazioni, vagliate da Adnkronos, offrono l’immagine di un dirigente che alterna muscoli comunicativi a sprazzi di realismo, consapevole che le parole, quando superano un certo limite, rischiano di diventare detonatori.
Uno sguardo oltre le invettive
Per noi di Sbircia la Notizia Magazine, le esternazioni di Medvedev sono un termometro utile a misurare i sentimenti – e i risentimenti – dell’élite russa. Mentre l’ex presidente nega la convenienza di un conflitto, non rinuncia a dipingere l’Europa come un mosaico fragile e l’America come un antagonista clownesco. In filigrana, appare la volontà di consolidare l’immagine di una Mosca pragmatica, dedita allo sviluppo interno e determinata a respingere provocazioni esterne.
La lezione? Nel gioco mediatico contemporaneo la linea fra propaganda e diplomazia è sempre più sottile. Chi controlla la narrativa punta a orientare opinioni pubbliche e sale operative. Ecco perché continuiamo a verificare ogni dichiarazione, incrociando fonti aperte e documenti riservati con il supporto costante di Adnkronos. Solo così il racconto resta ancorato ai fatti, evitando derive sensazionalistiche e salvaguardando il diritto dei lettori a un’informazione solida e affidabile.
Domande lampo
Medvedev ha minacciato l’Europa di un attacco? No, ha sostenuto che la Russia non trarrebbe alcun beneficio da una guerra europea e che pertanto non intende avviarla.
Che ruolo hanno avuto Telegram e X nella diffusione dei messaggi? Entrambe le piattaforme sono state usate da Medvedev come megafoni, con post a raffica che combinano analisi geopolitica e sarcasmo.
Trump ha realmente inviato sottomarini vicino alle coste russe? Il fatto non è documentato da prove indipendenti; la dichiarazione rientra nella retorica politica dello stesso Trump, come indicato dalle verifiche Adnkronos.
L’utilizzo di armi di distruzione di massa è considerato plausibile? Medvedev definisce reale il rischio di escalation nucleare in caso di incidenti, sebbene ribadisca che la Russia preferisca evitarne le condizioni.
