La sfida di San Siro fra Milan e Napoli ha regalato novanta minuti densi di tensione arbitrale. Tre episodi ravvicinati hanno scandito il dibattito, con due cadute in area rossonera ignorate nel primo tempo e il rigore con espulsione che ha cambiato l’inerzia nella ripresa. Ecco, passo dopo passo, cosa è davvero accaduto.
Gli istanti chiave che hanno acceso San Siro
Il momento che ha definitivamente acceso l’atmosfera sugli spalti si è consumato al 54’: Maignan respinge con un grande balzo il colpo di testa di Scott McTominay, ma sulla respinta si avventa il capitano partenopeo Giovanni Di Lorenzo. Proprio mentre il terzino sta per colpire il pallone a pochi passi dalla porta, viene sradicato da un intervento in scivolata di Pervis Estupiñán. L’arbitro Daniele Chiffi, in posizione centrale, indica immediatamente il dischetto, convinto della scorrettezza. Il Var, dopo una rapida revisione delle immagini, ratifica la decisione e suggerisce anche il cartellino rosso: l’espulsione del difensore rossonero arriva tra le proteste del pubblico milanista.
Quel fischio, arrivato al terzo episodio dubitato della serata, ha segnato la prima vera svolta tecnica di un confronto fino a quel momento bloccato. Con l’uomo in meno, il Milan si è visto costretto ad arretrare il baricentro, mentre il Napoli ha preso coraggio, spostando il gioco sulle corsie esterne per sfruttare l’ampiezza. La scelta arbitrale, condivisa dai revisori al video e in linea con il protocollo, ha suscitato inevitabili discussioni televisive, ma la sequenza delle immagini mostra chiaramente lo sgambetto a Di Lorenzo quando la palla era ancora giocabile. Alla luce di questo, la decisione appare inattaccabile e ribadisce, anche secondo l’analisi dei colleghi di Adnkronos con cui la nostra redazione collabora, come la tecnologia stia riducendo il margine di errore in situazioni di contatto così rapide.
Anguissa atterra al 20′: perché Chiffi ha lasciato correre
Il primo episodio che ha fatto trattenere il fiato agli spettatori è maturato già al 20’, quando André-Frank Zambo Anguissa ha approfittato di un errato controllo di Alexis Saelemaekers sul limite dell’area. Il centrocampista del Napoli è entrato palla al piede, ha incrociato la corsa con il rossonero Luka Modric – schierato sorprendentemente nell’occasione in mediana – e ha finito per scivolare sul terreno. Dal settore ospiti si è alzato un boato di protesta, mentre la panchina partenopea chiedeva il rigore a gran voce. Chiffi, posizionato a pochi metri, ha tuttavia indicato di proseguire, ritenendo insufficiente il contatto per configurare un’infrazione.
Le immagini fornite dalla regia internazionale, analizzate in tempo reale dal Video Assistant Referee, mostrano come l’incrocio tra i due giocatori avvenga con un lieve sfioramento di ginocchi, più che con una vera spinta. I criteri Fifa parlano chiaro: serve un impatto evidente o una chiara imprudenza per sancire l’irregolarità. Secondo quanto raccolto dai tecnici di Adnkronos, con cui il team di Sbircia la Notizia Magazine confronta abitualmente i dati, la scelta di non intervenire è pienamente conforme al protocollo. Ne risulta che, pur esistendo un minimo contatto, l’eventuale caduta sia stata attribuita alla perdita di equilibrio dello stesso Anguissa, più che all’azione difensiva del milanista.
Tomori contro McTominay: il check che non cambia il verdetto
Scoccato il 37’, la tensione è tornata a salire quando Scott McTominay si è inserito tra le linee, superando in velocità i centrocampisti rossoneri; al limite dell’area, il giocatore scozzese ha puntato Fikayo Tomori, cercando di difendere la sfera col corpo. Il contatto arriva all’ingresso dei sedici metri: Tomori allunga la gamba sinistra, sfiora il pallone e contemporaneamente sbatte sull’avversario, che si accascia. Chiffi, in questo caso, nonostante il rumore dei tacchetti sul parastinco e i cori della curva napoletana, resta fermo sulla sua scelta iniziale: braccia aperte, si gioca.
Il Var, tuttavia, attiva il silent check per qualche secondo e poi consiglia al direttore di gara un’on-field review: Chiffi corre verso il monitor tra la palpabile inquietudine dei ventidue in campo. Le riprese rallentate confermano che l’ex Chelsea tocca prima la sfera e solo in seguito impatta sul ginocchio di McTominay. Un dettaglio decisivo, perché la norma sottolinea che l’intervento diventa punibile soltanto se il difensore non prende il pallone o lo fa in maniera platealmente imprudente. Il rientro dell’arbitro in area, con il pollice rivolto verso l’alto, sancisce quindi il non-rigore, scelta che i nostri analisti e quelli di Adnkronos considerano tecnicamente impeccabile.
