In un momento di profonda incertezza per il comparto enologico, Sbircia la Notizia Magazine, in sinergia con l’agenzia stampa Adnkronos, ha analizzato le proposte del Laboratorio Eurispes per rimettere in moto una filiera strategica per l’economia nazionale: nasce così un “pacchetto di salvaguardia” che intende coniugare leve fiscali, innovazione tecnologica e tutela ambientale.
Un mercato tra pressing fiscale e innovazione
Il rallentamento dei consumi interni, scesi di quasi la metà negli ultimi trent’anni, impone un intervento immediato. Eurispes, con il sostegno delle verifiche condotte da Adnkronos, propone di ridurre l’Iva sul vino servito al tavolo, portandola al di sotto dell’attuale 10%, ispirandosi al modello francese dei primi anni Duemila. Oggi, infatti, la bottiglia è tassata al 22% come bene voluttuario, mentre al ristorante gode di un’aliquota ridotta ma comunque penalizzante. La scelta di alleggerire il carico fiscale mira a riaccendere la domanda interna e a riequilibrare l’impatto dei dazi Usa al 15%, che dal mese di aprile 2025 hanno già causato un calo del 7,5% in volume e del 9,2% in valore, erodendo i margini di uno sbocco commerciale che vale circa due miliardi di euro l’anno.
Parallelamente, l’istituto suggerisce un meccanismo di compensazione temporaneo, compatibile con il diritto dell’Unione europea, per neutralizzare gli effetti delle tariffe statunitensi. Tale strumento – limitato nel tempo e mirato ai costi di investimento e gestione – consentirebbe alle imprese di conservare la propria competitività senza compromettere la sostenibilità finanziaria. In assenza di contromisure, l’export verso Washington, che oggi copre il 24% del valore totale delle nostre spedizioni, rischia di perdere ulteriore terreno, amplificando la già complessa fase congiunturale.
La tracciabilità come scudo contro le contraffazioni
Al fianco delle leve fiscali opera un capitolo altrettanto decisivo: la difesa dell’autenticità. Eurispes sottolinea l’urgenza di un impegno corale fra produttori, distribuzione e istituzioni per arginare i falsi. Alla base del nuovo assetto di controlli, il codice seriale univoco integrato nel QR code in etichetta – primo livello di sicurezza – garantirebbe una mappatura capillare di ogni singola bottiglia. La filiera dispone già dei contrassegni fiscali di Stato sperimentali, ma occorre innalzare ulteriormente gli standard: solo così si potrà mitigare la perdita di fiducia del consumatore e salvaguardare l’equilibrio di mercato.
Il ruolo del legislatore, ribadito da Adnkronos nel lavoro di fact-checking, è duplice. Da un lato, potenziare la rete ispettiva e irrobustire le sanzioni; dall’altro, promuovere campagne di sensibilizzazione che illustrino come riconoscere un prodotto autentico. Parallelamente, i produttori sono chiamati a investire in tecnologie anticontraffazione sempre più sofisticate, da abbinare a un dialogo costante con le Autorità di controllo. Solo un approccio multilivello sarà in grado di disinnescare pratiche fraudolente che, oltre a erodere i margini, minacciano l’identità culturale dei territori del vino.
Algoritmi in vigna: l’Intelligenza artificiale tra risparmio e sostenibilità
La transizione digitale è già realtà: sensori, droni e piattaforme predittive riducono l’impiego di fitofarmaci e ottimizzano l’uso dell’acqua, due voci di costo che pesano sui bilanci aziendali. Eurispes suggerisce di estendere questi strumenti lungo tutta la catena del valore, dal vigneto alla cantina, fino al marketing e al customer care. Grazie a modelli di IA capaci di intercettare precocemente fitopatie e fluttuazioni di mercato, il produttore può salvaguardare sia la salute del vigneto che la redditività di lungo periodo, rispettando allo stesso tempo gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale.
