Prendersi cura del proprio cuore diventa un gesto concreto: martedì 30 settembre, in piazza del Popolo a Roma, un’equipe multidisciplinare offrirà test gratuiti e consulenze nell’ambito di “Il tuo cuore nelle tue mani”, campagna itinerante che punta a far crescere consapevolezza e prevenzione cardiovascolare in tutta Italia.
Cuore, cervello e prevenzione: l’obiettivo della nuova iniziativa
Mettere in mano ai cittadini gli strumenti per riconoscere i segnali del proprio organismo e intervenire tempestivamente: è questo il filo conduttore della campagna “Il tuo cuore nelle tue mani”, promossa da Daiichi Sankyo Italia insieme all’Istituto nazionale per le ricerche cardiovascolari. L’idea nasce dalla consapevolezza che le malattie cardio-cerebrovascolari restano la principale causa di decesso nel mondo e che, troppo spesso, viene sprecata la finestra di tempo fra i primi sintomi e la richiesta di aiuto. Informazione chiara, visite di base e orientamento ai percorsi di cura diventano così i tre pilastri di un progetto pensato per tutte le età.
La giornata inaugurale, fissata nel cuore della capitale, rappresenta soltanto la prima tappa di un’iniziativa destinata a trasformarsi in un viaggio attraverso il Paese. Il concept è semplice quanto ambizioso: spostare il luogo della prevenzione dagli ambulatori ai centri cittadini, là dove la gente vive, lavora, si incontra. In questo modo, si punta a ridurre il peso delle barriere logistiche, culturali o economiche che ancora oggi tengono molti lontani dal consulto medico. Portare la scienza fra le persone – spiegano gli organizzatori – è il metodo più efficace per rendere la prevenzione un’abitudine quotidiana, non un appuntamento eccezionale.
Screening gratuiti: cosa troveranno i cittadini in piazza
In Piazza del Popolo, dalle 10 alle 18, sarà allestita un’area clinica dove infermieri, cardiologi e volontari accoglieranno i visitatori senza alcuna prenotazione preventiva. I partecipanti potranno sottoporsi a elettrocardiogramma, misurazione della pressione arteriosa, valutazione del profilo lipidico, controllo della glicemia e registrazione della circonferenza vita. Ogni esame verrà spiegato passo dopo passo, con consegna di un referto immediato e indicazioni sui successivi step diagnostici, qualora necessari. L’obiettivo non è solo individuare chi ha già valori a rischio, ma insegnare a interpretare numeri e sintomi, trasformando la visita in un momento formativo.
A completare l’offerta, saranno distribuiti opuscoli di facile consultazione che spiegano come accedere ai servizi sanitari territoriali, quali esami effettuare con cadenza periodica e quali abitudini di vita aiutano a tenere sotto controllo i principali fattori di rischio. Dietro ciascun foglio informativo c’è un messaggio di responsabilizzazione personale: il controllo più importante inizia prima di avvisare il medico, si costruisce ogni giorno nei gesti comuni. La presenza costante di professionisti, pronti a rispondere a dubbi e timori, vuole abbattere la distanza fra cittadino e sistema sanitario, promuovendo un dialogo aperto e continuativo.
Un viaggio che attraversa la penisola
Conclusa la giornata romana, la carovana della prevenzione si sposterà verso nord e poi verso sud, con tappe programmate a Torino e Palermo. Ogni città ospiterà strutture analoghe, adattate alle esigenze logistiche locali ma fedeli al format che unisce screening, divulgazione scientifica e ascolto dei pazienti. La scelta di un itinerario geograficamente diversificato risponde alla volontà di intercettare differenti tessuti sociali, dal contesto metropolitano del Nord-Ovest alle realtà del Mezzogiorno, per capire come variano conoscenza, accesso e adesione ai percorsi di cura lungo la penisola.
