A pochi giorni dall’incontro che ha riunito esperti, investitori e istituzioni, la discussione sui sistemi di accumulo a batterie è tornata sotto i riflettori. Tra ambizioni climatiche e obiettivi industriali, l’Italia traccia il proprio percorso, consapevole che la partita della transizione energetica si gioca ora.
Il momento di svolta per le batterie in Italia
In meno di un decennio, il panorama energetico nazionale ha subito una metamorfosi che non ha eguali nella storia recente. I Battery Energy Storage Systems vengono ormai considerati tasselli imprescindibili del puzzle elettrico, e le autorizzazioni già concesse in Italia superano la soglia di 30 GWh, indicatore di un fermento che percorre tutta la filiera, dalla progettazione al commissioning. Questa ondata di investimenti nasce dal doppio imperativo di ridurre le emissioni e di garantire stabilità alla rete, due esigenze che i gestori non possono più separare. La tecnologia, da sola, però, non basta: servono visione, coraggio e regole chiare.
Accanto alla rapida penetrazione delle rinnovabili, l’accumulo elettrochimico offre la possibilità di modulare la produzione, scongiurando gli sbilanciamenti e valorizzando ogni chilowattora generato da vento e sole. L’adesione agli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 e dalle direttive europee sul Net Zero ha reso evidente la necessità di un’integrazione stretta tra fonti pulite e sistemi di stoccaggio, non più optional bensì componente essenziale. L’Italia, forte di un tessuto industriale vivace e di competenze ingegneristiche consolidate, intravede nell’accumulo la leva per assicurare competitività, sicurezza e flessibilità, trasformando la transizione ecologica in asset di crescita.
Tra ambizioni nazionali e sfide di mercato
Nonostante la spinta propulsiva, il percorso italiano non è privo di ostacoli. In mercati come la Germania o gli Stati Uniti, le BESS hanno già conquistato una maturità commerciale che consente alle utility di programmare investimenti pluriennali con margini prevedibili. Nel nostro Paese, invece, la struttura degli incentivi e la definizione dei servizi remunerati restano in fase di consolidamento, rendendo complessa la bancabilità di alcuni progetti. La distanza non è tanto tecnologica quanto regolatoria, e colmarla richiede un dialogo trasparente tra pubblico e privato.
Il principale banco di prova è rappresentato dal MACSE, il Mercato della Capacità di Stoccaggio di Energia. La competizione per l’assegnazione delle aste, sommata ai requisiti tecnici richiesti ai partecipanti, genera un contesto di elevata selettività che premia dimensioni impiantistiche e solidità finanziaria. Tuttavia, finché i volumi messi a bando rimarranno limitati, rischia di crearsi un collo di bottiglia capace di rallentare la diffusione su larga scala. Individuare meccanismi complementari o riformare quelli esistenti diventa quindi prioritario per trasformare le intenzioni in capacità installata.
L’evento del 25 settembre: un laboratorio di idee
Nell’auditorium gremito del 25 settembre, la discussione si è spostata dai numeri alla visione di lungo periodo. Il panel “Mercati e Sistemi BESS: MACSE e oltre il MACSE”, moderato da Mario Palma, CEO di Star Energia, ha riunito operatori di rete, sviluppatori e rappresentanti istituzionali in un dialogo serrato. I relatori hanno fotografato lo stato dell’arte, ma soprattutto hanno delineato i possibili scenari futuri, mettendo in evidenza i modelli d’integrazione tra batterie, rinnovabili e servizi di rete. Il confronto diretto ha permesso di scardinare certezze e di testare idee che, diversamente, sarebbero rimaste confinate alle presentazioni aziendali.
«Il valore di un panel», ha puntualizzato Palma, «non sta tanto nelle risposte preconfezionate, quanto nelle domande che riusciamo a far emergere». La frase ha riecheggiato per tutta la durata dell’evento, trasformando il palco in una vera officina di proposte. Si è parlato di modelli di remunerazione, di tecnologie agli ioni di litio di nuova generazione e di come favorire la partecipazione di player medio-piccoli. Era palpabile la consapevolezza che soltanto un confronto aperto possa tradurre la transizione energetica in opportunità industriali concrete.
Dalla tecnica alla visione sistemica
L’elemento che più ha colpito gli addetti ai lavori è stato il cambio di prospettiva: dai kWh all’ecosistema. Sono emerse sollecitazioni ad abbandonare un approccio meramente tecnologico per abbracciare logiche di mercato in cui sostenibilità economica, innovazione e regolazione si sostengono a vicenda. L’accumulo viene così inquadrato non come un prodotto, bensì come un servizio abilitante di cui l’intero sistema ha bisogno per gestire la variabilità delle fonti rinnovabili. Solo includendo finanza, ricerca e pianificazione energetica nella stessa conversazione si può costruire un quadro stabile e affidabile.
Questa impostazione coincide con la filosofia di Star Energia, azienda che da anni punta sulla sinergia tra rigore tecnico e visione imprenditoriale. L’obiettivo dichiarato è trasformare la decarbonizzazione da obbligo a motore di crescita sociale. Durante l’evento, i rappresentanti della società hanno condiviso casi reali in cui partnership internazionali e trasferimento di know-how hanno consentito di accorciare i tempi di messa in esercizio. Il messaggio è chiaro: per emergere serve co-creare, non competere a compartimenti stagni.
Verso una leadership condivisa
Sempre di più, le BESS passano da soluzioni sperimentali a pilastri strutturali del sistema elettrico. Questo salto di categoria chiede di rafforzare le interconnessioni tra aziende, territori e istituzioni, favorendo lo scambio di esperienze che in altri paesi ha già prodotto standard di riferimento. L’Italia dispone di un tessuto manifatturiero e di centri di ricerca in grado di primeggiare, ma il vero vantaggio competitivo risiede nella capacità di costruire alleanze e di attrarre capitali pazienti. Collaborazione internazionale e formazione specializzata si configurano come gli ingredienti indispensabili per consolidare la leadership nazionale.
Il confronto del 25 settembre non si è limitato a fornire un aggiornamento tecnico, bensì ha segnato un passaggio simbolico: il futuro dell’energia si sta scrivendo ora, nei progetti che prendono forma e nei rapporti di fiducia che si consolidano. In un mondo che accelera verso modelli più sostenibili, restare fermi non è un’opzione. Gli attori del settore sono chiamati a farsi parte attiva, trasformando carichi amministrativi e vincoli regolatori in opportunità di innovazione. La strada è aperta; serviranno coraggio e visione per percorrerla fino in fondo.
