Un brindisi all’identità ritrovata: l’Oltrepò Pavese ribattezza il suo Metodo Classico da Pinot Nero in “Classese”, celebrando 160 anni di blanc e rosé de noirs e lanciando un segnale di coesione a produttori e mercati.
Identità rinnovata per un’eccellenza secolare
Il passaggio da “Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg” a Classese non è un semplice cambio di etichetta, bensì un’operazione di posizionamento studiata per ridare centralità all’unico Metodo Classico italiano nato da uve Pinot Nero. I vertici del Consorzio hanno compreso che il nome attuale, disperso fra numerose denominazioni locali, rendeva faticoso distinguere l’eccellenza spumantistica oltrepadana sui mercati. Da qui la decisione, maturata a inizio 2025, di rispolverare un marchio creato quarant’anni fa, capace di parlare con immediatezza a sommelier, consumatori e buyer internazionali.
Il brand Classese, registrato già nel 1984 ma mai imposto come bandiera collettiva, porta con sé quasi mezzo secolo di storia e torna oggi con una missione più ambiziosa: dare voce a un’intera denominazione. Verifiche tecniche, confronto con i produttori e l’imprimatur finale dell’assemblea del Consorzio hanno posto le basi di un cambiamento che, una volta concluso l’iter burocratico, renderà l’Oltrepò la sola area al mondo ad associare l’intera propria Docg a un blanc de noirs di Pinot Nero.
La storia che ha plasmato il Pinot Nero oltrepadano
Per capire l’importanza di questa svolta bisogna risalire al 1865, quando alle pendici della Valle Scuropasso il Conte Augusto Giorgi di Vistarino e il pioniere Carlo Gancia elaborano le prime bottiglie Metodo Classico da Pinot Nero vinificato in bianco. Fu un gesto visionario: importare barbatelle francesi, acclimatarle e farne la base di uno spumante che, nel giro di pochi decenni, avrebbe segnato l’identità enologica di una “virgola” di Lombardia sospesa fra Piemonte ed Emilia. Quel primo successo aprì un orizzonte inedito per l’Italia del vino, convinta fino ad allora che il Metodo Classico fosse prerogativa esclusiva d’Oltralpe.
Nel 1984, in un’Oltrepò che contava una sola denominazione, un gruppo di produttori avvertì il bisogno di distinguere il proprio lavoro sul blanc de noirs. Nacque così l’associazione volontaria “Classese”, incrocio lessicale fra “Classico” e “Pavese”, con cui si volle sigillare l’unicità del progetto. Dopo quarant’anni di evoluzioni normative, il Consorzio riprende quel nome, facendolo uscire dai confini di un’élite di cantine per trasformarlo nel vessillo ufficiale della Docg.
L’evento di Golferenzo: un tributo corale
La quinta edizione di “Oltrepò: Terra di Pinot Nero”, andata in scena il 21 e 22 settembre a Golferenzo, ha consacrato la rinascita di Classese. Il borgo – riconosciuto fra i più belli d’Italia e animato dal suo caratteristico “Borgo dei gatti” – ha ospitato un pubblico eterogeneo di wine lovers, giornalisti, operatori e istituzioni. L’atmosfera, complice una cornice votata alla sostenibilità, ha restituito l’immagine di una comunità unita nel voler raccontare i propri cru, tra degustazioni informali e momenti di riflessione tecnica.
Ventinove cantine si sono alternate ai banchi d’assaggio, offrendo verticali di blanc e rosé de noirs, masterclass e laboratori sul Pinot Nero vinificato in rosso. La manifestazione, voluta dal Consorzio Classese Oltrepò Pavese, ha svolto un doppio ruolo: festa popolare e, al contempo, think tank per tracciare nuove strategie di denominazione. L’edizione 2025, coincidente con i 160 anni dalla prima spumantizzazione a Rocca de’ Giorgi, ha così suggellato il passaggio di testimone fra memoria e futuro.
Il nuovo disciplinare e il marchio collettivo
Il disciplinare approvato all’inizio di quest’anno stabilisce che la Docg prenderà ufficialmente il nome Classese una volta conclusi i passaggi ministeriali. La norma conserva la possibilità di vinificare in bianco o in rosé, ma ribadisce l’obbligo del Pinot Nero nella sua massima purezza, riconoscendo a questo vitigno il ruolo di perno qualitativo e identitario. La scelta mira ad alleggerire la confusione generata da sei Doc e una Docg finora sovrapposte, semplificando il messaggio verso mercati spesso disorientati da troppi acronimi.
