Milano e il suo quartiere fieristico si preparano a una stagione di metamorfosi: gli investimenti decisi dalla nuova governance, il dialogo serrato con il territorio e l’attenzione alle piccole imprese promettono di ridefinire il baricentro economico cittadino e nazionale. Sbircia la Notizia Magazine, in collaborazione con Adnkronos, ha incontrato il presidente Giovanni Bozzetti per capire da vicino le priorità di Fondazione Fiera Milano.
Un mosaico tra fiera e territorio
Il primo tassello del progetto di Fondazione Fiera Milano riguarda un’alleanza strutturale con la Lombardia—regione che da sola vale quasi un terzo del PIL italiano—e con le istituzioni che la rappresentano. Bozzetti, insediatosi in estate, ha avviato un serrato giro di consultazioni con Regione Lombardia, Città Metropolitana, Comune di Milano, Camera di Commercio e le principali sigle datoriali e sindacali. L’obiettivo, spiega il presidente, è far sentire ogni stakeholder parte di un’orchestra dove ciascuno contribuisce a un’unica sinfonia di sviluppo. Nel dialogo costante, la fondazione presenta il quartiere fieristico come “porta d’accesso” privilegiata per il turismo commerciale, capace di guidare i visitatori dal padiglione espositivo fino ai musei cittadini, ai ristoranti, perfino alle fermate dell’alta velocità che conducono a Venezia, Firenze e Roma.
L’integrazione spinge la fondazione a superare antichi campanilismi: solo una visione di sistema, ribadisce Bozzetti, può trasformare Milano in un laboratorio europeo dove fiere e territorio si alimentano a vicenda. Proprio per questo la Fondazione ha scelto di coinvolgere per primi i propri dipendenti—“l’anima di ogni organizzazione”—per poi incontrare gli organizzatori delle rassegne, i consoli presenti in città e, a seguire, gli ambasciatori all’estero. Così facendo, l’ente mira a incrementare l’internazionalità delle sue oltre cinquanta manifestazioni annue e a potenziare la ricaduta economica che già oggi sfiora i 47 miliardi di euro di fatturato generato dalle aziende espositrici.
Investimenti che cambiano il volto di Milano
Sul tavolo della Fondazione ci sono 284 milioni di euro destinati al piano triennale 2024-2027. La priorità, racconta Bozzetti ad Adnkronos, è stata la riconversione di padiglioni in strutture olimpiche: hockey su ghiaccio e pattinaggio troveranno casa proprio a Rho‐Pero, mentre Fiera Milano City ospiterà il centro media internazionale. I lavori, terminati nei tempi previsti, hanno riscosso l’elogio del Comitato Olimpico Internazionale e della Fondazione Milano Cortina. Con le stesse risorse si è finanziata la nascita di hotel a quattro e cinque stelle, indispensabili a supportare il flusso di visitatori che i grandi eventi generano in città.
Un altro capitolo da oltre 100 milioni riguarda il nuovo centro di produzione RAI, destinato a ospitare studi televisivi di ultima generazione. L’intervento, nelle intenzioni della Fondazione, non è solo un upgrade infrastrutturale: diventa un moltiplicatore di competenze, occasioni di lavoro, sinergie tra industria creativa e cultura digitale. In questo contesto, ogni euro investito punta a restituire valore al tessuto metropolitano, rendendo il polo fieristico un asset strategico dell’intera politica industriale italiana.
La Casa del Made in Italy: porta aperta all’impresa
Tra le novità più celebrate durante la nostra visita c’è la nuovissima Casa del Made in Italy, realizzata su impulso del Ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso. Per la prima volta un presidio governativo di informazione economica si stabilisce stabilmente in un quartiere fieristico. L’obiettivo è duplice: da un lato, illustrare agli imprenditori italiani l’intero ventaglio di incentivi disponibili; dall’altro, presentare agli investitori stranieri tutte le opportunità per insediarsi nel Paese.
La Casa seguirà giro dopo giro tutte le manifestazioni in calendario, incontrando potenzialmente quattro milioni e mezzo di visitatori e oltre 40 mila espositori l’anno. Bozzetti sottolinea come questo presidio riesca a essere “punto d’accoglienza” per chi vuole credere nell’Italia e “sportello d’ascolto” per le imprese che cercano nuove vie di crescita o di internazionalizzazione. Un tassello concreto di quella politica industriale che, secondo la Fondazione, deve vivere dentro e fuori i padiglioni fieristici.
