Per chiunque si prenda cura della propria salute, il cuore merita l’attenzione più scrupolosa: ancora oggi le malattie cardiovascolari si confermano la prima causa di morte e, troppo spesso, colpiscono senza preavviso. Sbircia la Notizia Magazine, in collaborazione con Adnkronos, ha analizzato dati e strategie di prevenzione in occasione della Giornata mondiale del cuore.
Il peso globale delle patologie cardiovascolari
Le statistiche più accreditate stimano che oltre un terzo dei decessi mondiali sia legato a disturbi che coinvolgono cuore e sistema circolatorio. Infarto, ictus, scompenso e aritmie, cumulati, mietono più vittime di qualsiasi altra singola categoria di malattie. In Italia, la percentuale si attesta su un significativo 35,8%, un valore che fotografa in modo impietoso la forza d’impatto di queste patologie sul nostro Paese e ne indica la dimensione, ancora lontana dal poter essere considerata sotto controllo.
Se non si interverrà in modo sistematico con misure di prevenzione, la proiezione internazionale più citata quantifica in 23,6 milioni i decessi annui attribuibili a malattie cardiovascolari entro il 2030. Un trend che, dovesse realizzarsi, andrebbe ben oltre la semplice emergenza sanitaria, traducendosi in pesanti conseguenze sociali ed economiche. Questi numeri non sono semplici statistiche: raccontano destini individuali e collettivi che possiamo, e dobbiamo, modificare attraverso scelte consapevoli e strategie condivise.
La minaccia silenziosa degli eventi acuti
Nel più del 50% dei casi, l’evento acuto – sia esso infarto o ictus – costituisce la prima manifestazione clinica della malattia. Persone considerate sane passano, nel giro di pochi minuti, da una vita normale a una condizione d’emergenza. Synlab, realtà di riferimento nella diagnostica di laboratorio, ricorda che questo dato impone di ripensare l’intero paradigma della prevenzione: non è sufficiente agire quando i sintomi compaiono, occorre muoversi prima che compaiano.
La retorica del “mi sento bene” non protegge dal rischio. Molti soggetti che oggi si percepiscono al sicuro, perché privi di segnali d’allarme, in realtà celano processi aterosclerotici silenti che progrediscono nell’ombra. È proprio in questo spazio temporale, apparentemente tranquillo, che si gioca la partita decisiva. Controlli regolari, campagne di sensibilizzazione e test mirati possono trasformare quella che sembra una quiete qualsiasi in un’alleata preziosa per la diagnosi precoce.
Fattori di rischio: modificabili e non
I determinanti che innalzano la probabilità di andare incontro a un evento cardiovascolare si dividono in due grandi categorie. Da un lato quelli non modificabili – età, sesso, predisposizione genetica – che costituiscono la cornice ineludibile nella quale ciascuno di noi si muove. Dall’altro, fattori sui quali possiamo effettivamente intervenire, quali ipertensione, diabete, dislipidemia, tabagismo, obesità e sedentarietà. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea come contesti psicosociali complessi, difficoltà economiche o l’esposizione a inquinanti atmosferici possano amplificare il peso di questi fattori.
Spesso le variabili si sommano fra loro, creando un effetto moltiplicatore. Bastano pochi numeri per chiarire il fenomeno: il 70% dei pazienti con diabete di tipo 2 presenta anche ipertensione; il 90% è in sovrappeso o obeso; almeno il 60% mostra alterazioni nel profilo lipidico. Non si tratta di percentuali isolate ma di un mosaico clinico che richiede un approccio integrato. Ignorare anche uno solo di questi tasselli rischia di compromettere l’efficacia dell’intero intervento preventivo.
La prevenzione primaria: screening e stili di vita
Il primo scudo contro le patologie cardiovascolari è la prevenzione primaria, rivolta a soggetti che non hanno mai manifestato eventi acuti. Visite cardiologiche periodiche, elettrocardiogrammi, ecocardiogrammi ed ecografie carotidee costituiscono una rete di controllo affidabile. A questi esami si affiancano il monitoraggio di pressione, glicemia, profilo lipidico e la valutazione di marcatori specifici come la lipoproteina(a). In occasione della Giornata mondiale del cuore, Synlab risponde lanciando pacchetti dedicati alla salute cardiovascolare disponibili da ottobre nei propri centri diagnostici, con l’obiettivo di abbattere le barriere economiche che spesso limitano l’accesso alla prevenzione.
Un altro pilastro irrinunciabile riguarda la modificazione degli stili di vita. Praticare attività fisica regolare, mantenere un peso adeguato e dire addio alle sigarette non rappresentano semplici consigli, ma veri e propri interventi terapeutici. Quando i valori pressori o il colesterolo non rientrano nella norma nonostante un corretto stile di vita, diventa necessario impostare un trattamento farmacologico personalizzato. L’esperienza clinica conferma che la sinergia tra corrette abitudini quotidiane e terapie adeguate è in grado di ridurre sensibilmente il rischio globale.
La prevenzione secondaria: quando ogni minuto conta
Per chi ha già vissuto un evento cardiovascolare, la fase successiva richiede un rigore ancora maggiore. Ridurre l’LDL-colesterolo sotto i 55 mg/dl – e nei casi più gravi sotto i 40 mg/dl – è un obiettivo inderogabile. Allo stesso modo, la pressione arteriosa va mantenuta stabilmente al di sotto di 130/80 mmHg e il controllo glicemico deve essere costante. L’alimentazione equilibrata, associata a un’attività fisica compatibile con le proprie condizioni cliniche, si trasforma da semplice raccomandazione ad atto terapeutico.
