Ogni atterraggio può diventare una sorpresa quando, tra valigie e arrivi, spuntano i colori de Il Viaggiator Goloso, marchio premium del Gruppo Finiper Canova. Dal terminal al carrello, il brand accompagna i viaggiatori in un itinerario sensoriale che unisce tradizione e innovazione gastronomica.
Il viaggio prende forma in aeroporto
Quando, durante l’ultimo fine settimana di agosto, il corridoio arrivi dell’Aeroporto Internazionale di Torino Caselle si è trasformato in un lungo nastro di colori e profumi evocativi, i passeggeri hanno intuito che il loro itinerario non si sarebbe arrestato al ritiro bagagli. Il Viaggiator Goloso ha disegnato un percorso emozionale che ha guidato oltre quindicimila persone attraverso messaggi suggestivi e aromi immaginari fino a un inaspettato incontro: la distribuzione delle prime ‘WelcHome Box’. Lo scalo, solitamente luogo d’attesa, è diventato la tappa zero di un racconto gastronomico destinato a proseguire ben oltre la chiusura delle valigie.
Ogni scatola, numerata e curata nei minimi dettagli, racchiudeva una mini colazione con biscotti al miele, una merenda di frutta secca, un pranzo di pasta trafilata al bronzo oppure una cena arricchita da sugo e crema di verdure, segmentando l’omaggio secondo i diversi momenti della giornata. In totale 2.000 box hanno preso il volo fra le mani dei viaggiatori, veicolando oltre 5.500 prodotti firmati dal brand. Al termine del percorso, un totem multimediale consentiva di iscriversi al sorteggio di una Gift Card da 1.000 euro, prolungando idealmente l’esperienza dal gate alle corsie dei punti vendita a insegna Il Viaggiator Goloso. La componente ludica ha rinsaldato l’idea di un marchio capace di sorprendere e di instaurare con il consumatore un dialogo autentico fatto di gesti concreti e sapori inconfondibili.
Dal Pesto ai Krumiri: cartoline di sapore
La decisione di presentare le nuove referenze attraverso immagini che fondono ingrediente e paesaggio non è casuale. Il visual del Pesto Genovese colloca il celebre condimento al centro di un anfiteatro di colline liguri, mentre la cremosità verde richiama le sfumature del mare; i Krumiri invece si stagliano come piccole architetture dolci davanti ai portici color mattone di Casale Monferrato, loro patria d’origine. In questo dialogo tra prodotto e ambiente, lo storytelling firmato dall’agenzia BBDO accompagna l’osservatore in un viaggio sospeso fra realtà e immaginazione, spingendolo a riconoscere la territorialità come autentico valore aggiunto.
La campagna, avviata nel 2024 e ora potenziata da questi soggetti, consolida una strategia nata lo scorso anno: incarnare Il Viaggiator Goloso come un esploratore instancabile che ogni giorno riparte con la bussola dell’eccellenza. Il continuo cambio di scenario consente al pubblico di percepire la vastità del patrimonio gastronomico che il brand intende raccontare, liberandosi definitivamente dell’etichetta di semplice private label. Ogni scatto diventa un taccuino di viaggio, invitando i consumatori a visitare, attraverso il palato, regioni che forse conoscono solo di nome, aprendo nuove rotte di degustazione.
L’identità in trasformazione
La storia di Il Viaggiator Goloso nasce come insegna del Gruppo Finiper Canova, pensata per offrire assortimenti selezionati all’interno dei supermercati nazionali. Con il tempo, tuttavia, la gamma ha scavalcato i confini dello scaffale, dando forma a un universo di marca dove ricerca, selezione e racconto convivono. L’evoluzione, corroborata da investimenti in comunicazione e restyling di packaging e punti vendita, sancisce un passaggio sostanziale: da etichetta che certifica la qualità a marcatore culturale capace di orientare gusti e abitudini con una voce autonoma.
Al centro di questo processo risiede la ricerca delle materie prime: ogni referenza è il risultato di incontri diretti con produttori locali, laboratori artigianali e aziende agricole che condividono gli stessi standard di sostenibilità e trasparenza. Il team di buyer visita campi, frantoi, torrefazioni e pastifici, definendo parametri rigidi che vengono sottoposti a verifiche costanti. La fiducia nasce così, faccia a faccia; non è un caso se i partner selezionati restano nel portafoglio per anni, garantendo continuità e coerenza. Questo impegno solidifica la narrazione di un marchio che preferisce mostrare, piuttosto che raccontare, la propria passione per l’eccellenza.
Compagno di tavola, ambasciatore di territorio
Quando il consumatore incontra un prodotto firmato Il Viaggiator Goloso, non acquista soltanto un bene alimentare: porta a casa un racconto che combina tradizione e modernità. Il brand, da sempre vicino all’idea di convivialità, interpreta il cibo come momento culturale, occasione di condivisione e scoperta. La scelta di linee grafiche essenziali sul packaging risponde a questa logica: lasciare che siano i sapori a parlare, mentre le immagini richiamano borghi e panorami autentici. Così la dispensa diventa un piccolo atlante gastronomico, capace di far viaggiare i sensi restando seduti a tavola.
