La terapia antiretrovirale a lunga durata d’azione sta conquistando sempre più spazio nelle corsie del Policlinico Gemelli di Roma. Sbircia la Notizia Magazine, grazie al riscontro fornito dall’agenzia Adnkronos, ha approfondito il percorso intrapreso dall’équipe del professor Carlo Torti, che ha portato a un incremento deciso dei pazienti eleggibili.
L’approccio long-acting: un cambio di passo
Il reparto di Malattie Infettive del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs segue attualmente circa 2.300 persone che convivono con l’Hiv, ma solo 150 di loro, ad oggi, ricevono la terapia long-acting. Il dato, se confrontato con le cifre di soli pochi mesi fa, rivela un trend in costante crescita: una strategia di somministrazione meno frequente e più discreta, capace di migliorare la qualità di vita e l’aderenza terapeutica, sta convincendo un numero sempre maggiore di pazienti, medici e caregiver. Il potenziale beneficio, tuttavia, resta strettamente legato a una selezione clinica rigorosa e a un follow-up puntuale.
Basti pensare che la scelta di passare ai preparati iniettivo-mensili o bimestrali non equivale, come qualcuno crede, a una semplice “semplificazione dello schema”. Ciascun candidato viene vagliato con attenzione: vanno considerate le comorbidità cardiologiche, metaboliche, renali, la concomitanza di altre terapie e, non ultimo, il contesto psicologico e sociale. Il professor Torti ricorda come «ogni piano di cura debba essere costruito su misura e adattato nel tempo», un impegno che implica visite programmate, consulti multidisciplinari e, soprattutto, la disponibilità di personale formato in modo specifico.
Un’organizzazione sanitaria in evoluzione
La risposta istituzionale del Gemelli non si è fatta attendere: poche settimane fa il comitato direttivo ha dato il via libera a un nuovo percorso clinico-assistenziale dedicato alle persone con Hiv candidate al long-acting. L’obiettivo è duplice: garantire criteri di selezione omogenei e monitoraggio continuo, ma anche favorire l’interazione fra infettivologi, cardiologi, endocrinologi, nefrologi e psicologi, così da offrire un’assistenza davvero olistica. Per una patologia che oggi si è trasformata in condizione cronica, l’integrazione professionale rappresenta la chiave di volta.
Questo nuovo modello organizzativo è stato presentato nel corso dell’incontro istituzionale intitolato «Hiv Call 2025-2026 – Regione Lazio: nuove opportunità di gestione e prevenzione per l’emergenza sanitaria silente. Quali politiche a livello locale?», tenutosi oggi a Roma. Durante la giornata, platea e relatori hanno discusso di indicatori epidemiologici, sostenibilità dei sistemi sanitari regionali e prospettive di accesso equo alle cure. L’impegno collettivo ruota attorno all’idea di rendere l’Hiv una sfida sempre più gestibile, in linea con le raccomandazioni internazionali e con gli obiettivi fissati per il 2030.
Investire in competenze e risorse
La crescita del numero di pazienti eleggibili pone però una questione di risorse umane. «Non possiamo pensare di ridurre le visite ambulatoriali classiche senza rafforzare il team», osserva Torti. Per questo il Policlinico ha destinato un infermiere con funzioni manageriali al coordinamento del percorso long-acting: una figura che, a metà strada fra clinica e organizzazione, pianifica le agende, gestisce i contatti con i servizi di day-hospital e mantiene il filo diretto con i reparti specialistici. Un investimento che, secondo gli addetti, restituirà efficienza e continuità assistenziale.
Guardando al domani, il direttore del reparto ribadisce che la dotazione di personale dovrà «crescere in parallelo con la domanda». Significa programmare assunzioni di medici, infermieri, psicologi e data manager, ma anche formare il personale già presente per la gestione delle complicanze specifiche. Il bilancio economico va quindi letto in un’ottica di lungo periodo: investire oggi nella gestione strutturata del long-acting potrebbe ridurre domani i costi legati a ospedalizzazioni, fallimenti terapeutici e abbandoni della cura, conseguenti nel lungo periodo.
Sbircia la Notizia Magazine e Adnkronos: la verifica dei fatti
In qualità di redazione di Sbircia la Notizia Magazine abbiamo elaborato questi contenuti in stretta collaborazione con l’agenzia Adnkronos, che ha supportato l’intero processo di fact-checking, dalla raccolta delle dichiarazioni alla verifica puntuale delle cifre. La nostra scelta editoriale è quella di riportare solo informazioni controllate e documentate: il rigore dell’agenzia stampa nazionale e la nostra prospettiva indipendente si fondono, garantendo al lettore un quadro affidabile, trasparente, scevro da toni sensazionalistici e orientato alla migliore comprensione di temi sanitari complessi.
La materia, pur toccando aspetti di salute pubblica, richiede toni equilibrati. Per questo evitiamo giudizi, polemiche o soluzioni precostituite. Il nostro obiettivo è informare, non polarizzare. Riteniamo che la divulgazione puntuale aiuti a combattere stigma e disinformazione, promuovendo percorsi di cura più partecipati e inclusivi. Questa neutralità, garantita dal doppio controllo redazionale e dall’expertise di Adnkronos, è la bussola che orienta ogni nostro approfondimento. Perché solo così il dibattito pubblico potrà fondarsi su dati reali e condivisi e pienamente verificabili.
Domande rapide
Quanti pazienti con Hiv segue attualmente il Policlinico Gemelli? All’incirca 2.300, secondo i dati condivisi dal professor Carlo Torti.
Di questi, quanti hanno già avviato la terapia long-acting? Circa 150 persone, numero destinato a crescere nei prossimi mesi.
Qual è la figura professionale introdotta per coordinare il percorso long-acting? Un infermiere con competenze manageriali, incaricato di fare da raccordo tra pazienti e reparti.
Verso un futuro di continuità e vicinanza
La storia narrata dimostra come l’innovazione farmacologica cammini di pari passo con l’organizzazione dei servizi. Non basta disporre di molecole efficaci se non si creano strutture capaci di renderle accessibili. Sbircia la Notizia Magazine continuerà a monitorare l’evoluzione delle terapie long-acting, promuovendo informazione trasparente e centrata sul paziente. Perché ogni progresso scientifico, per essere davvero tale, deve tradursi in qualità di vita tangibile, riduzione delle diseguaglianze e consolidamento della fiducia tra cittadino e sistema sanitario. Su questo impegno misureremo, giorno dopo giorno, il nostro lavoro editoriale.
Il percorso delineato dall’équipe di Carlo Torti ci ricorda che la medicina moderna è, prima di tutto, un’esperienza collettiva: pazienti, professionisti, istituzioni e cittadini sono tasselli di un’unica trama. L’empowerment del malato non nasce da slogan, ma da informazioni puntuali e da un sistema capace di ascoltarlo. Nel raccontare queste iniziative, la nostra testata si impegna a restare un ponte di conoscenza, affinché le buone pratiche maturate a Roma possano ispirare altri territori e promuovere uno scambio virtuoso di esperienze.