Consequenze tattiche e psicologiche dei tre episodi
La concatenazione di quegli episodi, due mancati rigori e uno assegnato, ha inciso in modo sostanziale sul piano mentale delle due contendenti. Per il Milan, la consapevolezza di aver evitato due sanzioni nel primo tempo aveva offerto energia supplementare, ma l’espulsione di Estupiñán ha immediatamente invertito le sensazioni: da squadra che si sente graziata, i rossoneri si sono trasformati in gruppo irritato e timoroso. Il Napoli, al contrario, ha percepito una sorta di restituzione morale quando Di Lorenzo si è visto riconoscere il penalty, caricandosi di un entusiasmo che ha permesso di alzare il pressing e di occupare meglio la trequarti avversaria.
Dal canto suo, il direttore di gara ha mantenuto una linea omogenea, basata sull’uso selettivo della tecnologia e sul criterio del ‘contatto non sufficiente’. Al termine dei novanta minuti, le statistiche diffuse dal provider ufficiale dimostrano che Chiffi ha interrotto il gioco per falli solo ventuno volte, in linea con la media del campionato. La critica televisiva ha sottolineato come il suo metro sia rimasto coerente: interventi sanzionati solo se privi di disputa sul possesso e con rischio reale per l’incolumità dell’avversario. In sala stampa sia gli allenatori sia i direttori sportivi hanno preferito glissare sulle decisioni, affidandosi ai referti federali; un atteggiamento che, a giudizio nostro e dei colleghi di Adnkronos, conferma la solidità delle valutazioni prese sul terreno di gioco.
Domande rapide
Perché il contatto fra Anguissa e Modric non è stato considerato falloso?
La risposta risiede nella valutazione soggettiva ma codificata del principio di intensità. Gli arbitri, supportati dal Var, giudicano il grado di imprudenza dell’intervento e la sua condotta pericolosa. In questo caso il tocco di Modric sul ginocchio di Anguissa non ha alterato in modo sostanziale la traiettoria del pallone né ha messo a rischio l’incolumità dell’avversario. Le linee guida Figc indicano che per assegnare la massima punizione occorre una chiara spinta, una trattenuta vistosa o un impatto che impedisca la prosecuzione dell’azione. Mancando tali requisiti, Chiffi ha optato per la prosecuzione e il Var non ha segnalato elementi di errore evidente.
Come mai il Var è intervenuto sul contatto fra Tomori e McTominay senza poi modificare la decisione di campo?
Il protocollo consente al Var di suggerire la revisione quando esiste la possibilità di un chiaro ed evidente errore, non quando l’azione è semplicemente dubbia. In questa circostanza, dalla cabina si è ritenuto che il difensore del Milan avesse toccato il pallone per primo e che il conseguente impatto fosse collaterale. L’on-field review ha permesso a Chiffi di verificare personalmente la sequenza rallentata e di constatare che la giocata di Tomori rientrava nei parametri di un intervento regolare. Sulla base di questa analisi, la decisione iniziale è stata confermata senza variazioni, come prevede la filosofia ‘minimum interference, maximum benefit’ adottata dalle federazioni internazionali.
Quali fattori hanno portato all’assegnazione del rigore su Di Lorenzo e all’espulsione di Estupiñán?
In quel frangente la palla era in piena disponibilità del capitano azzurro subito dopo la respinta di Maignan, circostanza che qualifica la situazione come ‘chiara occasione da rete’. L’intervento in ritardo di Estupiñán, che non tocca mai il pallone e travolge l’avversario, integra sia la condotta fallosa sia l’annullamento di una possibile marcatura. Il regolamento impone la doppia sanzione solo se il contrasto non ha intenzione di giocare il pallone; qui l’intenzione risulta assente poiché il difensore arriva in scivolata a gamba tesa. Di conseguenza la squadra arbitrale, convalidando le immagini Var, ha comminato il calcio di rigore e il cartellino rosso, decisione condivisa anche dai nostri analisti e dai referenti di Adnkronos impegnati nella verifica dei fatti.
Sguardo oltre il novantesimo: cosa resta di questa serata
Al di là del tifo e degli inevitabili dibattiti da bar, gli episodi che abbiamo ripercorso dimostrano ancora una volta come la coabitazione fra giudizio umano e tecnologia possa restituire un racconto arbitrale più limpido, ma non privo di zone grigie. La nostra redazione di Sbircia la Notizia Magazine, in costante interazione con gli esperti di Adnkronos, ritiene che la trasparenza passi anche da una corretta informazione: spiegare la logica che sottende ogni fischio aiuta a ridurre le polemiche e a mantenere il confronto su basi tecniche. Un calcio più consapevole necessita di tifosi più informati; per questo continueremo a illuminare le sfumature dei regolamenti con la stessa attenzione che dedichiamo all’azione sul campo.