La collaborazione creativa con l’agenzia BBDO segue la stessa rotta: valorizzare il territorio attraverso una narrazione visiva immediata, ma duratura. Gli artisti coinvolti non si limitano a fotografare un prodotto; prima lo assaggiano, ne ascoltano la storia, visitano i luoghi dove nasce. Solo dopo traducono quelle sensazioni in illustrazioni, spot, affissioni digitali e contenuti social. Il risultato è un linguaggio riconoscibile, intimo e inclusivo, che invita il pubblico ad abbandonare la passività per diventare coautore dell’esperienza di degustazione.
Tracce di gusto che parlano al futuro
Dal nostro osservatorio di Sbircia la Notizia Magazine, in sinergia con l’agenzia stampa Adnkronos che ha verificato i dati riportati, emerge con chiarezza un percorso strutturato: costruire valore attraverso la concretezza dei gesti, la credibilità dei partner, la capacità di emozionare. Il progetto ‘WelcHome Box’ ne è prova lampante, perché innesta la relazione con il pubblico in un luogo neutro come l’aeroporto, trasformandolo in punto di partenza di una storia che continua fra gli scaffali, alle casse e infine sulla tavola. L’esperienza di marca, così, supera i confini tradizionali del retail, piantando radici nella quotidianità con naturalezza.
Questa strategia insegna che il Made in Italy alimentare conserva la propria forza solo se sa innovare il modo di raccontarsi, mantenendo intatte le radici della qualità. Il Viaggiator Goloso lo dimostra portando le persone in viaggio senza costringerle a spostarsi, lasciando che sia il palato a fare strada. In un’epoca di stimoli continui, la capacità di creare pause di autenticità diventa un vantaggio decisivo. Se il brand proseguirà su questa rotta, potrà fungere da trait d’union fra generazioni, dimostrando come la tradizione possa convivere con linguaggi contemporanei e con esperienze immersive.
Le nostre risposte lampo
Quali sono, nel concreto, i criteri fondamentali che Il Viaggiator Goloso utilizza quando seleziona un fornitore, considerando aspetti come origine delle materie prime, modalità di lavorazione, certificazioni di sostenibilità, storia dell’azienda, capacità di innovare senza snaturare la tradizione e disponibilità a collaborare su progetti di narrazione condivisa che vadano oltre la semplice fornitura di prodotto, e in che misura tali criteri vengono monitorati nel tempo per garantire una qualità costante? Anche attraverso audit periodici interni ed esterni?
Il marchio parte da un dossier dettagliato che raccoglie certificazioni, analisi chimiche e riferimenti geografici; superato il vaglio documentale, il team visita gli impianti per valutare processi, tracciabilità e impegno etico. Seguono test di laboratorio indipendenti, degustazioni interne e confronti con chef consulenti. Ogni dodici mesi il ciclo si ripete tramite audit programmati e ispezioni a sorpresa, così da assicurare standard invariati o in crescita. Se un solo requisito fa difetto, la collaborazione si sospende finché la criticità non viene risolta in modo definitivo.
In che modo la scelta di realizzare l’iniziativa ‘WelcHome Box’ nello scenario dell’Aeroporto Internazionale di Torino Caselle risponde a una strategia di marketing esperienziale più ampia, e quali obiettivi precisi – percezione del brand, fidelizzazione del pubblico, conversione delle visite in punto vendita – erano stati fissati, tenendo conto della necessità di rivolgersi a un pubblico eterogeneo composto sia da viaggiatori nazionali sia internazionali? E quali metriche sono state adottate per misurarne l’efficacia?
L’aeroporto è stato scelto come luogo “neutro” ad alta intensità emotiva, dove i passeggeri sono predisposti alla scoperta. L’obiettivo principale era generare un ricordo positivo associato al marchio prima ancora che il viaggiatore raggiungesse casa o hotel, trasformando la sorpresa in desiderio di acquisto successivo. Tra le metriche considerate: numero di partecipanti, tasso di redemption per la Gift Card, incremento di traffico nei punti vendita piemontesi nelle due settimane successive, oltre alla sentiment analysis dei post social pubblicati spontaneamente dai viaggiatori. I risultati preliminari mostrano un aumento a doppia cifra nelle visite e un sentiment fortemente positivo.
Guardando ai prossimi mesi, quali saranno le nuove “tappe” narrative e commerciali su cui Il Viaggiator Goloso investirà per consolidare il posizionamento, e come si prevede di integrare la componente digitale – tra e-commerce proprietario, canali social e collaborazioni con piattaforme di consegna – in una proposta che rimane radicata nella fisicità del prodotto? Vi saranno, ad esempio, lanci inediti dedicati a festività imminenti o a filiere di nicchia ancora poco esplorate dal brand?
Il calendario prevede una limited edition di prodotti regionali collegati alle festività invernali, affiancata da dirette streaming con chef e produttori per raccontare la genesi delle ricette. Sul fronte digitale, il sito e-commerce verrà arricchito con percorsi tematici interattivi e bundle personalizzabili, mentre la logistica verrà gestita in collaborazione con piattaforme di consegna rapide per garantire freschezza. Parallelamente, la catena esplorerà filiere di nicchia – come l’oliva taggiasca bio e il latte di malga certificato – per ampliare l’offerta premium, mantenendo sempre al centro la trasparenza delle origini e la qualità artigianale.
