Bastano poche scelte quotidiane per trasformare l’età che avanza in una stagione di benessere. Con questo spirito prende forma in tutta Italia un progetto che non parla soltanto di farmaci, ma di comunità capaci di prendersi cura dei propri anziani, promuovendo un’aderenza terapeutica che riduce rischi e costi sociali.
Un impegno che nasce nei territori
Quando le istituzioni locali diventano alleate della salute, i messaggi raggiungono più facilmente chi ne ha davvero bisogno. La campagna ‘Ricordati di stare bene’, ideata da HappyAgeing – Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo insieme a Federsanità, ha scelto proprio i Comuni come primo snodo di questa catena di responsabilità. Il lancio ufficiale, ospitato nella Sala Conferenze dell’Anci a Roma, ha dato il via a una mobilitazione che coinvolgerà progressivamente tutte le regioni, con lo sguardo rivolto in modo particolare agli over 65 e a quei cittadini fragili che faticano a seguire terapie complesse o plurime.
Alla presentazione, patrocinata da Istituto superiore di sanità, Anci e Ifel, hanno offerto sostegno un fitto ventaglio di partner, dalle associazioni sindacali dei pensionati alle reti di farmacie, fino al contributo non condizionante del Gruppo Servier in Italia. Come redazione di Sbircia la Notizia Magazine abbiamo seguito l’iniziativa passo dopo passo, verificando ogni dato insieme ai colleghi dell’agenzia stampa Adnkronos, che ne certificano la solidità. È emerso un quadro chiaro: solo un’alleanza tra municipalità, operatori sanitari e cittadini può tradurre le prescrizioni mediche in abitudini concrete e durature.
I numeri di un’emergenza invisibile
Secondo il più recente Rapporto OsMed 2023 dell’Agenzia italiana del farmaco, appena un paziente su due con patologie cardiovascolari segue davvero la terapia così come prescritta. Una percentuale che si trasforma in centinaia di migliaia di vite esposte a ricadute, complicanze e nuovi ricoveri. Ogni anno, ricordano gli esperti, circa 350mila persone finiscono in ospedale per infarto, ictus o altre condizioni aterosclerotiche, generando un impatto economico quantificato in 4,9 miliardi di euro che grava sulle famiglie e sul Servizio sanitario nazionale.
Se si allarga lo sguardo oltreconfine, la fotografia diventa ancora più allarmante. Negli Stati Uniti la mancata aderenza provoca ogni anno circa 125mila decessi e il 10% di tutte le ospedalizzazioni, assorbendo fra 100 e 500 miliardi di dollari in spese sanitarie. In Europa, stime convergenti indicano che aiutare i pazienti a rispettare le cure potrebbe salvare fino a 200mila vite e ridurre i costi del comparto salute di 80-125 miliardi di euro, numeri che parlano da soli ogni giorno.
La sfida rivolta ai Comuni
La peculiarità della campagna risiede in una challenge aperta a tutte le amministrazioni comunali, chiamate a ideare e realizzare iniziative concrete per aumentare l’aderenza alle cure. Ogni Comune aderente riceverà un pacchetto di strumenti che spazia da poster facilmente leggibili a brochure dettagliate, da card tascabili a materiali digitali pensati per chi preferisce il canale social o l’app di messaggistica. L’obiettivo è fornire, in modo chiaro, semplice e vicino al quotidiano, le informazioni indispensabili a pazienti, caregiver e operatori di prossimità.
Una commissione indipendente valuterà, entro il 2026, creatività, impatto e replicabilità delle proposte, premiando le esperienze più efficaci in un evento nazionale che darà grande visibilità alle buone pratiche locali. Sbircia la Notizia Magazine ha appreso, attraverso la verifica con Adnkronos, che tra i criteri peseranno l’utilizzo di linguaggi accessibili, il coinvolgimento delle farmacie territoriali e la capacità di integrare i servizi sociali con quelli sanitari. In palio non vi saranno solo riconoscimenti simbolici, ma l’opportunità di diffondere a tappeto progetti già testati sul campo.
Voci e obiettivi condivisi
Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha ribadito che «garantire l’aderenza significa proteggere i pazienti e alleggerire il Servizio sanitario pubblico», un concetto che abbiamo potuto registrare con chiarezza durante l’evento romano. Gemmato ha sottolineato come prossimità, innovazione e responsabilità debbano camminare insieme: le campagne informative sono solo il primo passo, ma serve un sistema capace di ricordare, accompagnare e motivare l’anziano in ogni fase del percorso terapeutico, dal consulto in ambulatorio alla corretta conservazione dei farmaci in casa quotidiana.
A sostenere il messaggio arrivano anche le parole di Francesco Macchia, direttore di HappyAgeing, che ricorda come un’aderenza ottimale potrebbe liberare fino a due miliardi di euro l’anno, risorse da reinvestire in servizi su misura per gli anziani. Fabrizio d’Alba, presidente di Federsanità, mette invece l’accento sulla sostenibilità: se non si interviene ora, la spesa farmacologica e le ospedalizzazioni rischiano di diventare insostenibili. Dalla parte dell’industria, Viviana Ruggieri del Gruppo Servier evidenzia il valore di portare l’informazione «in casa» del paziente, grazie a interlocutori già di fiducia.