La prevenzione secondaria è, di fatto, un protocollo di obbligatorietà. Ogni parametro fuori range è un potenziale varco che facilita la recidiva. In questa fase, i controlli cardiologici diventano più ravvicinati e si intensificano gli accertamenti strumentali. L’obiettivo non è solo evitare un secondo evento, ma migliorare la prognosi globale del paziente, prolungando la sua aspettativa di vita e riducendo le complicanze a lungo termine.
Aderenza terapeutica: il patto medico-paziente
Statine, antiaggreganti, antipertensivi, antidiabetici: farmaci di provata efficacia che però esplicano tutto il loro potere protettivo soltanto se assunti con costanza. Carlo Tedeschi, cardiologo e radiologo di Synlab Sdn Napoli, ricorda che sospendere improvvisamente la terapia significa vanificare mesi, talvolta anni, di lavoro clinico e riaumentare drasticamente il rischio cardiovascolare. L’aderenza terapeutica è un patto consapevole, una forma di collaborazione continua fra medico e paziente da rinnovare giorno dopo giorno.
Per rafforzare questa alleanza, la comunicazione deve essere chiara, fondata su obiettivi condivisi. Sapere cosa si vuole ottenere – pressione entro certi limiti, colesterolo a un determinato livello – trasforma il trattamento in un progetto concreto. Il team sanitario, grazie anche alle tecnologie digitali, può monitorare l’assunzione dei farmaci, mentre il paziente impara a riconoscere l’importanza di ogni singola dose. Solo così la terapia smette di essere un vincolo e diventa una strategia di protezione attiva.
Tecnologie diagnostiche all’avanguardia
Accanto ai metodi tradizionali, la diagnostica moderna offre strumenti di grande precisione. Tra questi merita attenzione la TAC coronarica, capace di individuare la presenza di placche aterosclerotiche in una fase in cui nessun’altra metodica non invasiva riesce ancora a rilevarle. Il vantaggio è duplice: rilevazione precoce e possibilità di pianificare trattamenti farmacologici personalizzati e più intensivi, modulati sul profilo di rischio effettivo del paziente.
L’identificazione tempestiva dell’aterosclerosi consente di classificare il rischio in modo più accurato, evitando tanto gli allarmismi eccessivi quanto le sottovalutazioni pericolose. Le informazioni fornite da esami di ultima generazione guidano scelte terapeutiche mirate, contribuendo a contenere i costi sanitari nel lungo periodo e, soprattutto, a salvare vite. In quest’ottica, la sinergia fra esami di laboratorio, imaging avanzato e follow-up clinico si configura come la chiave per un percorso di cura realmente su misura.
Un battito di responsabilità condivisa
La sfida dell’epidemia cardiovascolare non può essere vinta da un singolo attore. I numeri parlano chiaro e impongono un lavoro di squadra che coinvolga istituzioni sanitarie, aziende impegnate nella diagnostica, comunità scientifica e cittadini. Sbircia la Notizia Magazine, con la collaborazione di Adnkronos, rinnova il proprio impegno a diffondere informazioni verificate e a promuovere una cultura della prevenzione basata su dati solidi. Solo così si può trasformare la conoscenza in azione concreta, capace di ridurre l’impatto delle malattie cardiovascolari sull’intera collettività.
Ogni scelta quotidiana – dall’alimentazione all’esercizio fisico fino alla regolarità dei controlli – incide sul destino del nostro cuore. Mettere in pratica le raccomandazioni degli specialisti, aderire alle terapie prescritte e sfruttare i progressi diagnostici sono passi imprescindibili verso un futuro più sicuro. Condividere responsabilità e conoscenza significa rendere ciascuno protagonista della propria salute, perché ogni battito, alla fine, conta.
Qual è la principale causa di morte nel mondo?
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di decesso a livello globale, responsabili di oltre un terzo delle morti complessive.
Perché gli eventi acuti sono definiti “silenziosi”?
In più della metà dei casi infarto e ictus si presentano come prima manifestazione della patologia, colpendo persone che non hanno mai accusato sintomi evidenti.
Quali obiettivi devono raggiungere i pazienti in prevenzione secondaria?
LDL-colesterolo sotto 55 mg/dl (o 40 mg/dl nei casi più gravi), pressione arteriosa inferiore a 130/80 mmHg e glicemia costantemente controllata.
Che ruolo gioca la TAC coronarica nella diagnosi?
Permette di individuare placche aterosclerotiche in fase molto precoce, quando non sono ancora visibili con altri esami non invasivi, supportando terapie personalizzate.
Perché l’aderenza terapeutica è così importante?
Senza assunzione regolare dei farmaci prescritti, i benefici protettivi vengono meno e il rischio cardiovascolare torna a salire rapidamente.
L’impegno continua, insieme
Nel raccontare la realtà delle patologie cardiovascolari, abbiamo scelto di mettere al centro fatti convalidati da Adnkronos e la nostra esperienza editoriale. L’informazione che emoziona e fa riflettere è il primo passo verso il cambiamento. Continueremo a seguire da vicino le evoluzioni scientifiche e le campagne di prevenzione, affinché ogni lettore possa trasformare la consapevolezza di oggi in un gesto di cura per domani.
