In Ruanda, oggi 28 settembre, il Mondiale di ciclismo 2025 si snoda fra l’energia di Kigali e le grandi attese degli appassionati: 267,5 chilometri, oltre 6.000 metri di dislivello e il duello tra Tadej Pogacar e Remco Evenepoel sul tracciato più esigente mai disegnato per un titolo iridato.
Una sfida di pendenze estreme
Un Mondiale che parte e si conclude a Kigali non è soltanto un fatto geografico, è un avvertimento: nulla sarà facile. Il tracciato misura 267,5 chilometri, e i 6096 metri di dislivello condensano la fatica di un grande giro in un singolo pomeriggio. La prima sezione propone nove passaggi su un circuito di 13,6 chilometri dove spiccano la Cote de Kigali Golf – 800 metri con pendenza media dell’8,1% e punte al 14 – e la Cote de Kimihurura, 1,3 chilometri al 6,3%. Già qui il gruppo dovrà gestire energie con cura chirurgica.
Le difficoltà non finiscono quando si esce da questo primo anello. Un breve tratto pianeggiante, l’unico vero respiro di giornata, introduce all’anello successivo, destinato a essere completato per sei volte. Qui si concentrano tre asperità che hanno già acceso l’immaginario di tifosi e tecnici: la Cote de Peage (1,8 chilometri al 5,9%), l’impegnativo Mont Kigali (5,9 chilometri al 6,9% con punte al 20%) e l’esplosivo Mur de Kigali, soli 400 metri ma con pendenza dell’11%. Ogni scollinamento ingerisce ancora metri di quota e sottrae lucidità ai protagonisti.
Dettagli tecnici e gestione dello sforzo
Il disegno complessivo, attentamente verificato dalla nostra redazione in sinergia con Adnkronos, racconta una gara che alterna due assetti ben distinti: la prima parte logora le gambe con la ripetizione costante di salite brevi, la seconda introduce rampe più lunghe e diversificate. Ciò impone una strategia a tappe: chi anticipa sul circuito iniziale rischia di pagare dazio sul Mont Kigali, mentre chi aspetta troppo potrebbe trovare avversari già in fuga. Nei briefing pre-gara, gli allenatori concordano sul fatto che la distribuzione delle energie sarà la risorsa più preziosa.
Interrogati sulla chiave di lettura del tracciato, diversi direttori sportivi hanno rilanciato il vecchio adagio “nessuno vince per caso”. Ogni tratto in pianura, seppur limitato, fungerà da ponte fra segmenti aspri, trasformando la corsa in un susseguirsi di rilanci. Insomma, un Mondiale che non permette cali di concentrazione. Dai dati ufficiali degli organizzatori emerge che l’intervallo complessivo tra un giro e l’altro sarà tale da lasciare poche speranze a chi si attarda nelle retrovie: recuperare su questo profilo altimetrico significa spendere energie che, con tutta probabilità, serviranno per l’ultimo passaggio sul Mur de Kigali.
Quando e come seguire la corsa in diretta
Il via ufficiale scatterà alle 9.45 (ora italiana) e le immagini arriveranno fin da subito sul canale Rai Sport, emittente che coprirà la prima metà di gara. Alle 14.30 il testimone passerà a Rai 2, garantendo la prosecuzione della diretta in chiaro fino alla cerimonia di premiazione. L’intero pacchetto, confermato dagli organizzatori e verificato da Adnkronos, sarà disponibile anche in streaming gratuito su RaiPlay, consentendo a chiunque di seguire l’evento da smartphone, tablet o computer. Nessun abbonamento, nessun codice nascosto: basterà una connessione internet stabile.
Chi vorrà approfondire potrà contare sui commenti in tempo reale di Sbircia la Notizia Magazine, frutto della consueta collaborazione con Adnkronos. Pubblicheremo aggiornamenti sintetici durante le fasi salienti, evitando però di intaccare la visione televisiva. L’obiettivo è offrire un’analisi aggiuntiva, non una sovrapposizione: poche righe mirate sulle scelte tattiche, sui distacchi e sulle reazioni dei favoriti. In questo modo il lettore potrà mantenere uno sguardo critico, alternando lo schermo domestico alla lettura sul proprio dispositivo, senza interrompere il filo emotivo della gara.