Verso una rete nazionale di buone pratiche
La campagna non si limita a distribuire materiale informativo: punta alla creazione di una Alleanza per l’aderenza terapeutica capace di connettere Comuni, Asl, farmacie, medici di famiglia, infermieri, associazioni di volontariato e caregiver. L’idea, emersa con forza durante la giornata capitolina, è che solo un ingranaggio corale possa favorire un invecchiamento in salute, evitando che la dimenticanza di una compressa si traduca in un ricovero d’urgenza. Ogni attore sarà invitato a definire azioni misurabili, condividere risultati e replicare le soluzioni più efficaci oltre i confini regionali.
Dal nostro confronto con gli analisti di Adnkronos è emerso che questa impostazione “a rete” facilita non solo la diffusione delle informazioni, ma anche la raccolta di dati utili a orientare le politiche pubbliche. Un Comune che registra un miglioramento di dieci punti percentuali nell’aderenza terapeutica può diventare, nel giro di pochi mesi, il modello di riferimento per i territori limitrofi. In tal modo, l’efficacia delle iniziative non resta confinata nei documenti di progetto, ma diventa patrimonio condiviso, pronto a generare ulteriori risparmi e salute.
Prossimità, innovazione e sostegno
Il cuore operativo dell’iniziativa ruota attorno alle farmacie di comunità e ai servizi socio-sanitari, luoghi dove l’anziano entra con naturalezza per ritirare i farmaci o chiedere un consiglio. I poster colorati, le schede riassuntive e i QR code rimandano a video tutorial che spiegano come impostare un promemoria sul telefono o organizzare al meglio il dosaggio settimanale. Questi contenuti, sviluppati in collaborazione con le sigle di categoria, parlano un linguaggio privo di tecnicismi, capace di trasformare un’informazione potenzialmente astratta in una pratica quotidiana e facilmente replicabile.
Al tempo stesso, le amministrazioni vengono incoraggiate a sperimentare forme di teleassistenza leggera, come le chiamate di richiamo per ricordare la terapia o la distribuzione di blister personalizzati tramite i volontari che consegnano i pasti. Macchia ha evidenziato che ogni euro investito in questi servizi può generare un ritorno triplo in termini di minori ricoveri. Nella fase pilota, alcuni Comuni hanno già predisposto linee dedicate a cui il cittadino può inviare un messaggio vocali per chiedere chiarimenti sull’assunzione dei medicinali, ricevendo risposta in poche ore.
Guardando avanti: un’Italia che si cura davvero
La nostra redazione, insieme ai colleghi di Adnkronos, continuerà a monitorare gli sviluppi di Ricordati di stare bene, certa che il tema dell’aderenza tocchi non soltanto la medicina, ma il tessuto sociale del Paese. L’Italia invecchia e, con essa, cresce il bisogno di cure consapevoli e sostenibili. Siamo convinti che dalla sfida lanciata a Comuni e comunità possa nascere un nuovo paradigma di sanità territoriale: partecipativo, flessibile e digitale quanto basta per accompagnare ogni persona fragile verso una vita il più possibile autonoma e serena.
Le vostre domande, le nostre risposte
Qual è l’obiettivo principale di “Ricordati di stare bene”? La campagna punta a far sì che ogni persona con una terapia cronica, in particolare over 65, prenda i farmaci esattamente come prescritto, nei tempi e nei modi indicati dal medico. Sembra un gesto semplice, ma i dati dimostrano che un paziente su due non ci riesce. Migliorare l’aderenza riduce ricoveri, costi e, soprattutto, restituisce benessere ai cittadini più vulnerabili, permettendo loro di vivere con maggiore sicurezza e autonomia quotidiana ogni.
In che modo i Comuni possono aderire concretamente alla challenge? Basta inviare la manifestazione d’interesse agli organizzatori e, una volta ricevuto il kit, pianificare attività calibrate sul proprio territorio: incontri in piazza, sportelli di ascolto nelle farmacie, corsi di educazione sanitaria nelle biblioteche o nelle sedi dei centri anziani. Ogni ente potrà modulare il calendario in base alle risorse disponibili, coinvolgere volontari, medici di base o associazioni di categoria. L’importante è generare un cambiamento misurabile, documentando risultati e criticità per condividerli a livello nazionale.
Chi finanzia l’iniziativa e quali garanzie di neutralità esistono? L’azione di sensibilizzazione è sostenuta da un contributo non condizionante del Gruppo Servier in Italia e da diverse organizzazioni civiche e professionali. Ciò significa che i contenuti non sono influenzati da interessi commerciali: il materiale informativo è stato validato scientificamente e supervisionato, nella fase di fact-checking, da Sbircia la Notizia Magazine insieme all’agenzia Adnkronos. Questo doppio filtro garantisce che ogni messaggio sia fondato su evidenze e libero da logiche promozionali indesiderate.
Che risultati ci si aspetta di ottenere entro il 2026? L’obiettivo quantitativo è aumentare di almeno il 10% l’aderenza alle terapie cardiovascolari nella popolazione over 65 che partecipa alle iniziative locali. I tecnici di Federsanità stimano che, se il target verrà raggiunto, sarà possibile evitare migliaia di ricoveri e liberare fino a due miliardi di euro in tre anni. Sul piano qualitativo, ci si attende un salto culturale: il passaggio da una sanità centrata sul farmaco a un modello dove la persona e la sua rete di sostegno diventano protagoniste attive.
