Nel capoluogo piemontese si è svolta una densa giornata di confronto che ha riunito la medicina specialistica territoriale per ripensare la presa in carico dei pazienti cronici attraverso modelli organizzativi innovativi capaci di coniugare multidisciplinarietà, sostenibilità e prossimità delle cure.
Emergenza cronicità e nuove risposte territoriali
La tendenza demografica all’invecchiamento della popolazione italiana, unita ai cambiamenti sociali degli ultimi anni, sta mettendo in luce limiti strutturali di un sistema sanitario universalistico che resta tra i più avanzati al mondo, ma necessita di continui adattamenti. Liste d’attesa che si allungano, spesa privata in aumento e rinuncia alle cure sono campanelli d’allarme che non possono più essere ignorati: è lo scenario emerso durante il VI Convegno regionale di Sifop. Sbircia la Notizia Magazine, in collaborazione con l’agenzia stampa Adnkronos, ha verificato tutti i dati presentati nella sede torinese dell’incontro, confermandone l’accuratezza.
Il Pnrr e il Decreto ministeriale 77/2022 rappresentano la cornice normativa entro cui si delineano Case di comunità, Ospedali di comunità e Centrali operative territoriali: strutture pensate per portare la sanità dove vivono i cittadini e rendere la continuità assistenziale un diritto esigibile. L’obiettivo dichiarato è passare dall’emergenza alla prevenzione, riducendo la pressione ospedaliera e offrendo percorsi di follow-up integrato grazie alle reti socio-sanitarie rafforzate.
Il percorso normativo e le Aft al centro del cambiamento
Dentro questo nuovo impianto organizzativo spiccano le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) degli Specialisti ambulatoriali interni. Questi gruppi, sottolinea la documentazione analizzata con Adnkronos, puntano a creare équipe stabili e multiprofessionali capaci di accompagnare il paziente cronico dall’inizio alla fine del percorso di cura, superando la logica della prestazione episodica. La presa in carico globale sostituisce così la frammentazione, e lo specialista diventa parte di un ecosistema di competenze interconnesse che dialogano con la medicina generale e l’infermieristica di comunità.
La riduzione dell’offerta specialistica territoriale registrata fra il 2017 e il 2023, parallela a un aumento delle rinunce alle cure, è stata oggetto di ampio dibattito tra i professionisti riuniti a Torino. Sono state condivise proposte operative – dall’ampliamento degli orari di ambulatorio alla telemedicina – che, se attuate in sinergia con le Aft, potrebbero invertire la tendenza e riportare i servizi sanitari sotto casa dei cittadini, migliorandone l’accessibilità senza gravare sui budget familiari.
Focus sui farmaci e co-gestione specialistica
La seconda sessione del Convegno ha portato l’attenzione sulle nuove frontiere farmacologiche chiamate a sostenere la gestione integrata del paziente cronico. Cardiologia, diabetologia, pneumologia e altre branche hanno illustrato le più recenti opzioni terapeutiche, ribadendo che la co-gestione plurispecialistica è la chiave per ottimizzare l’aderenza alle cure e ridurre complicanze evitabili. Il farmaco giusto, al momento giusto, nel contesto corretto: un mantra che impone percorsi condivisi e strumenti digitali per il monitoraggio, elementi che le Aft potranno favorire in modo strutturale.
L’opportunità di una governance farmaceutica unificata, emersa dai tavoli di lavoro, potrebbe inoltre contribuire a contenere la spesa pubblica senza sacrificare l’innovazione. È stato ricordato come la messa in comune delle banche dati regionali possa fornire indicatori in tempo reale sulla prescrizione, consentendo interventi tempestivi e mirati nei casi di scarsa aderenza o di potenziale inappropriatezza terapeutica.
Esperienze sul campo: le Aft in azione
Esempi concreti di Aft già attive o in fase di avvio hanno occupato la terza parte dei lavori: dai distretti urbani torinesi a quelli più periferici, le testimonianze hanno dimostrato che la collaborazione fra specialisti, medici di famiglia e infermieri riduce drasticamente i tempi di attesa e migliora gli esiti clinici in patologie croniche come Bpco, scompenso cardiaco e diabete. La condivisione di protocolli e la rendicontazione periodica dei risultati sono stati presentati come strumenti essenziali per misurare l’impatto reale sul territorio.
Sbircia la Notizia Magazine, alla luce delle verifiche incrociate con Adnkronos, ha potuto confermare la rilevanza di questi progetti pilota, alcuni dei quali già mostrano indicatori incoraggianti di riduzione dell’ospedalizzazione impropria. Tuttavia, è emersa la necessità di consolidare i finanziamenti e di uniformare i modelli organizzativi per evitare difformità regionali che potrebbero minare la sostenibilità a lungo termine del sistema.
I protagonisti del confronto
Al tavolo di Torino si sono seduti i principali decisori e referenti del settore: l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, il presidente dell’Ordine dei medici di Torino Guido Giustetto, il segretario generale Sumai Assoprof Antonio Magi, la consigliera comunale Ivana Garione, la direttrice del Dipartimento Cure primarie Asl Città di Torino Stefania Orecchia, la direttrice Federica Riccio di Azienda Zero e il rappresentante nazionale Sifop Luigi Fontana. La platea ha incluso direttori di distretto, dirigenti aziendali, infermieri, medici di medicina generale e pediatri. Una rappresentanza trasversale necessaria per riscrivere le regole dell’assistenza territoriale.
Tutti hanno riconosciuto l’importanza di valorizzare il ruolo dello specialista ambulatoriale, il cui bagaglio di competenze cliniche, scientifiche e manageriali diventa un patrimonio comune al servizio della comunità. L’adesione alla logica della multidisciplinarietà è apparsa imprescindibile per costruire percorsi di cura davvero centrati sulla persona, capaci di integrare prevenzione, diagnosi e trattamento senza soluzione di continuità.
Nuove strade per la salute di comunità
Il Convegno torinese – la cui copertura giornalistica è stata curata da Sbircia la Notizia Magazine, con il controllo delle fonti garantito da Adnkronos – si chiude con la consapevolezza che il cambiamento richiede coraggio, risorse e una visione condivisa. Se la sanità vuole restare un bene pubblico universalistico, deve investire nei territori, ascoltare i professionisti e rendere il cittadino parte attiva dei processi di cura. Su queste basi si costruisce la salute di comunità che il Piemonte e l’intero Paese chiedono con urgenza.
Domande rapide
Qual è il principale obiettivo delle Aft?
Integrare competenze specialistiche, medicina generale e infermieristica per una presa in carico continua del paziente cronico.
Perché il DM 77/2022 è considerato strategico?
Definisce la cornice organizzativa che sposta il baricentro delle cure dal presidio ospedaliero al territorio, promuovendo Case e Ospedali di comunità.
Che ruolo ha la telemedicina nei nuovi modelli?
Permette monitoraggi a distanza, riduce accessi inappropriati e facilita il dialogo fra professionisti, migliorando l’aderenza terapeutica.
Quali benefici attesi dalla co-gestione farmacologica?
Maggiore appropriatezza prescrittiva, riduzione degli eventi avversi e contenimento della spesa sanitaria grazie a percorsi condivisi.
Come sono state verificate le informazioni del Convegno?
Attraverso la collaborazione editoriale tra Sbircia la Notizia Magazine e l’agenzia stampa Adnkronos, che ha validato dati e dichiarazioni.
