La competitività di domani nasce oggi dall’inventiva dei giovani lombardi, decisi a trasformare intuizioni in valore economico e sociale. Nel cuore di questo progetto si colloca la nuova strategia regionale, un piano che punta sull’autoimprenditorialità per dare respiro al futuro produttivo della Lombardia e consolidarne la leadership.
Una generazione che chiede spazio
I ragazzi tra i 16 e i 30 anni che vivono in Lombardia si raccontano con toni sfaccettati: da un lato si sentono soddisfatti, autonomi e aperti, dall’altro avvertono la pressione di un mercato del lavoro che cambia in fretta e di un futuro che non concede distrazioni. L’indagine commissionata da Regione Lombardia e curata dall’Istituto Piepoli – interpellando un campione statisticamente rappresentativo di mille giovani – restituisce il ritratto di una generazione consapevole delle opportunità che il territorio offre, ma anche cosciente degli ostacoli che si frappongono tra un’idea brillante e la sua concreta realizzazione. La voglia di mettersi alla prova è reale, ma serve uno scenario che renda queste scelte meno rischiose e più naturali.
Dietro l’ottimismo si annidano insicurezze, soprattutto sul fronte occupazionale: il 63% teme di non trovare un posto di lavoro adeguato o stabile, mentre oltre la metà del campione dichiara comunque di possedere un progetto personale chiaro. In questa apparente contraddizione si nasconde la richiesta di un contesto più attento, capace di ascoltare le aspirazioni e di offrire strade alternative. L’indipendenza economica, punto fermo per un giovane su cinque, passa spesso attraverso la scelta di aprire partita IVA o di fondare una startup. Non è una fuga dalle regole, ma il tentativo di scrivere nuove regole del gioco dentro un ecosistema che promette, ma non sempre mantiene, percorsi lineari e poco burocratici.
Numeri che spiegano il potenziale
Il peso delle statistiche è inequivocabile: il 20% degli intervistati intende diventare imprenditore e un ulteriore 30% è convinto che la Lombardia offra più chance rispetto ad altri territori nazionali. La percezione positiva non si limita al presente; abbraccia anche un futuro in cui l’impresa è vista quale veicolo di crescita personale, professionale e finanziaria. Tuttavia, le barriere di ingresso non mancano. Il nodo principale resta la fiscalità, seguita da procedure amministrative ritenute lente e complesse persino dagli aspiranti imprenditori più determinati. In questo scenario, la prudenza non cancella il desiderio di innovare, ma ne rallenta la realizzazione.
Dalle risposte raccolte emerge un’altra informazione di peso: il 79% dei giovani già inseriti nel mondo del lavoro si dichiara soddisfatto, ma lamenta retribuzioni giudicate non adeguate all’impegno profuso e, spesso, una scarsa corrispondenza fra mansioni svolte e percorso di studi. Ciò alimenta la spinta verso l’autoimpiego come possibilità di controllare direttamente il proprio destino professionale. Quando la carriera dipende da scelte altrui, la tentazione di diventare artefici del proprio cammino si fa più forte, e la Lombardia, nella percezione comune, rimane il luogo ideale per tentare il salto.
Strumenti già in campo
Nel corso degli ultimi anni l’assessorato guidato da Guido Guidesi ha tessuto una rete di agevolazioni economiche e tecniche che puntano a trasformare i buoni propositi in imprese registrate. Il bando “Nuova Impresa”, fiore all’occhiello delle politiche regionali, ha sostenuto quasi quattromila progetti imprenditoriali grazie a fondi pari a 27 milioni di euro, in grado di mobilitare capitali privati per circa 65 milioni. A esso si aggiungono schemi di microcredito per 24 milioni e due linee di venture capital – “Lombardia Venture” da 40 milioni e “Lombardia Venture STEP” da 70 – pensate per accompagnare la crescita delle startup più promettenti. La logica è semplice: se i giovani rischiano investendo tempo e idee, le istituzioni devono fare la loro parte investendo risorse e visione.
Il territorio può inoltre contare su iniziative competitive e di accelerazione che hanno saputo conquistare rilievo internazionale. Tra queste, la StartCup Lombardia – nata nel 2016 – ha già portato in vita 44 nuove realtà aziendali. Programmi come “SkyDeck Europe Milano”, che ha diretto 1,5 milioni di euro verso 45 startup, ed “ESA BIC Milano”, dedicato alla space economy, contribuiscono a creare un ambiente vivace e attrattivo. Ciò che rende davvero efficace questo portafoglio di misure è la capacità di collegare formazione, capitali e network in un unico percorso coerente.
Le novità appena lanciate
Consapevole di quanto la burocrazia possa scoraggiare anche le menti più brillanti, Regione Lombardia introduce ora un servizio di accompagnamento che vuole guidare i futuri imprenditori dall’idea alla registrazione della società. Non si tratta di un finanziamento, ma di un vero e proprio tutoraggio che abbatterà le barriere informative, semplificando la scoperta degli strumenti esistenti. Capire dove reperire il capitale, come preparare un business plan e quali normative rispettare smette di essere un labirinto e diventa un percorso guidato.