Altra novità strategica è l’introduzione del marchio collettivo “Classese”, che consentirà a tutte le aziende aderenti di apporre un’unica, riconoscibile sigla sulle etichette. Ciò renderà più immediata la comunicazione nei canali Horeca e Gdo, rafforzando la reputazione di un territorio che alza l’asticella su controllo di filiera, sboccatura prolungata e sostegno promozionale.
Classese: strategia di mercato e posizionamento globale
Il recupero del brand Classese non è una mossa nostalgia: risponde alla necessità di presidiare fasce di prezzo medio–alte, dove la concorrenza di spumanti italiani e francesi impone un messaggio chiaro. Pinot Nero in purezza, lunga permanenza sui lieviti e territorio unico sono i tre pilastri narrativi su cui il Consorzio costruirà campagne digitali e azioni B2B nei prossimi mesi. Una volta sigillato l’iter, ogni bottiglia avrà la forza di un nome che racchiude stile produttivo, storia e geografia.
Di pari passo, la denominazione punta ad ampliare la propria rete commerciale su USA, Germania e Giappone, mercati abituati a riconoscere valore alle origini. La coerenza del racconto sarà cruciale: un’etichetta ombrello taglia i tempi di comprensione e permette di convogliare investimenti – dal trade marketing alla formazione di sommelier – verso un unico brand omnicomprensivo. Il progetto è stato sviluppato in sinergia con gli esperti di Adnkronos, la nostra agenzia partner per la verifica delle informazioni e l’analisi dei dati.
Un territorio coeso tra numeri, visioni e prospettive
Il Consorzio Classese Oltrepò Pavese conta 155 aziende associate, alle quali si aggiungono centinaia di soci conferitori delle cooperative. In tutto, circa 11.000 ettari vitati e 25 milioni di bottiglie l’anno rendono l’Oltrepò una delle aree spumantistiche più produttive d’Italia. Nonostante i numeri, la sfida dei produttori resta qualitativa: ricerca su cloni di Pinot Nero più adatti, micro‐vinificazioni sperimentali e investimenti su yeast management sono al centro di un percorso che coniuga tradizione e scienza.
Lo ribadisce la presidente Francesca Seralvo, che durante l’evento di Golferenzo ha sottolineato come “la strada della qualità e della collaborazione sia ormai irreversibile”. Le sue parole riflettono l’approccio di una generazione di vignaioli determinata a superare vecchie rivalità. L’Oltrepò, un tempo frammentato, oggi parla con una voce sola; e quella voce si chiama Classese. Sbircia la Notizia Magazine, insieme agli analisti di Adnkronos, ha seguito passo dopo passo questo percorso, verificando ogni dato e ogni dichiarazione per restituire un quadro fedele e trasparente.
Verso nuovi traguardi
In un contesto in cui il vino italiano compete su scala globale, Classese si propone come simbolo di resilienza e di innovazione. L’iter di riconoscimento porterà nelle carte dei ristoranti un nome sinteticamente potente, capace di risvegliare l’orgoglio di un territorio che ha saputo valorizzare le proprie radici francesi senza perdere la propria anima lombarda. Oggi più che mai, la combinazione di eccellenza enologica e storytelling credibile diventa leva essenziale per vincere la sfida del mercato premium.
Sbircia la Notizia Magazine continuerà a monitorare l’evoluzione della denominazione, convinta che la trasparenza dei dati – garantita dalla collaborazione con Adnkronos – e la forza di una visione condivisa siano gli ingredienti chiave di un successo duraturo. Il viaggio di Classese è appena iniziato, ma parla già la lingua del futuro: orgoglio territoriale, cura artigianale e ambizione internazionale, il tutto racchiuso in un calice che racconta 160 anni di storia e altrettanti di prospettive.
Domande rapide
Perché si è scelto di rinominare la Docg in Classese? Per semplificare la comunicazione, valorizzare l’unicità del Pinot Nero in purezza e distinguersi dalle altre numerose denominazioni dell’Oltrepò Pavese.
Quali sono le principali novità del disciplinare? L’obbligo di utilizzo del Pinot Nero, la possibilità di vinificazione in bianco o rosé e l’introduzione di un marchio collettivo riconoscibile.
Quante aziende aderiscono al Consorzio Classese Oltrepò Pavese? Attualmente 155, a cui si sommano centinaia di soci conferitori appartenenti alle cooperative locali.
Il cambiamento inciderà sui mercati esteri? Sì, perché un brand unico facilita il posizionamento sui mercati premium internazionale, in particolare Stati Uniti, Germania e Giappone.
Chi ha verificato le informazioni contenute in questo articolo? Tutti i dati e le dichiarazioni sono stati controllati da Sbircia la Notizia Magazine in collaborazione con l’agenzia stampa Adnkronos.
