Il mondo del lavoro sta cambiando a ritmi che fino a pochi anni fa sembravano impensabili e la battaglia per rimanere competitivi si gioca sempre più sul terreno della formazione. In questo scenario prende forma un progetto interamente italiano che vuole riscrivere le regole dell’aggiornamento professionale.
Un nuovo paradigma per chi non vuole restare indietro
Nel giro di pochi anni, secondo le analisi incrociate dalla nostra redazione con le fonti di Adnkronos, quasi metà delle occupazioni oggi esistenti andrà incontro a un ridimensionamento. La responsabilità di questo cambiamento non è da attribuire soltanto all’automazione, ma soprattutto all’avvento di nuovi ecosistemi industriali che ruotano intorno a intelligenza artificiale, space economy, blockchain, green economy e biotecnologie. In mezzo a tale rivoluzione, l’aggiornamento diventa la prima leva di difesa – e di attacco – per chiunque voglia proteggere o rilanciare la propria carriera.
The future play nasce proprio qui, con oltre duecento microcorsi e quaranta percorsi verticali. La particolarità? Le lezioni durano dai cinque ai venti minuti e possono essere seguite ovunque, in qualsiasi momento, grazie a un abbonamento che spalanca una libreria educativa costruita per le esigenze dei professionisti di domani. Sbircia la Notizia Magazine ha potuto visionare alcuni moduli in anteprima e ne ha apprezzato l’alta densità di contenuti strategici, pensati per trasferire competenze concrete senza appesantire l’agenda lavorativa.
Una risposta made in Italy guidata dai dati
La piattaforma è stata concepita come una vera e propria ”virtual school IA based”, capace di funzionare on demand. Ogni video-lezione adotta il linguaggio asciutto e operativo tipico del microlearning, un formato che riduce drasticamente la soglia di attenzione necessaria e consente di tornare sui passaggi più complessi quando serve. Secondo le rilevazioni ufficiali, soltanto il 16% dei lavoratori in Italia si dichiara soddisfatto dei corsi offerti dalla propria azienda; un dato che spiega l’esplosione di soluzioni didattiche alternative come questa.
La differenza sostanziale rispetto a programmi tradizionali è che The future play parte dai bisogni reali delle imprese e li trasforma in mini-skill rapidamente spendibili sul mercato. In un contesto in cui la dimensione economica dell’IA supererà i due miliardi di euro entro il 2027, il divario tra richiesta di competenze e offerta formativa rischia di diventare un ostacolo serio alla crescita del Paese. La scuola virtuale vuole colmare quel gap, sostituendo lunghi master con moduli essenziali ma puntuali.
Gli avateacher: quando l’IA sale in cattedra
La prima novità che cattura l’attenzione sono gli avateacher, docenti-avatar mossi da algoritmi avanzati di intelligenza artificiale. Queste figure digitali imitano gestualità ed espressioni umane, mantenendo un approccio didattico estremamente interattivo. Ogni sessione è costruita attorno a fonti primarie accuratamente selezionate, quindi al termine della lezione l’utente riceve riferimenti puntuali per eventuali approfondimenti. Il risultato è un’esperienza che somiglia più a un dialogo che a un semplice video.
Accanto agli avateacher opera un network di docenti in carne e ossa, manager e imprenditori di spicco che interven-gono in webinar “Pillole di futuro” e interviste live. Questi momenti in diretta servono a tradurre la teoria in casi di business reali, offrendo spunti operativi che vanno subito a integrare le competenze digitali appena acquisite. La sinergia tra intelligenza artificiale e testimonianza umana genera un ambiente formativo che abbatte la distanza tra aula virtuale e mondo del lavoro.
L’incontro tra competenza umana e algoritmi
Nonostante la forte componente tecnologica, The future play non rinuncia alla vigilanza di un team didattico tradizionale. Il gruppo IA|tfs applica cinque criteri su ogni contenuto: attualità, fruibilità, rilevanza professionale, rigore scientifico e valore etico. Solo il materiale che soddisfa tutte e cinque le condizioni viene caricato in piattaforma. L’osservanza di questo protocollo, verificata insieme all’agenzia Adnkronos, garantisce che l’utente riceva formazione aggiornata e affidabile.
Nel corso dell’ultimo semestre, il panel di esperti ha privilegiato argomenti quali generative AI, sostenibilità ambientale e gestione del rischio climatico. Tanto per fare un esempio concreto, il modulo sui climate risk analyst include simulazioni di impatto finanziario su portafogli d’investimento, utilizzando scenari validati da istituti internazionali. Il tutto viene restituito in appena quindici minuti di video e con esercizi interattivi annessi.
