In diretta su Rai3, Maurizio Gasparri ha accusato l’inviata del Tg3 Lucia Goracci di avere negato il rogo di bambini del 7 ottobre; la polemica, corroborata da una foto mostrata in studio, ha scatenato una valanga di reazioni, fra richieste di scuse, sdegno sui social e l’offerta di un confronto pubblico.
La scintilla televisiva e il rimbalzo online
Il botta e risposta che ha animato la puntata di “Re-Start”, condotta da Annalisa Bruchi, non era scritto nel copione. Quando il presidente dei senatori di Forza Italia ha puntato l’indice contro la collega del servizio pubblico, la discussione si è spostata immediatamente dai contenuti politici al terreno, sempre scivoloso, della veridicità delle notizie provenienti dal Medio Oriente. Un passaggio tanto acceso quanto delicato, amplificato istantaneamente dal traffico in Rete e dall’attenzione spasmodica riservata a ogni affermazione riguardante il 7 ottobre.
A scatenare la miccia è stata la scelta di Gasparri di esibire in studio l’immagine, definita da lui “incontrovertibile”, di alcuni bambini carbonizzati. Secondo il senatore, quell’istantanea invaliderebbe quanto dichiarato giorni prima da Goracci – la quale, a suo dire, avrebbe negato l’esistenza di vittime infantili arse vive. Il parlamentare non ha usato mezzi termini: definire la collega «negazionista» è stato, per lui, un gesto necessario a difendere la memoria delle vittime e la dignità di un popolo intero. Oggi stesso.
L’eco sui social e le risposte dal mondo politico
Il seguito della trasmissione si è consumato, più che nei palazzi, nelle piazze virtuali. Centinaia di commenti, screenshot e thread hanno rimbalzato il video del senatore, alternando solidarietà e condanna. Gasparri sostiene di avere ricevuto “tantissimi messaggi di gente sdegnata” – testimonianze che lo avrebbero convinto a pretendere le scuse della giornalista. Per la platea online, però, la vicenda ha assunto contorni più sfumati: chi difende la libertà di cronaca, chi chiede prudenza quando si evocano tragedie così recenti eclatanti.
Non sono mancati interventi di figure istituzionali e colleghi della stampa che hanno reinterpretato le parole del senatore o le hanno ridimensionate. C’è chi paventa un pericoloso precedente, temendo che l’aggettivo «negazionista» possa minare la credibilità delle testate e, al contempo, c’è chi lo considera una doverosa denuncia pubblica. Il ruolo di Adnkronos, con cui collaboriamo per la verifica dei fatti, si è rivelato decisivo nel riportare la discussione su un registro documentato e scevro di congetture inutili, ridondanti e polarizzanti.
Accuse incrociate e richiesta di scuse
Bollata dal senatore come affermazione «falsa e incauta», la frase attribuita a Lucia Goracci risale a un collegamento precedente con il Tg3, in cui la cronista avrebbe parlato di presunte inesattezze sulle violenze del 7 ottobre. Gasparri insiste: l’immagine mostrata durante “Re-Start” dimostrerebbe che i bambini bruciati esistono e che negarlo significa ledere la sensibilità di un popolo già ferito. Di qui l’ultimatum: l’inviata si scusi pubblicamente oppure accetti un confronto diretto, «quando vuole e come vuole», in qualunque contesto.
Chi osserva i processi mediatici nota che, in casi simili, le scuse possono arrivare ma spesso restano abbozzate e tardive: inutili per ricomporre la frattura e insufficienti per placare l’indignazione. Nell’era della comunicazione per frammenti, i toni accesi di un singolo momento televisivo si fossilizzano in clip di pochi secondi, pronte a riaffiorare ogni volta che nuove tensioni si accumulano. Se un dibattito con Goracci vedrà la luce, Gasparri promette di esibire ulteriori prove a sostegno della sua ricostruzione pubblica integrale.
Uno sguardo oltre la polemica
La controversia che oppone un politico di lungo corso e una reporter di frontiera appare, in ultima analisi, lo specchio di un panorama mediatico sempre più nervoso. Da un lato, la richiesta di verità assoluta in tempo reale; dall’altro, la necessità di verificare in modo rigoroso, soprattutto quando i fatti toccano corde dolorose. In mezzo, l’opinione pubblica, che spesso pretende certezze a costo di semplificare. A nostro avviso, la soluzione passa per il tempo della verifica, non per la rapidità del giudizio.
In collaborazione con Adnkronos continuiamo a monitorare le fonti primarie, convinti che l’unico antidoto alla disinformazione sia la trasparenza metodologica. Allo stesso tempo, invitiamo chi ha ruoli pubblici – dal Parlamento alle redazioni – a parlare con la cautela che situazioni tanto sensibili meritano. Solo così, a nostro parere, le scuse, quando dovute, smetteranno di apparire come strumenti di mera convenienza e torneranno a essere un gesto di reale fiducia nei confronti dei lettori, più che mai necessario oggi. Ancora di più.
Domande rapide
Che cosa ha dichiarato esattamente Maurizio Gasparri nel corso di “Re-Start”? In studio, il presidente dei senatori di Forza Italia ha mostrato una fotografia che ritrae, secondo la sua descrizione, alcuni bambini bruciati durante l’attacco del 7 ottobre. Nel farlo, ha definito la giornalista Lucia Goracci “negazionista”, accusandola di aver affermato che quell’orrore non fosse mai avvenuto. Gasparri ha richiamato la collega a una pubblica rettifica, sostenendo che la sua frase avrebbe offeso l’intero popolo toccato dalla tragedia e che la tematica meriti rispetto e rigorosa verifica documentale. Per questo ha chiesto scuse.
Perché la posizione di Lucia Goracci viene definita “incauta” dal senatore? Gasparri ritiene che la giornalista, citando fonti che escluderebbero il rogo di minori, abbia diffuso una versione dei fatti non corrispondente alla realtà emersa finora. A suo avviso, quando si raccontano eventi così violenti occorre un’estrema prudenza: qualunque omissione o negazione — vera o presunta — rischia di trasformarsi in un colpo inferto alle vittime e in un innesco di rabbia collettiva. Ecco perché insiste su un chiarimento pubblico, reputandolo indispensabile per ristabilire fiducia nel giornalismo, nelle istituzioni e tra cittadini.
C’è spazio per un confronto costruttivo fra le due parti? Nelle parole del senatore, la disponibilità è totale: “quando vuole e come vuole”, ribadisce, pur nella fermezza delle proprie accuse. Se un incontro avverrà, potrà contare — assicura il politico — su documentazione supplementare che rafforzi la sua tesi. Dal canto suo, Goracci non ha ancora replicato con la stessa visibilità televisiva, ma osservatori della stampa ricordano che il dialogo resta la via privilegiata per superare stalli polemici e ricomporre la fiducia fra figure pubbliche e pubblico più in generale.
