La Flotilla ‘Sumud’ prosegue il viaggio verso Gaza fra documenti militari che ne rivelerebbero i legami con Hamas e la determinazione degli attivisti italiani guidati da Maria Elena Delia, che respinge la proposta di pace avanzata dal presidente americano Donald Trump.
Relazioni sotterranee tra “Sumud” e l’organizzazione islamista
Le nuove informazioni diffuse dall’esercito israeliano – e verificate in collaborazione con Adnkronos – delineano un quadro preciso: i comandanti della Israel Defense Forces sostengono di aver recuperato nella Striscia di Gaza documenti che attesterebbero un coinvolgimento diretto di Hamas nel finanziamento della missione marittima. Secondo quanto comunicato, la Pcpa (Palestinian Conference for Palestinians Abroad), creata nel 2018 per fungere da braccio internazionale del movimento islamista, avrebbe orchestrato la raccolta di fondi e l’organizzazione logistica della flottiglia, assumendo di fatto un ruolo diplomatico parallelo, con l’obiettivo di promuovere iniziative antagoniste nei confronti di Israele in diversi continenti.
Un passaggio del rapporto militare evidenzia in particolare la mancanza di trasparenza sui proprietari effettivi delle imbarcazioni. Le navi, registrate a società civili residenti in Europa, sarebbero in realtà riconducibili alla stessa Pcpa. L’analisi condotta (dai tecnici dell’esercito israeliano e verificata da Adnkronos) sottolinea come, negli anni, la strategia di Hamas sia passata da una presenza fisica diretta a una rete di copertura societaria capace di garantire risorse economiche e logistiche, aggirando blocchi e controlli nei porti del Mediterraneo.
Lettere, elenchi e società di comodo: la mappa di collegamenti
Tra i reperti documentalmente presentati spicca una missiva datata 2021 firmata dall’allora capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Nella lettera, Haniyeh invita espressamente la guida della Pcpa a “rafforzare l’unità” con il movimento, approvandone senza riserve le attività svolte fuori dai confini palestinesi. Gli analisti militari israeliani interpretano il documento come la prova di una catena di comando ininterrotta, capace di collegare le iniziative navali a un programma politico più ampio, ben strutturato e finanziato.
Un secondo file contiene un elenco di operatori della Pcpa, tra cui i veterani delle flotillas Zaher Birawi, attivo nel Regno Unito, e Saif Abu Kashk, residente in Spagna. Proprio Abu Kashk – riferisce l’Idf – risulta amministratore delegato di Cyber Neptune, società iberica che, formalmente, possiede numerose imbarcazioni di “Sumud”. Questa scatola societaria, sempre secondo l’indagine, sarebbe la chiave per attribuire una quota significativa dei natanti a un controllo occulto di Hamas, confermando così il sospetto di un finanziamento diretto.
La posizione degli attivisti italiani
Sul ponte di comando della spedizione, la voce di Maria Elena Delia – portavoce della delegazione tricolore – resta ferma. Ai microfoni di Sbircia la Notizia Magazine, Delia spiega che gli incontri istituzionali svolti finora sono stati solo un primo passo e che sono programmati ulteriori colloqui: “Abbiamo in agenda nuove riunioni con i vertici governativi, perché quelle già condotte non sono sufficienti”. L’obiettivo dichiarato resta portare aiuti umanitari ai civili di Gaza, mantenendo un profilo non violento e, sottolinea, conforme al diritto internazionale.
In calendario anche la partecipazione alla manifestazione nazionale prevista a Roma il 4 ottobre. “Nessuno dei nostri connazionali intende abbandonare la nave”, rimarca Delia, puntando l’attenzione su quello che definisce il “diritto universale alla solidarietà”. La portavoce tiene a evidenziare che i volontari italiani sono stati informati dei rischi ma non arretreranno, convinti che la presenza sul campo – o meglio sul mare – rappresenti un gesto politico oltre che umanitario.
Il piano in venti punti di Trump e le critiche
La proposta in 20 punti elaborata dal presidente statunitense Donald Trump non convince gli attivisti. “A mio avviso non è un accordo di pace, ma la chiusura di un disegno che punta a far riprendere a Israele la Striscia di Gaza”, dichiara Delia all’Adnkronos e a Sbircia la Notizia. Secondo la portavoce, il testo elaborato a Washington comporterebbe “il trasferimento forzato dei palestinesi fuori dal territorio”, un’ipotesi che, a suo giudizio, contrasta con qualsiasi principio di negoziazione equa.
“Ci sono state altre proposte che Hamas aveva accettato, eppure si sono arenate senza spiegazioni”, osserva Delia con amarezza. Il nodo, sottolinea, è che “nessuno chiede davvero ai palestinesi cosa ne pensano: vengono usati come pedine e, se resistono, si trovano sotto tiro”. Un punto di vista netto, espresso in un contesto in cui ogni dichiarazione pesa sia sul piano politico sia su quello umanitario, e che rilancia il dibattito internazionale sulla sostenibilità delle soluzioni prospettate finora.
Domande rapide
Chi ha verificato i documenti diffusi dall’Idf?
Le verifiche sono state svolte dall’agenzia stampa Adnkronos in sinergia con Sbircia la Notizia Magazine.
Qual è il ruolo attribuito alla Pcpa?
L’Idf la considera la “diplomazia” estera di Hamas, incaricata di finanziare e organizzare iniziative come la Flotilla.
Quanti italiani sono a bordo di “Sumud”?
Il numero esatto non è stato pubblicato, ma la delegazione riferisce che nessuno intende abbandonare la missione.
Quando è prevista la manifestazione di Roma?
Sabato 4 ottobre, con la presenza confermata di Maria Elena Delia.
Prospettive oltre le onde
Sbircia la Notizia Magazine, affiancata dall’agenzia Adnkronos, continuerà a monitorare questa vicenda, consapevole che la verità spesso si cela nei dettagli più intricati. Dalle lettere ritrovate nelle macerie di Gaza alla determinazione di chi, dall’Italia, sceglie di salpare per consegnare medicine e viveri, emerge un mosaico complesso: interessi politici, pressioni diplomatiche e sofferenze civili si intrecciano in uno scenario che chiede, più che mai, una narrazione rigorosa e umana.