A completare la strategia tecnologica interviene il concetto di “crediti natura”. Sulla falsariga del mercato del carbonio, questi titoli premierebbero economicamente le aziende che proteggono la biodiversità e praticano agricoltura conservativa. L’istituzione di un mercato regolamentato dei crediti ambientali – ipotizzano gli esperti di Eurispes – consentirebbe ai viticoltori virtuosi di monetizzare i loro sforzi e finanziare nuovi investimenti green. Un’operazione che, oltre a rafforzare la brand reputation, costituirebbe un argine concreto alle emergenze climatiche che colpiscono sempre più spesso i vigneti italiani.
Reimpianti e gestione delle rese: la sfida normativa
Un nodo cruciale riguarda le autorizzazioni ai reimpianti. A fronte di una domanda globale altalenante, Eurispes indica la necessità di sospendere per dodici mesi l’emissione di nuove licenze e di evitare sanzioni sulle autorizzazioni – sia per nuovi impianti che per reimpianti – concesse prima del gennaio 2025 ma non ancora utilizzate. La pausa darebbe respiro al mercato, prevenendo incrementi eccessivi dell’offerta che si tradurrebbero in ribassi dei prezzi all’origine. Una volta stabilizzata la domanda, le regole potranno essere rimodulate alla luce di dati aggiornati, minimizzando il rischio di squilibri strutturali.
Per scongiurare le ripercussioni di vendemmie abbondanti, l’istituto propone inoltre un fondo assicurativo autogestito fra produttori, destinato a segregare le rese in eccesso ed evitare che il vino immesso sul mercato deprezzi l’intera categoria. L’iniziativa, che richiede un elevato grado di coesione settoriale, si affiancherebbe a un utilizzo più flessibile delle risorse Ocm, con un’accelerazione sui progetti di promozione internazionale e la possibilità di modulare gli interventi in base alle peculiarità territoriali.
Uno sguardo oltre il calice
Le proposte elaborate da Eurispes e verificate da Adnkronos delineano un percorso che, per concretizzarsi, dovrà poggiare su un patto di responsabilità condivisa. Sbircia la Notizia Magazine ritiene che la sfida non si giochi soltanto in aula parlamentare o nei boardroom aziendali, ma anche nella capacità collettiva di ridefinire il valore sociale del vino: da simbolo di convivialità a presidio culturale e ambientale. Solo un approccio integrato, in cui fiscalità, tecnologia e tutela del territorio convergano verso obiettivi comuni, potrà restituire slancio a un settore che rappresenta, da sempre, molto più di un semplice comparto economico.
Domande rapide
Perché ridurre l’Iva sul vino servito al tavolo rappresenta una priorità?
La proposta di abbassare l’aliquota punta a stimolare i consumi domestici, penalizzati dall’attuale tassazione al 10% e dalla contrazione del potere d’acquisto. Un taglio fiscale consentirebbe ai ristoratori di offrire listini più competitivi, favorendo il ricambio delle giacenze e bilanciando l’impatto dei dazi statunitensi che gravano sulle esportazioni.
In che modo la tracciabilità del QR code può contrastare le frodi?
Il codice seriale univoco inserito all’interno del QR code rende ogni bottiglia identificabile e monitorabile lungo l’intera filiera. Consumatori, distributori e autorità possono così verificare in tempo reale l’origine del prodotto, scoraggiando contraffattori e proteggendo la reputazione dei marchi certificati.
L’Intelligenza artificiale è davvero accessibile alle piccole cantine?
Sì, perché molte soluzioni sono erogate in modalità “as a service”, con costi scalabili. Sensori low-cost, software predittivi in cloud e piattaforme di marketing automatizzato consentono anche a realtà di dimensioni contenute di ottimizzare rendimenti, ridurre trattamenti chimici e migliorare la relazione con il consumatore finale.
Qual è il vantaggio dei “crediti natura” per i viticoltori?
Questo meccanismo ricompensa economicamente le pratiche che preservano suolo, acqua e biodiversità. Le aziende che adottano processi agricoli rigenerativi possono monetizzare i benefici ambientali generati, reperendo risorse da reinvestire in tecnologie green o in progetti di valorizzazione territoriale.