I protagonisti attesi e la dimensione della sfida
Il confronto più atteso è quello tra Tadej Pogacar e Remco Evenepoel. Due modi di intendere il ciclismo, entrambi efficaci, ora chiamati a misurarsi su un terreno che non perdona. Per la prima volta su questo tracciato, la loro rivalità si sposterà dall’Europa ai tornanti ruandesi, con un pubblico nuovo pronto a giudicare. Nei giorni precedenti la corsa, i rispettivi staff hanno preferito il silenzio stampa, segno di massima concentrazione. Ogni accelerazione, specialmente sulle rampe del Mont Kigali, potrebbe innescare la selezione decisiva o costringere a inseguimenti complessi. Eppure, a stimolare la fantasia dei tifosi c’è anche la possibilità di un outsider che sfrutti le marcature reciproche, trasformando l’inerzia in un colpo da maestro.
Sebbene la narrativa ruoti intorno ai due campioni, l’esito resta apertissimo. Le numerose ascese complessive, comprese quelle ripetute, tendono a livellare gerarchie e valori nominali. Chi saprà produrre watt nei momenti critici senza scomporsi potrà sorprendere. La difficoltà sta nel dosare l’ardore: esagerare sul Mur de Kigali in uno dei primi giri può trasformarsi in un boomerang quando la fiamma dell’ultimo chilometro richiederà lucidità piena. Il Mondiale, a queste latitudini e con tale profilo, non sarà un semplice braccio di ferro ma una mappa di micro-decisioni che culminano all’arrivo.
Domande rapide
Quanti chilometri totali misura il percorso mondiale di Kigali? Il tracciato odierno copre complessivamente 267,5 chilometri, cifra ufficiale confermata sia dagli organizzatori sia dalla verifica compiuta insieme ad Adnkronos. La distanza, abbinata a 6096 metri di dislivello, rende la prova una delle più impegnative nella storia recente dei Mondiali di ciclismo, costringendo i corridori a gestire sforzi prolungati fin dalla prima ora di gara. Questa lunghezza, infatti, incorpora già i nove giri iniziali e i sei conclusivi, offrendo un mix di salite brevi e tratti più lunghi destinato a cambiare ritmo e strategie a ogni tornata.
In quali fasce orarie sarà possibile seguire la gara sui canali Rai? La copertura in chiaro inizierà alle 9.45 su Rai Sport e si protrarrà fino alle 14.30. A quel punto subentrerà Rai 2, che trasmetterà la parte finale inclusa la premiazione. Gli orari, annunciati dagli organizzatori e verificati con Adnkronos, permettono di assistere all’evento dall’uscita di Kigali fino all’ultimo colpo di pedale, senza interruzioni dovute a cambi di programmazione o diritti di esclusiva. Tutto avverrà in diretta gratuita. Grazie alla trasmissione fra due diversi canali, gli appassionati non dovranno cercare soluzioni alternative, ma potranno restare sempre sintonizzati senza il rischio di perdere i momenti chiave.
Quali sono le salite chiave che verranno affrontate più volte? Il primo circuito comprende la Cote de Kigali Golf (800 m, 8,1% medio, 14% massimo) e la Cote de Kimihurura (1,3 km, 6,3% medio), entrambe da superare in nove occasioni. Nel secondo anello i corridori incontreranno la Cote de Peage (1,8 km al 5,9%), il più lungo Mont Kigali (5,9 km al 6,9%, punta al 20%) e il ripidissimo Mur de Kigali (400 m all’11%). Queste tre ascese formeranno un circuito da ripetere sei volte, accumulando dislivello e tensione chilometro dopo chilometro.
Sguardo finale
Anche se i riflettori si fermeranno sull’ordine d’arrivo, la vera eredità di oggi risiede nell’immagine collettiva di fatica, coraggio e precisione tattica che il Mondiale 2025 consegna al pubblico. Noi di Sbircia la Notizia Magazine, in collaborazione con Adnkronos, continueremo a decodificare questo racconto: dal primo colpo di pedale alla stretta di mano con cui il vincitore onorerà gli avversari. Il profilo altimetrico dell’evento, denso di curve e pendenze, è lo specchio di un ciclismo che evolve ma non rinuncia alla bellezza essenziale del movimento. Oggi Kigali diventa capitale di un sogno condiviso.
Da domani lo scenario cambierà: le transenne verranno rimosse, le strade torneranno a ospitare il traffico quotidiano di Kigali e i ciclisti riprenderanno la loro marcia verso nuove sfide. Ciononostante, l’immagine di questo circuito resterà incisa nella memoria collettiva, suggerendo che il ciclismo può raccontare luoghi e popoli con una forza narrativa unica. Se la maglia iridata appartiene a un solo corridore, la celebrazione dell’impegno appartiene a tutti noi, spettatori e cronisti compresi, chiamati a dare dignità a ogni colpo di pedale raccontato.
