Il capoluogo pugliese si appresta a vivere un pomeriggio all’insegna dell’inclusione: il 2 ottobre 2025 l’Inclusion Fest trasformerà il Teatro Kursaal e la vicina Piazza Largo Adua in un palcoscenico di partecipazione condivisa, chiamando cittadine e cittadini a riflettere, dialogare e progettare un futuro più equo.
Un festival che nasce dal dialogo
Fin dalla sua ideazione, il progetto itinerante promosso dal Learning Sciences institute dell’Università di Foggia ha puntato a far emergere il valore della diversità come motore di crescita collettiva. La tappa barese conferma questa visione: l’incontro tra le mura storiche del Teatro Kursaal e l’aperta convivialità di Piazza Largo Adua intende avvicinare mondi che troppo spesso procedono su binari paralleli. Studenti, famiglie, professionisti e rappresentanti delle istituzioni saranno invitati a raccontarsi, ascoltarsi e a sperimentare forme di cittadinanza attiva capaci di uscire dall’accademia per radicarsi nel territorio.
Alla guida dell’iniziativa si trova Giusi Antonia Toto, ordinaria di Didattica e Pedagogia Speciale, che considera l’inclusione un cantiere da alimentare quotidianamente. Costruire una cultura capace di accogliere ogni identità non significa organizzare celebrazioni episodiche ma dare continuità a pratiche condivise, afferma la docente, sottolineando la necessità di un ponte stabile fra università, amministrazioni e società civile. In quest’ottica, la giornata del 2 ottobre diventa un tassello di un progetto più ampio, destinato a lasciare tracce durature nella formazione, nell’agire politico e, soprattutto, nelle relazioni di prossimità che animano la città.
La sinergia tra università, istituzioni e comunità
Il coinvolgimento del docente Luigi Traetta, da anni impegnato sui temi della Didattica e Pedagogia Speciale, rafforza la convinzione che la diversità non sia un ostacolo ma una risorsa strategica. Secondo il professore, creare ambienti realmente inclusivi vuol dire dare spazio al potenziale di ogni persona, dall’aula scolastica al mondo del lavoro. Una società matura riconosce nella pluralità dei talenti la propria energia propulsiva, ribadisce Traetta, indicando nel festival un’opportunità concreta per diffondere questo messaggio oltre i confini universitari tradizionali.
A partire dalle ore 17:30, il programma ufficiale prevede i saluti di apertura, affidati a Giusi Antonia Toto, Luigi Traetta, Giorgio Mori, delegato del Rettore alla Didattica, e al Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, Antonio Giampietro. Il protocollo istituzionale proseguirà con gli interventi del sindaco di Bari, dell’assessore al Welfare e del delegato metropolitano alle politiche sociali. Questa schiera di voci testimonia come il percorso dell’Inclusion Fest non resti confinato all’ambito accademico, ma coinvolga le massime cariche amministrative, chiamate a sostenere, con scelte di governo, l’obiettivo di un territorio realmente accessibile.
La realizzazione della tappa barese è resa possibile anche dal sostegno economico dell’ufficio del Garante dei diritti delle persone con disabilità della Regione Puglia, un contributo che va ben oltre il mero aspetto finanziario. Il supporto istituzionale, infatti, conferisce legittimità politica a un percorso che mira a trasformare la sensibilizzazione in prassi. Quando le risorse pubbliche si intrecciano con la competenza scientifica e con l’entusiasmo delle comunità locali, nascono iniziative capaci di imprimere un cambiamento misurabile nelle vite quotidiane. Inclusion Fest aspira proprio a questo: consolidare relazioni e strutturare politiche che restino in piedi quando i riflettori dell’evento si spegneranno.
Un programma pensato per ispirare
Alle 18:00 la scena cambierà ritmo con l’Open Talk, un momento costruito per far vibrare le idee. Protagonista sarà la content creator e divulgatrice Silvia Calcavecchia, capace di demolire luoghi comuni sulla disabilità con un linguaggio diretto, ironico e al tempo stesso rigoroso. Accanto a lei prenderà la parola Vito Spadavecchia, presidente dell’associazione Il Mito di Efesto, che porterà all’attenzione del pubblico le fatiche quotidiane e le conquiste possibili di chi vive una condizione di disabilità. Le loro storie, diverse e complementari, dimostrano come la narrazione possa diventare strumento di emancipazione collettiva.
A chiudere la giornata sarà la performance del pianista Carlo De Liso, artista che ha fatto della sensibilità il tratto distintivo della propria ricerca musicale. Le note del suo pianoforte, libere da barriere linguistiche, si leveranno a dimostrare che l’arte è un territorio senza confini, capace di riunire persone con esperienze e prospettive differenti. Quando le mani scorrono sui tasti, ogni distanza si accorcia e l’appartenenza si crea nel silenzio intenso che precede l’applauso. Con questo ultimo atto, Inclusion Fest lancerà un messaggio semplice e potente: l’equità non è un sogno astratto, ma un percorso che inizia nel riconoscere il valore di ciascuno.
