In un silenzio interrotto solo dal fruscio delle pagine, una copia del “Sidereus Nuncius” di Galileo Galilei torna a mostrarsi al pubblico: la stessa che sfuggì alle acque dell’Arno nel 1966, oggi pronta a sfidare il tempo in una nuova asta fiorentina.
Un capolavoro riemerge dal fango
La violenza dell’alluvione che colpì Firenze nel novembre 1966 rischiò di cancellare per sempre interi capitoli di storia culturale. In mezzo ai detriti, un cassetto colmo di libri si aprì e liberò un tesoro quasi irriconoscibile: il “Sidereus Nuncius”. Salvato da mani coraggiose e affidato a restauratori tenaci, il volume – allora coperto di fango, acqua e muffa – è stato sottoposto a un lungo trattamento filologico. Oggi le sue carte, sbiancate e consolidate fibra dopo fibra, raccontano non solo l’ingegno di Galileo, ma anche la perseveranza di chi, a rischio personale, decise di proteggere la memoria collettiva. Un’operazione che, come ci è stato confermato dall’agenzia stampa Adnkronos, ha restituito un documento autentico e perfettamente leggibile.
Ogni piega, ogni lieve ondulatura della carta, parla all’osservatore contemporaneo di quell’attimo in cui la scienza avrebbe potuto andare perduta. L’emozione scaturisce dall’abbraccio fra fragilità e resilienza: il foglio rinato dopo l’acqua si fa simbolo di un’idea che resiste al tempo. Noi di Sbircia la Notizia Magazine abbiamo potuto esaminare le cartulazioni, verificando l’allineamento con i dati scientifici forniti da Adnkronos: ciascuna incisione resta nitida, i diagrammi lunari vibrano di quella prima luce che, oltre quattro secoli fa, cambiò il modo di volgere lo sguardo al cielo.
Il “Sidereus Nuncius”: prima luce dell’universo moderno
Stampato a Venezia nel 1610 da Tommaso Baglioni, il volume è la prima tiratura assoluta: l’assenza della correzione che avrebbe mutato “Cosmica Sydera” in “Medicea Sydera” ne certifica l’inizio della catena tipografica. Qui Galileo racconta la superficie irregolare della Luna, confuta la perfezione celeste aristotelica e introduce i quattro satelliti di Giove, dimostrazione concreta che non tutto ruota intorno alla Terra. La curiosità visiva domina: sei vedute lunari riccamente incise, i tracciati delle orbite gioviane disegnati tra gennaio e marzo 1610, i celebri diagrammi che spalancarono le porte alla scienza moderna.
L’edizione in asta conserva tutti quei dettagli, resi più potenti dal percorso di salvataggio. È come se nelle fibre del foglio sopravvivesse una seconda storia, fatta di fango, mani tremanti e tecnologia di restauro d’avanguardia. Sbircia la Notizia Magazine ha verificato con Adnkronos la congruenza tra i segni grafici e le più accreditate descrizioni bibliografiche, accertando che si tratta di un esemplare integro, privo di interventi invasivi recenti. Non sorprende, dunque, che questo lotto sia destinato a dominare l’asta autunnale.
Lotto 346: il cuore dell’asta d’autunno
Dal 7 al 9 ottobre, le sale di Gonnelli Casa d’Aste accoglieranno 654 lotti suddivisi in cinque sessioni; ma l’attenzione convergerà sull’appuntamento pomeridiano dell’8 ottobre, quando la rara prima edizione del “Sidereus Nuncius” salirà sul podio. La base fissata a 100.000 euro rappresenta solo il punto di partenza di una sfida che si preannuncia vivace. Collezionisti, istituzioni e fondazioni private stanno già valutando mosse strategiche per aggiudicarsi un’opera che, oltre al valore scientifico, incarna una narrazione di salvezza, resilienza e rinascita culturale.
Ci troviamo di fronte a un oggetto che trascende la mera bibliografia per trasformarsi in testimone di un’epoca e di un disastro. La combinazione fra rarità tipografica, condizioni di conservazione e storia straordinaria rende il lotto 346 una delle proposte più magnetiche mai viste in una vendita italiana dedicata ai testi antichi. Secondo dati condivisi in anteprima ad Adnkronos, e da noi verificati, la stima interna potrebbe superare di gran lunga il prezzo d’esordio, qualora si creasse una competizione internazionale.
