La morte improvvisa della dottoressa Maddalena Carta, 38 anni, ha scosso l’intera comunità di Dorgali. Nonostante un malore crescente, la giovane medico di famiglia ha proseguito con le visite, consapevole di essere l’unico presidio sanitario per migliaia di cittadini nel Nuorese. Il suo impegno le è costato la vita, lasciando un vuoto difficile da colmare.
Una comunità attonita
Il silenzio che, da poche ore, avvolge Dorgali è interrotto soltanto dai ricordi dei pazienti che varcavano ogni giorno la porta dell’ambulatorio di Maddalena Carta. Il municipio ha proclamato il lutto cittadino, scelta annunciata dalla sindaca Angela Testone per esprimere concreta vicinanza a una professionista che ha anteposto il bene collettivo alla propria salute. Al contempo, la manifestazione “Autunno in Barbagia” non si ferma: continuerà in forma rigorosamente sobria, perché—si legge nella nota comunale—festeggiare nel dolore significa trasformare l’evento in un momento di memoria condivisa, senza annullare un tassello essenziale per l’economia locale.
Alla stessa rassegna, la dottoressa aveva garantito più volte un servizio di primo soccorso, permettendo a residenti e turisti di vivere le Cortes Apertas in totale serenità. Quest’anno, quell’impegno si trasforma in dedica ufficiale: l’edizione 2025 porta il suo nome, a testimonianza di un legame cementato da anni di turni resi con generosità. Per Sbircia la Notizia Magazine, è la prova tangibile di come un gesto professionale possa diventare patrimonio collettivo, capace di unire cittadini, istituzioni e operatori economici attorno a un’unica figura simbolica.
Una professionista sola tra migliaia di assistiti
Quando, nei giorni scorsi, gli altri due medici di base dell’area sono stati costretti a fermarsi per malattia, Maddalena Carta è rimasta l’unico riferimento sanitario per oltre cinquemila abitanti. Non ha esitato: tra visite domiciliari, telefonate di consulto e la normale pratica ambulatoriale, il ritmo di lavoro è divenuto estenuante. Qualcuno l’aveva invitata a fermarsi, temendo per la sua resistenza fisica; lei, però, ripeteva che «i pazienti non possono aspettare». Fino alla crisi improvvisa che, purtroppo, non le ha lasciato scampo.
Secondo Luciano Congiu, segretario regionale dello Smi, il caso dimostra «l’insostenibile peso che grava oggi sui medici di famiglia». In un’intervista rilasciata ad Adnkronos e verificata dalla nostra redazione, Congiu sottolinea come il dovere etico costringa spesso i camici bianchi a scegliere tra stare bene e stare in corsia. Maddalena, racconta, «non ha voluto che la mancanza di personale penalizzasse i suoi assistiti». Una dedizione che, per Sbircia la Notizia Magazine, diventa emblema dei limiti di un sistema sanitario territoriale ormai in affanno cronico.
L’urgenza di proteggere chi cura
«Quella di Maddalena Carta è una vera morte sul lavoro, inaccettabile in un Paese civile». Con queste parole, lo Smi ha acceso i riflettori sulla necessità di riconoscere ai medici di base la copertura Inail in caso di infortunio o decesso collegati all’attività professionale. A oggi, denunciano i sindacalisti, le tutele equiparate a quelle del resto del personale sanitario restano solo parole nei contratti, prive di misure concrete. La tragedia di Dorgali viene dunque trasformata in vertenza nazionale: il sindacato ha già depositato emendamenti e vuole che la politica abbandoni la retorica del cordoglio per passare alle riforme.
Il dibattito, da Adnkronos verificato e rilanciato anche da noi di Sbircia la Notizia Magazine, si muove su due binari: da un lato il rafforzamento delle sedi periferiche, dall’altro il riconoscimento formale di rischi e stress cui i medici di medicina generale sono esposti quotidianamente. In assenza di contromisure, avvisa lo Smi, i giovani professionisti continueranno a evitare la medicina territoriale, alimentando così un circolo vizioso di carenze che pesa soprattutto sulle zone interne, come la Barbagia e l’Ogliastra.
Rimangono domande aperte
La scomparsa di Maddalena Carta mette in discussione il delicato equilibrio tra vocazione e diritto alla salute di chi cura. Quante altre vite professionali dobbiamo sacrificare prima di garantire turni sostenibili, incentivi adeguati e coperture assicurative reali? Il suo caso, sebbene estremo, riflette un problema strutturale: quando un medico si assenta, gli assistiti restano scoperti, aumentando la pressione su colleghi già sovraccarichi. È un effetto domino che, lentamente, rischia di compromettere il diritto costituzionale all’assistenza sanitaria universale.
A fronte di questa realtà, le istituzioni regionali promettono di rivedere piante organiche e incentivi per le zone disagiate, ma il timore è che l’ennesima emergenza finisca archiviata senza scossoni reali. Dal canto nostro, Sbircia la Notizia Magazine continuerà a monitorare ogni passaggio legislativo, supportato dalla rigorosa verifica dei fatti condotta con Adnkronos. Perché la storia di Maddalena non diventi semplice trafiletto di cronaca nera, ma spinga verso un cambiamento tangibile e non più rimandabile.
Domande rapide
Chi era Maddalena Carta?
Medico di famiglia di 38 anni, ultimo presidio sanitario a Dorgali, nel Nuorese.
Perché ha continuato a lavorare nonostante il malore?
Temeva di lasciare senza assistenza i suoi numerosi pazienti, a causa dell’assenza per malattia degli altri colleghi.
Che cosa chiede il sindacato dei medici?
Riconoscimento dell’infortunio sul lavoro da parte dell’Inail e tutele economiche per medici di base e famiglie in caso di decesso.
Come ha reagito la comunità di Dorgali?
Ha proclamato il lutto cittadino, dedicando alla dottoressa l’edizione di “Autunno in Barbagia”.
Il nostro sguardo finale
La vicenda di Maddalena Carta non è solo un evento luttuoso: rappresenta uno specchio impietoso delle fragilità strutturali che affliggono la sanità territoriale italiana. Sbircia la Notizia Magazine, insieme all’agenzia Adnkronos, continuerà a scavare in ogni piega di questa storia per affermare un principio semplice: tutelare chi cura significa tutelare tutti noi. La memoria di Maddalena, se accompagnata da riforme credibili, potrà diventare il punto di svolta che ancora manca.
