Apple ha dato il via a una sperimentazione interna che potrebbe cambiare per sempre il volto di Siri. Il progetto, battezzato Veritas, è un chatbot accessibile soltanto ai dipendenti e nasce per mettere il turbo allo sviluppo dell’assistente vocale, dopo lo scarso entusiasmo riscossi da Apple Intelligence.
Attraverso Veritas: un campo di prova riservato
Veritas offre a ingegneri e designer di Cupertino un ambiente di test che riproduce la fluidità di ChatGPT o Gemini, ma con l’aggiunta di un prezioso archivio di dati interni. Gli impiegati possono digitare richieste articolate, recuperare il filo di conversazioni passate, sperimentare escalation di comandi e, soprattutto, inviare feedback direttamente al team responsabile. Questo meccanismo riduce sensibilmente i tempi di revisione: ciò che un tempo richiedeva settimane di compilazione e nuove build, ora si risolve in pochi clic, rendendo l’iterazione sul codice quasi istantanea.
La scelta di Apple di limitare Veritas ai confini aziendali risponde a criteri di sicurezza e di segretezza industriale, ma rivela anche un approccio molto cauto verso il rilascio pubblico di tecnologie ancora in evoluzione. Il rischio di ripercussioni sull’immagine aziendale, se un chatbot non fosse impeccabile, spinge gli ingegneri a preferire un lungo rodaggio dietro le quinte. Mark Gurman di Bloomberg ritiene, però, che questa strategia possa dilatare ulteriormente il divario con i concorrenti, già in piena corsa sulle applicazioni di intelligenza artificiale generativa.
La rincorsa di Cupertino nell’era dell’IA conversazionale
L’annuncio di Apple Intelligence, avvenuto lo scorso giugno, non ha scatenato l’entusiasmo sperato: analisti e utenti hanno definito “timida” la proposta, soprattutto se paragonata alle soluzioni di OpenAI o di Google. L’assenza di una demo realmente pubblica, unita all’impressione che Siri fosse ancora in ritardo, ha spinto il gruppo guidato da Tim Cook a un riesame interno delle proprie priorità. Da questa revisione è nato Veritas, il cui nome evoca un obiettivo preciso: restituire all’assistente vocale autorevolezza e affidabilità.
La pressione concorrenziale ha raggiunto un picco quando Google ha potenziato Gemini con la ricerca multimodale e OpenAI ha mostrato casi d’uso sempre più capillari. In questo scenario, Apple non può più permettersi di rincorrere, ma deve stabilire nuovi standard di qualità e privacy. Veritas diventa, così, il laboratorio in cui testare funzioni più profonde, come l’interazione contestuale con Foto o Promemoria, prima che vengano integrate nell’esperienza quotidiana di miliardi di utenti.
Funzioni sperimentali e flessibilità operativa
Tra le prove di cui siamo venuti a conoscenza grazie alle nostre verifiche con l’agenzia stampa Adnkronos, spicca la capacità di Veritas di analizzare dati personali – mail, messaggi, foto – senza mai lasciare il dispositivo. Gli sviluppatori simulano ricerche complesse (“Mostrami tutte le immagini scattate a Roma in cui indossavo un cappello rosso”) oppure azioni dirette (“Ritaglia la parte centrale e applica un filtro vintage”). Il chatbot esegue, restituisce l’anteprima e attende la validazione del tester, creando un ciclo di addestramento rapido ed efficace, basato su casi reali.
Fondamentale, nel processo, è la possibilità di “tornare indietro” nella conversazione: ogni risposta di Veritas può essere raffinata all’istante. Se l’output non convince, basta un commento per riscrivere la richiesta; l’algoritmo impara e riadatta la sintassi, riducendo ambiguità future. Un sistema pensato per limare ogni fraintendimento prima del lancio ufficiale delle funzioni su Siri, salvaguardando la reputazione d’eccellenza che Apple costruisce da anni sui propri software.
Il dilemma della distribuzione pubblica
Secondo Gurman, tenere Veritas lontano dagli utenti finali sarebbe un errore di valutazione: il pubblico, abituato ad aggiornamenti incessanti da parte dei competitor, potrebbe interpretare il silenzio di Apple come un segnale di debolezza. Cupertino, tuttavia, sembra convinta che la fiducia si guadagni più con la stabilità che con la velocità. La posta in gioco, del resto, è altissima: bug o risposte scorrette di un assistente vocale potrebbero esporre la società a critiche immediate e danneggiare la percezione di affidabilità che da sempre accompagna il marchio.
In parallelo, la multinazionale starebbe intensificando l’integrazione con Google Gemini per le ricerche sul web, in attesa che Siri, potenziata da Veritas, sia pronta a camminare con le proprie gambe. Una mossa che evidenzia la volontà di assimilare il meglio da partner esterni, senza rinunciare alla ricerca interna. Gli ingegneri lavorano quindi su due fronti: offrire agli utenti soluzioni immediate, affidandosi a Gemini per le query più complesse, e nutrire Veritas di dati e correzioni costanti, con l’obiettivo di internalizzare gradualmente tutte le funzioni.
Sbircia la Notizia Magazine: metodo e fonti
La redazione di Sbircia la Notizia Magazine, in collaborazione con l’agenzia Adnkronos, ha verificato ogni dettaglio riportato in questo articolo. Abbiamo incrociato le dichiarazioni di Mark Gurman con informazioni raccolte da figure vicine allo sviluppo, preservandone l’anonimato. Lo scopo è offrire al lettore una fotografia il più possibile chiara e imparziale delle scelte aziendali, evitando semplificazioni o sensazionalismi che possono sfalsare la portata reale delle notizie.
Il nostro impegno resta invariato: informare con rigore e trasparenza, tutelando la correttezza dei dati e rispettando le normative sulla tutela della proprietà intellettuale. È in questa ottica che approfondiamo i temi, rifuggendo ogni posizione partigiana e mantenendo un approccio equilibrato, pur consapevoli delle implicazioni strategiche e di mercato che un progetto come Veritas porta con sé.
Domande rapide
Che cos’è Veritas?
È un chatbot interno a Apple, creato per testare e migliorare Siri, non destinato per ora al grande pubblico.
Perché Apple non lo rende subito disponibile agli utenti?
L’azienda preferisce un lungo testing privato per garantire stabilità, ridurre i rischi e proteggere la propria immagine.
Qual è il ruolo di Google Gemini in tutto questo?
Gemini supporta le funzioni di ricerca AI sui dispositivi Apple finché le novità di Siri, sviluppate con Veritas, non saranno pronte.
Chi ha diffuso le prime informazioni su Veritas?
Le indiscrezioni arrivano dall’analista Mark Gurman di Bloomberg e sono state confermate da ulteriori verifiche condotte con Adnkronos.
Verso una nuova conversazione fra uomo e macchina
La strada scelta da Apple – sperimentare in silenzio per poi stupire – può sembrare lenta, ma potrebbe rivelarsi la più solida. In un settore dove la corsa all’intelligenza artificiale genera entusiasmi ma anche passi falsi, Sbircia la Notizia Magazine continuerà a valutare con attenzione dati, dichiarazioni e risultati concreti. Se Veritas manterrà le promesse, Siri potrebbe tornare al centro della scena non come semplice voce, ma come compagna di dialoghi sempre più naturali e utili alla vita quotidiana.
