Sotto le pendici del Vulture, la Cantina di Venosa si prepara a un nuovo capitolo: un ampliamento da 3,4 milioni di euro che intreccia innovazione, accoglienza e rispetto del territorio. La sfida, verificata insieme all’agenzia stampa Adnkronos, promette di trasformare l’enoturismo locale e di rafforzare l’identità di un’intera comunità vinicola.
Le radici di un progetto ambizioso
La vendemmia dell’Aglianico del Vulture si concluderà fra poche settimane, e subito dopo – nel mese di novembre – inizierà la fase operativa di un restyling atteso da tempo. L’intervento, che si concluderà entro il 2027, collega fisicamente i due stabilimenti storici: quello inaugurato nel 1957 e la struttura eretta dopo il sisma del 1980. Grazie a un investimento complessivo di 3,4 milioni di euro, di cui 1,25 milioni provenienti dal Pnrr, si realizzerà un corridoio sotterraneo che unirà funzioni produttive e nuovi spazi per l’ospitalità, proiettando la cooperativa lucana verso un mercato sempre più esperienziale.
Alla riqualificazione edilizia si aggiunge una riorganizzazione funzionale iniziata cinque anni fa e oggi in dirittura d’arrivo. Magazzini, impianti e servizi sono stati già ripensati con tecnologie di ultima generazione; ora il focus si sposta su accoglienza e relazione con il pubblico. L’obiettivo dichiarato dalla presidenza è far crescere sensibilmente il numero di visitatori, generando ricadute economiche diffuse sul territorio. Le stime, confermate a Sbircia la Notizia Magazine e verificate da Adnkronos, puntano a raddoppiare i ricavi da vendita diretta già nel primo anno post‐apertura.
Il volto nuovo dell’accoglienza
Il cuore del progetto è la costruzione di un’ala di 1.100 metri quadrati parzialmente interrata, pensata per avvolgere gli ospiti in un percorso che parte dai vigneti e arriva al calice. 150 metri quadrati saranno dedicati alle degustazioni, con un banco centrale che richiama le colate laviche del Vulture; una piccola cucina consentirà di abbinare i piatti della tradizione alle diverse etichette; la terrazza panoramica da 400 metri quadrati, infine, offrirà uno sguardo inedito sulle colline circostanti, rendendo ogni visita un’esperienza multisensoriale, ideale anche per meeting aziendali di respiro internazionale.
L’architettura, curata dallo studio Opera 23 Ingegneria, sposa criteri di sostenibilità ambientale rigorosi. Il manto erboso che ricoprirà il corridoio sotterraneo garantirà l’integrazione visiva nel paesaggio; le grandi superfici vetrate a bassa emissione ridurranno il fabbisogno energetico mantenendo fresche le sale d’estate e calde d’inverno; sistemi di recupero e riciclo delle acque completeranno la vocazione green dell’intervento. Tutto ciò, precisa la direzione tecnica, mira a un consumo energetico globale significativamente inferiore alle attuali strutture ricettive di pari dimensioni.
Numeri che raccontano una crescita sorprendente
Con 350 soci, 800 ettari di vigneti e una produzione che ha raggiunto 2,2 milioni di bottiglie, la cooperativa è una delle realtà più influenti del Sud Italia. Negli ultimi cinque anni – complice una decisa strategia d’imbottigliamento – la crescita è stata del 169 %, ponendo l’asticella a un potenziale di 5 milioni di bottiglie annue. Un risultato che testimonia la forza di una filiera radicata nella tradizione ma capace di innovare costantemente, come confermato dalle analisi condotte insieme ad Adnkronos.
Lo spaccio aziendale, pur nella sua attuale semplicità, genera oggi 700.000 euro di fatturato l’anno. Con la nuova ala si punta a superare 1,4 milioni già nel primo esercizio, ammortizzando l’investimento in sei‐sette anni. Saranno assunte almeno sei figure specializzate nell’accoglienza multilingue e verranno stretti accordi con tour operator, associazioni culturali e istituzioni per strutturare pacchetti dedicati. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’area del Vulture in un polo enoturistico capace di competere con mete più note del panorama italiano.