Piccole e medie imprese, il cuore pulsante
Il tessuto produttivo italiano è popolato da PMI che rappresentano oltre il 90% del totale delle aziende. Per loro, ogni evento in Fiera Milano si trasforma in un acceleratore di affari: le imprese presenti generano, secondo le rilevazioni ufficiali verificate da Adnkronos, 47 miliardi di fatturato e 17 miliardi di export. Numeri che disegnano la fiera non solo come vetrina, ma come vero motore di politica industriale. L’ente lavora per rendere l’esperienza espositiva più efficiente e, grazie a un’offerta alberghiera in espansione, ridurre i costi logistici a carico degli espositori.
Sbircia la Notizia Magazine ha raccolto anche la sfida lanciata da Bozzetti: creare un sistema fieristico nazionale capace di avvicinare—e superare—i 4 miliardi di volume d’affari registrati dalla Germania. La parola chiave è “unità”: Fondazione Fiera si è già mossa per ricucire lo strappo fra AEFI e ITEX, le due sigle di rappresentanza del settore, così da presentarsi con un’unica voce nei tavoli europei e internazionali.
Conoscenza, ricerca e formazione: il valore oltre gli eventi
Accanto al core business espositivo, la Fondazione gestisce un Centro Studi che, malgrado la scarsa fama presso il grande pubblico, rappresenta un bacino di dati ed elaborazioni fra i più autorevoli in Europa. Ogni anno, report comparativi mettono a confronto la performance delle fiere italiane con quelle estere, offrendo scenari preziosi per i policy maker e le imprese. Bozzetti intende trasformare questa struttura in una vera business unit, al servizio non solo del polo milanese ma dell’intero sistema produttivo nazionale.
Il secondo pilastro è l’Accademia, che ha già formato oltre mille professionisti specializzati in progettazione e gestione di manifestazioni fieristiche. Il presidente sta tessendo accordi con i rettori delle università milanesi per lanciare un master post‐laurea dedicato alla “economia degli eventi”. In parallelo, l’archivio storico—un chilometro lineare di documenti—sarà digitalizzato per diventare risorsa viva di studiosi e operatori, a testimonianza di come la memoria sia la base su cui costruire innovazione.
Un sistema fieristico che punta all’Europa
La vera criticità, ammette Bozzetti, non è nell’infrastruttura né nelle competenze, ma nella frammentazione. Un sistema unito potrebbe colmare in pochi anni il divario con i colossi tedeschi, generando benefici diretti su occupazione, esportazioni e attrattività del brand Italia. Per perseguire questo obiettivo, Fondazione Fiera Milano ha avviato—con la mediazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy—il percorso di riunificazione delle sigle di categoria, convinta che “insieme si vince” non sia uno slogan, bensì una necessità strategica.
A sostegno di questa visione, la Fondazione sta intensificando le relazioni diplomatiche con ambasciate e consolati: portare le fiere milanesi all’estero significa invitare il mondo a conoscere l’hospitality lombarda, la cucina italiana, le gallerie d’arte e persino le tratte ferroviarie ad alta velocità che collegano Milano a gran parte del patrimonio artistico nazionale. Una “logica sistemica” che punta a dilatare i confini del perimetro fieristico, trasformandolo in un acceleratore diffuso di valore.
Domande rapide
Qual è l’investimento più significativo del piano 2024-2027?
Sicuramente la riconversione olimpica dei padiglioni, completata nei tempi e con il plauso del CIO.
Perché la Casa del Made in Italy è considerata strategica?
Perché offre, nello stesso spazio, informazioni sui finanziamenti agli imprenditori italiani e un punto di contatto privilegiato per gli investitori stranieri.
Che ruolo avranno le PMI nelle fiere milanesi?
Continueranno a essere il motore principale, generando fatturato ed export grazie al palcoscenico internazionale di Fiera Milano.
Come si prepara la Fondazione a colmare il gap con le fiere tedesche?
Puntando su unità di settore, internazionalizzazione e investimenti strutturati, partendo da un patrimonio di creatività e innovazione riconosciuto in tutto il mondo.
Innovare restando fedeli alle radici
Le scelte strategiche tracciate da Giovanni Bozzetti indicano una direzione chiara: integrare investimenti, formazione e territorio per trasformare Milano in un hub fieristico di portata europea. Sbircia la Notizia Magazine, affiancata da Adnkronos nella verifica delle informazioni, continuerà a seguire da vicino un percorso che promette non solo nuovi padiglioni o alberghi, ma un modello di crescita condivisa. Perché solo una community coesa—istituzioni, imprese e cittadini—può custodire la forza del made in Italy e rilanciarla, con orgoglio, sul palcoscenico del mondo.