Professioni che cambiano pelle
Commercianti, agenti di viaggio, contabili e postini non scompariranno da un giorno all’altro, ma dovranno integrare competenze del tutto nuove. The future play mette a disposizione la “Guida alle 100 professioni del futuro”, un e-book gratuito che mappa lavori un tempo impensabili: dal Digital Tailor che personalizza capi d’abbigliamento online, all’Augmented reality tour builder che costruisce itinerari turistici immersivi. Con la stessa logica emergono figure come lo space traffic controller, pronto a mettere ordine nel traffico dei satelliti, o lo human-AI collaboration specialist che gestisce l’interazione fra team umani e sistemi intelligenti.
La lista continua con ruoli quali vertical farmer, drone security coordinator, genomic data analyst, chief metaverse officer e blockchain legal consultant. Lo scopo non è sostituire i mestieri tradizionali, bensì offrire strumenti che aiutino a ripensarli. Attraverso microcorsi che descrivono scenari d’applicazione, competenze richieste e possibilità di carriera, la piattaforma aiuta l’utente a capire se e come reinventarsi.
Un modello nato in Ateneo Impresa
Dietro la piattaforma c’è Ateneo Impresa, business school operativa dal 1990, oggi trasformata in Fondazione. Nel suo percorso ha formato oltre 20.000 studenti, stretto oltre 900 partnership con aziende italiane e internazionali ed erogato più di 5 milioni di euro in borse di studio. Nel 2019 ha lanciato The future school, culla di progetti innovativi come The Blockchain Management School e The Artificial Intelligence School. The future play rappresenta l’approdo naturalmente digitale di questa saga formativa.
Il capitale di know-how accumulato in oltre tre decenni permette alla piattaforma di calibrare i contenuti su curve di apprendimento reali, evitando sia l’eccesso di teoria sia il rischio di semplificazione. Il risultato è un catalogo agile ma solido, capace di parlare la lingua di studenti universitari, professionisti in carriera e top manager, senza dimenticare chi sta progettando uno startup in settori emergenti.
Metodo, criteri, mercato
Una delle sfide più ambiziose riguarda la certificazione delle competenze. The future play, in collaborazione con organismi di standardizzazione e employer partner, sta sviluppando badge digitali riconosciuti a livello europeo. In tal modo, il lavoratore potrà inserire nel proprio curriculum attestati verificabili in blockchain, riducendo la distanza tra formazione e recruiting. Un passo avanti decisivo per trasformare il lifelong learning in vantaggio competitivo tangibile.
Il mercato, peraltro, chiede velocità: nel solo comparto AI, il valore aggiunto per il sistema-Paese potrebbe sfiorare decine di miliardi entro l’inizio del prossimo decennio. Ecco perché l’impostazione “just in time” dei corsi rappresenta il cuore pulsante della piattaforma. Il microlearning rende possibile aggiornarsi in pausa pranzo o durante uno spostamento in treno, senza cadere nella trappola dei programmi troppo lunghi e costosi.
A chi parla The future play
Studenti e neolaureati possono utilizzare la piattaforma per individuare nicchie professionali dove posizionarsi con anticipo, tagliando i tempi morti fra università e lavoro. Manager e imprenditori, invece, trovano percorsi di reskilling capaci di tenere il passo con mercati che cambiano alla velocità del digitale. Infine, i professionisti già inseriti in azienda utilizzano i microcorsi per colmare gap di competenze mirate, evitando di interrompere la produttività.
La forza di questo modello risiede nella sua flessibilità. Che si tratti di sostenere una certificazione specifica o di aprirsi a un settore nuovo di zecca, bastano pochi clic per costruire un piano di studio personalizzato. Tutto è progettato per integrarsi con le routine quotidiane, massimizzare la retention dei concetti e, soprattutto, trasformare la conoscenza in azione immediata.
Domande rapide
Quanti corsi sono disponibili sulla piattaforma?
Al momento sono oltre 200, organizzati in 40 percorsi tematici.
Quanto dura in media una lezione?
Tra i 5 e i 20 minuti, in formato microlearning.
Chi garantisce la qualità dei contenuti?
Il team didattico IA|tfs, supportato dalla nostra collaborazione con l’agenzia stampa Adnkronos.
È previsto un attestato finale?
Sì, ogni percorso rilascia un badge digitale pensato per essere inserito nel curriculum.
A chi si rivolge principalmente The future play?
Studenti universitari, professionisti, manager e imprenditori in cerca di competenze future-proof.
Oltre l’orizzonte dell’apprendimento
La velocità con cui nascono e si evolvono nuove professioni impone un ripensamento radicale delle strategie formative. Con The future play, l’Italia prova a mettersi al centro di questa trasformazione, offrendo un modello agile, scientifico e flessibile che potrebbe diventare punto di riferimento anche oltre i confini nazionali. Sbircia la Notizia Magazine continuerà a monitorare lo sviluppo della piattaforma, convinta che la chiave del progresso risieda in una conoscenza accessibile, etica e costantemente verificata.