In parallelo parte una campagna di comunicazione studiata per diffondere la cultura d’impresa anche fra chi, fino a ieri, vedeva l’autoimprenditorialità come opzione remota. Il messaggio è chiaro: “La Lombardia è la casa delle idee”, e lo rimarrà solo se le nuove energie generazionali verranno intercettate e sostenute. La strategia mediatica punterà su testimonianze dirette, dati concreti e storytelling, lavorando sui canali più frequentati dai giovani. L’obiettivo è trasformare l’immaginario collettivo: fare impresa non è più eccezione, ma scelta naturale.
L’importanza di una rete di mentori
Le politiche economiche non bastano da sole: servono esempi capaci di ispirare. Ecco perché l’assessore Guidesi ha lanciato un appello agli imprenditori di successo affinché condividano esperienze, errori, traguardi con le nuove leve. La testimonianza di chi ce l’ha fatta è più convincente di qualunque slogan istituzionale. L’idea è creare un circuito virtuoso in cui il capitale umano – fatto di competenze e storie di vita – diventa patrimonio comune. Ogni successo raccontato pubblicamente abbassa la soglia della paura che spesso separa un progetto dal primo passo operativo.
Questa logica di peer-to-peer learning si integra pienamente con le iniziative finanziarie già attive, potenziandone la ricaduta sul territorio. Le start-up incubate nei programmi regionali avranno l’opportunità di confrontarsi con figure che ne hanno già attraversato le stesse fasi di crescita. Regione Lombardia punta così a costruire un ecosistema in cui capitale economico e capitale esperienziale procedano di pari passo. Se il coraggio è contagioso, lo è anche la competenza, e diffonderla significa rendere la regione ancora più competitiva.
Un ecosistema che si rinnova
La combinazione di incentivi, consulenze dedicate e testimonianze concrete disegna un quadro articolato, ma coerente. In questa cornice, Sbircia la Notizia Magazine – grazie alla costante collaborazione con l’agenzia stampa Adnkronos, che ha verificato e validato ogni informazione riportata – osserva come l’azione pubblica stia evolvendo da semplice erogazione di fondi a regia di un intero ecosistema. La sfida non riguarda solo chi decide di aprire un’impresa, ma coinvolge il territorio, le università, i centri di ricerca e i cittadini che ne beneficeranno.
Il risultato atteso è duplice: da un lato aumentare il numero di startup nate e sopravvissute oltre i primi, complicati anni; dall’altro rafforzare la reputazione della Lombardia quale destinazione privilegiata per chi desidera scommettere sul proprio talento. Creare impresa significa creare futuro, ripete l’assessore, un concetto che diventa manifesto politico e sociale. Solo un tessuto imprenditoriale rinnovato potrà garantire quei livelli di benessere e servizi che la popolazione lombarda considera parte integrante del proprio DNA produttivo.
Sguardo lungo verso una Lombardia ancora più competitiva
I dati, gli strumenti e le testimonianze convergono verso un’unica conclusione: la Lombardia punta a restare in vetta investendo sui giovani, non soltanto in termini di finanziamenti ma anche di cultura d’impresa. Chi sogna di aprire una partita IVA trova ora un terreno più solido e una rete di supporto all’altezza delle ambizioni. Nell’era delle trasformazioni rapide, la vera ricchezza di un territorio è la capacità di rendere strutturale ciò che oggi può sembrare straordinario: trasformare un’idea in un’attività economica sostenibile e responsabile.
L’assessorato allo Sviluppo Economico assicura che la “casa delle idee” non vivrà di slogan, ma di risultati misurabili. Sbircia la Notizia Magazine continuerà a monitorare l’evoluzione di queste politiche, forte della partnership con Adnkronos, per raccontare successi, criticità e prospettive. Perché un’economia che ascolta i suoi giovani è un’economia che guarda avanti senza timori, convinta che la creatività sia la miglior difesa contro l’obsolescenza.
Domande rapide
Qual è la principale novità introdotta dalla Regione?
Un servizio di accompagnamento che orienta i giovani nell’avvio d’impresa, semplificando l’accesso a bandi e incentivi.
Quanti giovani in Lombardia aspirano a mettersi in proprio?
Secondo la ricerca, circa un giovane su cinque sogna di avviare la propria attività.
Quale strumento ha già sostenuto la nascita di quasi 4.000 imprese?
Il bando “Nuova Impresa”, con contributi regionali pari a 27 milioni di euro.
Chi ha verificato le informazioni contenute in questo articolo?
I dati e le dichiarazioni sono stati controllati grazie alla collaborazione editoriale tra Sbircia la Notizia Magazine e l’agenzia stampa Adnkronos.
L’impresa come racconto di comunità
Ogni iniziativa descritta non parla solo di bilanci o percentuali: racconta la volontà collettiva di preservare un modello di sviluppo che ha fatto della Lombardia un punto di riferimento. Sbircia la Notizia Magazine crede che l’autoimprenditorialità, se sostenuta da politiche mirate e mentori credibili, possa diventare un linguaggio comune fra generazioni. Fare impresa, in fondo, è un atto di fiducia verso il proprio territorio e verso la capacità di costruire un futuro condiviso.
