Un appuntamento che intreccia pittura e buona tavola accenderà l’autunno culturale napoletano: “A tavola con De Nittis”, il nuovo libro di Nino Vinella, approderà nella città vesuviana il 4 ottobre, riportando tra vicoli e musei il ricordo conviviale del maestro barlettano.
Il ritorno di De Nittis all’ombra del Vesuvio
Per Giuseppe De Nittis la capitale campana fu molto più di una semplice tappa: qui, giovane artista venuto da Barletta, affinò il proprio sguardo verista, fondò la celebre Scuola di Resina e, tra colori vivaci e odori di mare, plasmò quella cifra stilistica che lo consacrò in Europa. Tornare idealmente a Napoli, oggi, significa ricollegare l’arte del pennello al battito popolare dei quartieri; ed è proprio questo dialogo fra talento e territorio a fare da filo conduttore alla nuova fatica letteraria di Nino Vinella.
Il volume, dal titolo completo «A tavola con De Nittis – Italien, peintre, gourmet (e i suoi amici)», è descritto dall’imprenditore e mecenate Angelo Coviello come un testo capace di congiungere Puglia, Campania ed Europa attraverso una prospettiva culinaria che valorizza il Sud quale motore culturale del continente. Là dove pennellate, ricette e racconti si sovrappongono, Vinella recupera una memoria condivisa e, pagina dopo pagina, suggerisce agli studenti di ogni età che l’identità meridionale, prima ancora di essere geografia, è uno stile di vita aperto, cosmopolita, fertile di scambi.
Un’opera che intreccia arte e sapori
Nelle pagine di Vinella il lettore assiste quasi in presa diretta alle celebri riunioni del sabato nella dimora parigina dei coniugi Giuseppe e Léontine De Nittis. Tavole imbandite, candele tremolanti, profumo di sugo: la scena pullula di figure emblematiche, da Manet a Zola, dai fratelli de Goncourt a Oscar Wilde. Fra un brano d’opera e l’altro, il pittore svelava il suo lato di cuoco appassionato, afferrando mestoli con la stessa sicurezza con cui maneggiava la tavolozza, mentre la “grande piattata di maccheroni” metteva tutti d’accordo.
Documenti coevi, come il diario di Edmond de Goncourt, permettono di ricostruire l’atmosfera di quelle serate “incantevoli”: un aggettivo che, trasportato su carta, diventa esperienza multisensoriale. Vinella, alternando aneddoti e citazioni, disegna un mosaico in cui pennellate impressioniste e profumi di basilico convivono pacificamente. Ne risulta il ritratto sorprendente di un artista europeo che, pur muovendosi tra Parigi e Londra, non smise mai di sentirsi napoletano quando poggiava la casseruola sul fuoco. Quel gesto quotidiano, apparentemente semplice, diventa nel racconto il segno di un’identità che sopravvive alle frontiere e alle mode.
La presentazione partenopea
Il debutto napoletano dell’opera è fissato per sabato 4 ottobre 2025, alle 10.30, nella seicentesca sala Catasti dell’Archivio di Stato di Napoli, in piazzetta Grande Archivio. L’appuntamento si inserisce nel ciclo “Dialoghi di carta. Incontriamoci in Archivio”, pensato dall’istituto per avvicinare il grande pubblico a documenti e storie normalmente racchiusi fra antichi faldoni. Il rapporto fra memoria scritta e narrazione viva, del resto, è il terreno privilegiato su cui il libro di Vinella si muove con passo lieve ma deciso.
A dialogare con l’autore interverranno il promotore culturale Angelo Coviello e Enrico Caiazzo, vicepresidente dell’Archeoclub Napoli Parthenope. Gli intermezzi musicali saranno curati dal maestro Domenico Mezzina, la cui sensibilità sonora accompagnerà il pubblico in un percorso emotivo parallelo. Parola, suono, ricette e pittura formeranno così un pentagramma in cui ogni nota rimanda a un diverso tassello della biografia di De Nittis, mentre la città, con la sua storia millenaria, offrirà lo scenario ideale per questo dialogo plurale, e sempre vivo.
Tra dialoghi, musica e memoria
Come da tradizione dell’Archivio di Stato, al termine dell’incontro Nino Vinella donerà una copia del volume alla biblioteca interna, affinché studiosi e cittadini possano consultarla liberamente. Si tratta di un gesto piccolo ma eloquente: il sapere, per restare vivo, deve circolare, passare di mano in mano, sedimentarsi nelle coscienze. Conservare non significa rinchiudere, bensì permettere alla carta di respirare insieme al presente; in quest’ottica il lascito dell’autore assume il valore di un ponte che collega generazioni e discipline, incontri futuri.
In controluce, l’evento racconta anche la forza di un Sud che riscopre se stesso, unendo creatività, accoglienza e rigore filologico. Fra giacimenti archivistici e note di violino, il pubblico sarà invitato a riflettere su come la cucina possa diventare strumento di diplomazia culturale. Una teglia di maccheroni o un dipinto che coglie il brulichio della Riviera di Chiaia parlano il medesimo linguaggio dell’emozione, mostrando quanto sia sottile il confine tra gesti quotidiani e capolavori immortali, per chi sa ascoltare con la dovuta attenzione.
L’autore e il suo impegno
Classe 1949, Vitantonio “Nino” Vinella è considerato il decano del giornalismo barlettano. In oltre mezzo secolo di cronache ha raccontato mutamenti sociali, imprese sportive, vicende politiche, costruendo un archivio personale che vibra all’unisono con la storia della sua terra. Il giornalismo, per lui, non è mai stato soltanto esercizio di stile, bensì missione civile: da qui la scelta di soffermarsi su figure emblematiche come Pietro Mennea o, in questo caso, Giuseppe De Nittis, testimoni di un Meridione proiettato verso il domani.
Oltre alle numerose collaborazioni con quotidiani e riviste, Vinella presiede il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV, attraverso il quale promuove la valorizzazione di uno dei più significativi siti archeologici pugliesi. Lo stesso spirito di militanza culturale permea le sue opere editoriali: dall’antologia dedicata al campione olimpico della velocità fino a questo nuovo testo che unisce cavalletto, pentole e convivialità. Ogni progetto è tessera di un mosaico volto a restituire dignità e prospettiva al Sud, superando stereotipi e inerzie.
