Nuovi fascicoli congressuali riaccendono l’attenzione sul caso Epstein, citando le presenze di Elon Musk e del principe Andrea in un intreccio di voli, inviti e massaggi che continua a far discutere.
Documenti inediti e nomi eccellenti
Le carte, depositate poche ore fa alla Commissione di vigilanza della Camera, ricompongono un mosaico che sembrava ormai destinato a scolorire. Tra annotazioni di agenda, registri di volo e note interne, emergono con forza i nomi di Elon Musk e del principe Andrea. Non si parla di nuove citazioni in giudizio: ciò che viene alla luce sono frammenti che delineano frequentazioni, inviti non sempre accettati e spostamenti reali certificati dai registri aeronautici. A colpire è la distanza temporale: alcuni episodi risalgono al 1999, altri al 2014, quando il dossier Epstein era già segnato da contorni oscuri. Ogni voce di spesa, ogni prenotazione di volo, ogni assegno staccato a copertura di un massaggio può, ora, rivelarsi un tassello decisivo.
Il materiale pubblicato non arriva per caso: l’iniziativa dell’ala democratica del comitato mira ad alimentare trasparenza e, al tempo stesso, ad avvertire l’opinione pubblica sull’estensione delle relazioni di Jeffrey Epstein con l’élite mondiale. In questo quadro, Musk e il duca di York compaiono come presenze ricorrenti, benché di natura differente. Per il primo si parla di un invito sull’isola privata di Little St. James nel dicembre 2014; per il secondo, di spostamenti fra New Jersey, Florida e Isole Vergini già dal maggio 2000. Si delinea così una rete tentacolare che intrecciava potere economico, aristocratico e tecnologico in un perimetro opaco.
Il ruolo di Andrea: voli, soggiorni e massaggi da 200 dollari
Le annotazioni riguardanti Andrea si concentrano soprattutto tra febbraio e maggio 2000. L’11 febbraio, l’allora quarantenne principe avrebbe ricevuto un massaggio pagato con un assegno di 200 dollari, somma che corrisponde al compenso standard documentato da numerose testimonianze di giovani donne coinvolte nello schema di Epstein. Quattro giorni dopo il suo spostamento a Palm Beach, il nome del duca riappare sul taccuino del pilota: il 16 maggio, un nuovo volo parte dalla Florida con destinazione non precisata e a bordo figurano passeggeri tuttora coperti da omissis. A ciò si aggiunge un piano di volo del 1999 verso le Isole Vergini Americane e una nota del 2006 che collega Ghislaine Maxwell a un tragitto in partenza da Luton.
La narrazione dei massaggi pagati riaffiora più volte nei fascicoli e trova riscontro nelle deposizioni di vittime che, in sede civile e penale, hanno ricostruito la prassi di ricevere 200 dollari dopo ogni seduta. Il fatto che la stessa cifra ricompaia negli appunti relativi al duca consolida un quadro già compromettente. Resta fermo che Andrea ha sempre negato ogni accusa di condotta sessuale impropria, dichiarandosi estraneo a qualunque abuso. I suoi legali insistono sul fatto che le uniche prove concrete riguardino esclusivamente presenze su aerei o in residenze, elementi di per sé non penalmente rilevanti. Ciò non impedisce che, sul piano mediatico, ogni nuova rivelazione alimenti interrogativi destinati a rimanere aperti.
I contatti mai decollati di Elon Musk con Little St. James
Se la posizione del principe Andrea poggia su spostamenti documentati, quella di Elon Musk ruota intorno a un invito rimasto, per ora, senza seguito tangibile. Nel calendario del finanziere, alla data del 6 dicembre 2014, appare la nota: «Promemoria: Elon Musk sull’isola il 6 dicembre (succede ancora?)». La formula interrogativa rivela, da un lato, il desiderio di Epstein di ospitare l’imprenditore e, dall’altro, l’incertezza sull’esito dell’invito. Musk ha ammesso pubblicamente soltanto un incontro sporadico con Epstein a Manhattan e afferma di aver rifiutato ogni viaggio verso l’isola, circostanza che i documenti né confermano né smentiscono definitivamente.
L’associazione tra il fondatore di Tesla e SpaceX e il mondo di Jeffrey Epstein assume contorni più sfumati rispetto a quelli di altri ospiti illustri. Non si menzionano voli registrati né pagamenti per prestazioni, esiste solo la traccia di una possibile visita. Tuttavia, il mero inserimento del suo nome in un’agenda datata sei anni dopo l’iscrizione di Epstein nel registro dei molestatori è sufficiente a riaccendere l’attenzione pubblica. Da un punto di vista reputazionale, anche un invito declinato diventa argomento di discussione quando coinvolge una delle figure più influenti della tecnologia globale. Ci si chiede ora se tali contatti abbiano prodotto ricadute o se, al contrario, siano rimasti un episodio isolato senza seguito.
Dal Congresso agli investigatori: la caccia ai complici
Oltre ai nomi altisonanti, i nuovi fascicoli accendono i riflettori su una strategia più ampia: spingere il Dipartimento di Giustizia a desecretare ogni rimanente tranche di documenti ancora coperta da sigillo. La portavoce Sara Guerrero, espressione dell’ala democratica della Commissione, è stata chiara: l’obiettivo è garantire giustizia ai sopravvissuti e identificare eventuali complici. L’invito a rendere integrali gli archivi si traduce in un pressing politico su Pam Bondi, procuratrice generale incaricata della revisione. Finché le carte restano parzialmente coperte, il rischio – avvertono i parlamentari – è di vedere sfumare responsabilità circoscritte in una nebulosa mediatica.
Non è casuale che la vicenda continui a generare eco globale, complice la capacità di Epstein di stringere relazioni con ambienti di potere finanziario, tecnologico e monarchico. Il timore diffuso è che, senza una visione completa dei dossier, certi legami restino soltanto accennati, senza mai approdare a un accertamento formale. Per un’opinione pubblica abituata a scandali che si dissolvono in poche settimane, la persistenza di questo caso funge da monito sulle domande senza risposta. Come abbiamo sottolineato su Sbircia la Notizia Magazine, ogni documento desecretato non chiude il capitolo, ma ne apre di nuovi, obbligando istituzioni e protagonisti a fronteggiare zone d’ombra che parevano sepolte.
Domande rapide
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Chi compaiono nei nuovi fascicoli? Oltre a Jeffrey Epstein, emergono Elon Musk e il principe Andrea, citati per un invito all’isola caraibica e per diversi voli privati. Esistono prove di reati da parte loro? I documenti parlano di spostamenti, inviti e pagamenti; nulla configura un capo d’imputazione formale. Il duca di York ha affrontato interrogatori ufficiali? Sì, ma ha negato qualsiasi abuso dichiarandosi estraneo a condotte illecite. Musk ha visitato Little St. James? Dalle carte emerge solo l’invito: non risultano presenze confermate sull’isola. Cosa chiedono ora i legislatori statunitensi? Vogliono la pubblicazione totale dei dossier per individuare eventuali responsabilità collaterali.
Concludendo, la redazione di Sbircia la Notizia Magazine ribadisce che la trasparenza è la prima forma di rispetto verso il lettore. Quando fatti, nomi e luoghi tanto delicati riaffiorano, il nostro compito è raccontare e verificare, non giudicare. Continueremo a seguire l’evoluzione del dossier con la stessa meticolosità che ci contraddistingue, certi che solo un’informazione lucida, priva di sensazionalismi e rispettosa di tutte le parti, possa aiutare la collettività a comprendere la reale portata degli eventi e, se necessario, a pretendere risposte più puntuali da chi detiene il potere di fornirle.