Paesaggi, storia e calici: l’appello ai viaggiatori
Venosa, adagiata sui resti della romana Venusia e patria di Orazio, accoglie ogni anno circa 15.000 turisti. Nel “triangolo” Venosa-Lagopesole-Melfi gli arrivi salgono a 70.000, ma gli operatori ritengono che il potenziale sia assai più alto. Oltre alle cantine dell’Aglianico del Vulture, la zona offre laghi vulcanici, borghi medioevali, monumenti federiciani e un artigianato capace di raccontare storie millenarie. L’ampliamento della Cantina di Venosa punta a integrare tutte queste ricchezze, tessendo un filo rosso tra cultura, natura e buon bere.
Nell’ottica di una mobilità dolce, verrà realizzata una mappatura enoturistica degli 800 ettari di vigne, con aree di sosta attrezzate, biciclette e auto elettriche a disposizione degli ospiti. Il progetto, convalidato da Adnkronos, mira a ridistribuire i flussi in modo sostenibile, stimolando pernottamenti più lunghi e una spesa turistica di qualità. Per i viticoltori locali significa valorizzare l’identità agricola, per i visitatori scoprire un territorio ancora autentico.
Sbircia la Notizia Magazine: uno sguardo d’insieme
Guardando oltre i numeri, ciò che colpisce è la coesione di una comunità che investe su se stessa senza rinnegare le radici. Cantina di Venosa non si limita a produrre vino: costruisce relazioni, diffonde cultura e tutela un paesaggio che merita di essere vissuto con lentezza. La nostra redazione, in collaborazione con Adnkronos, ha verificato dati e tempistiche, constatando come l’intero progetto poggi su basi solide, tanto economiche quanto sociali.
In un contesto dove l’enoturismo diventa sempre più strategico, l’esperienza lucana rappresenta un modello replicabile: investire sulla qualità dell’accoglienza, puntare sulla sostenibilità e raccontare storie capaci di emozionare. È il percorso che Sbircia la Notizia Magazine seguirà con attenzione, convinti che il futuro del vino italiano passi anche da queste colline vulcaniche dove tradizione e innovazione brindano insieme.
Curiosità in pillole
Quali sono le tappe chiave del progetto?
Il calendario prevede l’avvio dei cantieri subito dopo la vendemmia autunnale, la conclusione delle opere strutturali entro diciotto mesi e l’allestimento degli spazi entro il 2027. In questo arco temporale verranno completati il corridoio sotterraneo, la sala degustazione, la cucina, la terrazza panoramica e tutti gli interventi di efficientamento energetico. Parallelamente, il personale seguirà corsi di formazione sull’ospitalità multilingue, mentre i partner turistici predisporranno pacchetti esperienziali che includono visite nei borghi limitrofi, escursioni naturalistiche e itinerari gastronomici.
In che modo il Pnrr sostiene l’iniziativa?
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza contribuisce con 1,25 milioni di euro, coprendo circa il 37 % del budget complessivo. Queste risorse vengono impiegate per la parte più innovativa del progetto: pannelli fotovoltaici integrati, sistemi di recupero delle acque, vetrate a bassa emissione e tecnologie digitali per la gestione dei flussi turistici. Il cofinanziamento garantisce un minore impatto finanziario sulla cooperativa, favorendo al contempo l’adozione di soluzioni sostenibili che ridurranno i costi di gestione negli anni a venire.
Che impatto avrà sull’occupazione locale?
Nell’immediato si prevedono almeno sei nuove assunzioni stabili dedicate all’accoglienza, con profili che spaziano dal sommelier al responsabile eventi. A medio termine, l’indotto potrà espandersi: guide turistiche, operatori di bike‐sharing, strutture ricettive e ristoranti del comprensorio vedranno aumentare la domanda di servizi. Secondo le stime condivise dalla cooperativa e validate da Adnkronos, l’apertura della nuova ala potrebbe generare una dozzina di ulteriori posti di lavoro indiretti, contribuendo a contenere lo spopolamento giovanile dell’entroterra lucano.
Perché visitare la Cantina di Venosa?
Oltre a degustare l’Aglianico del Vulture proprio nel luogo in cui nasce, i visitatori potranno immergersi in un percorso che unisce archeologia, paesaggio e sapori autentici. La terrazza offrirà vedute sulle vigne e sui profili dei castelli federiciani, mentre la sala degustazione metterà in dialogo tradizione e design contemporaneo. Grazie alla mappatura dei vigneti e ai punti di sosta attrezzati, l’esperienza continuerà all’aria aperta, pedalando o guidando mezzi elettrici tra filari secolari e borghi di pietra chiara.