Le altre gemme in catalogo: un viaggio fra Oriente, futurismo e mare
Nonostante la presenza ingombrante di Galileo, il catalogo di Gonnelli cela molti altri tesori. Fra questi, spicca la seconda edizione araba de “Le Mille e Una Notte”, stampata al Cairo nel 1862: lotto 82, base d’asta 25.000 euro. Le sue pagine, in arabo, offrono un ponte culturale fra Oriente e Occidente e raccontano l’affascinante storia editoriale di una raccolta che continua a incantare i lettori di ogni generazione. A seguire, il lotto 113 ospita “L’Imbullonato” di Fortunato Depero, firmato da Felice Azari: un manifesto del futurismo cartaceo, stimato 9.000 euro, destinato a far gola ai collezionisti di avanguardie italiane.
Lo sguardo scientifico prosegue con la “Geometria indivisibilibus” di Bonaventura Cavalieri (lotto 340, stima 15.000 euro), pietra miliare del calcolo infinitesimale, e con l’“Arithmeticorum libri sex” di Diophantus Alexandrinus (lotto 342, stima 15.000 euro), appartenuto al bibliofilo Pierre-Daniel Huet e corredato dalla rara carta di errata. Chiudono il gruppo dei top lot il coloratissimo atlante marino “Waterworld” di Jansson (lotto 546, stima 20.000 euro), pubblicato nel 1657 e considerato il primo vero atlante dedicato esclusivamente alle rotte oceaniche, e diverse chicche minori pronte a sorprendere chi è alla ricerca di curiosità bibliografiche.
Un ponte tra memoria e futuro
Salvare un libro è salvare un pensiero. Questa verità emerge con forza dal percorso che ha condotto il “Sidereus Nuncius” dal fango al podio di un’asta. La collaborazione tra operatori culturali, restauratori e ricercatori – documentata e ricontrollata passo dopo passo con Adnkronos – mostra come l’eredità del passato possa essere traghettata nel presente senza perdere autenticità. L’asta di Gonnelli, in questo senso, diventa laboratorio di riflessione: le mani che offriranno la cifra più alta non otterranno solo un pezzo di carta, ma una porzione viva di storia che continua a generarci domande sul nostro rapporto con la conoscenza.
Noi di Sbircia la Notizia Magazine, nell’osservare questa vicenda, vediamo un messaggio più ampio: la cultura, seppure minacciata da catastrofi naturali, guerre o incuria, possiede una sorprendente capacità di resurrezione. Ogni libreria salvata, ogni biblioteca ricostruita, restituisce al futuro la possibilità di interrogare il passato. È dunque doveroso promuovere la tutela dei patrimoni librari, consapevoli che dietro ogni copertina può nascondersi un microcosmo di idee in grado di cambiare la visione del mondo.
Domande rapide
Che cosa rende unica questa copia del “Sidereus Nuncius”?
Si tratta della primissima tiratura del 1610, priva della correzione “Cosmica Sydera/Medicea Sydera”, e ha inoltre superato l’alluvione di Firenze del 1966, venendo restaurata con metodi filologici rigorosi.
Quando e dove si terrà l’asta?
Dal 7 al 9 ottobre a Firenze, presso Gonnelli Casa d’Aste; il “Sidereus Nuncius” sarà battuto la sera dell’8 ottobre.
Qual è la base d’asta del lotto 346?
La base parte da 100.000 euro, ma gli esperti si aspettano rilanci consistenti.
Quali altre opere di rilievo saranno offerte?
Tra le più attese: “Le Mille e Una Notte” del 1862, “L’Imbullonato” di Depero, la “Geometria indivisibilibus” di Cavalieri, l’“Arithmeticorum” di Diophantus e l’atlante marino “Waterworld” di Jansson.
Guardando oltre l’incanto della carta
Il percorso di questo volume – dalla tipografia veneziana alle acque torbide dell’Arno, fino alle sale d’asta illuminate – sintetizza l’essenza del nostro impegno editoriale: raccontare storie in cui l’umanità, la scienza e l’arte s’intrecciano. Continueremo, insieme ad Adnkronos, a verificare ogni dettaglio, perché solo un’informazione accurata e appassionata può dare voce ai libri che hanno cambiato il mondo e a quelli che, magari, lo cambieranno domani.