In ogni tappa è previsto un momento di confronto pubblico con le istituzioni locali, volto a discutere proposte concrete per migliorare l’aderenza terapeutica e i modelli assistenziali in ambito cardiovascolare. Daiichi Sankyo e le associazioni partner porteranno dati, progetti pilota e testimonianze, stimolando la nascita di alleanze territoriali che possano proseguire il lavoro dopo la partenza della campagna. L’obiettivo dichiarato è accendere una discussione permanente, capace di trasformare la prevenzione da evento straordinario in servizio di prossimità integrato nel quotidiano.
I partner dell’impegno comune
Al fianco dell’azienda farmaceutica figurano realtà diverse, unite dalla volontà di promuovere la salute pubblica: Roma Capitale, il Consiglio regionale del Lazio, le associazioni A.L.I.Ce. Italia ODV, Cittadinanzattiva, Conacuore ODV, Feder-A.I.P.A. e la Fondazione italiana per il cuore. Ciascun ente porta in dote competenze specifiche, dal coinvolgimento dei pazienti alla capacità di costruire reti territoriali. Questa pluralità di voci rappresenta il vero valore aggiunto della campagna: solo mettendo insieme esperienze diverse si può generare un’azione corale e incisiva.
A dare un ulteriore contributo è il recente Policy Act «Salute cardiovascolare: un impegno comune per migliorare la prevenzione e l’aderenza terapeutica», documento redatto da un gruppo di lavoro misto composto da istituzioni, medici, società scientifiche e portatori d’interesse civico. I contenuti fungono da bussola per orientare le iniziative sui territori, dal potenziamento della medicina di prossimità alla promozione di campagne educative nelle scuole. Il testo, lungi dall’essere una raccolta di raccomandazioni astratte, diventa programma operativo condiviso.
Perché agire subito: i numeri che allarmano
I dati più recenti parlano chiaro: nel solo 2021 in Italia le patologie del sistema circolatorio hanno provocato oltre 217 mila decessi, pari a quasi un terzo di tutte le morti registrate. Questo peso epidemiologico si traduce anche in un costo sociale ed economico, aggravato da una scarsa aderenza terapeutica che, secondo le stime, grava sul Servizio sanitario nazionale per circa due miliardi di euro l’anno. Migliorare l’aderenza del 15% significherebbe prevenire infarti, ictus e decessi, liberando più di 300 milioni di euro di risorse pubbliche.
Le cifre non chiedono soltanto attenzione da parte dei decisori politici: interpellano ogni cittadino, chiamato a riconoscere il proprio ruolo nella tutela della salute individuale e collettiva. Daiichi Sankyo ricorda che quasi la metà delle persone colpite da eventi cardiovascolari non ricerca assistenza immediata, perdendo minuti preziosi che possono fare la differenza fra pieno recupero e disabilità permanente. Diffondere la cultura del controllo periodico e della risposta tempestiva è perciò una priorità che supera i confini della medicina e tocca l’ambito educativo, sociale e culturale.
La voce di pazienti e cittadini: i risultati della survey europea
Per definire strategie mirate, Daiichi Sankyo Europe ha commissionato l’indagine «The 2025 European Heart Health Survey», condotta online in sei Paesi – Austria, Belgio, Germania, Italia, Portogallo e Spagna – su un campione di oltre 8.500 persone, ripartite fra pazienti e popolazione generale. Un terzo dei rispondenti con diagnosi cardiovascolare dichiara di aver già vissuto un evento acuto o di essere stato classificato ad alto rischio, segnale di quanto la prevenzione secondaria resti un tema urgente e irrisolto.
Fra i cittadini sani, le abitudini di vita – in particolare alimentazione scorretta e sedentarietà – sono percepite come principale ostacolo a un cuore in salute. Lo studio rivela inoltre una disparità significativa fra generi: le donne indicano lo stress come barriera più forte alla prevenzione e, paradossalmente, risultano meno consapevoli delle differenze di sintomi rispetto agli uomini. Basti pensare che oltre la metà del campione non sa riconoscere manifestazioni cliniche tipicamente femminili, mentre la consapevolezza cala drasticamente con l’avanzare dell’età.
Focus sulle differenze di genere
Gli esperti dell’Inrc insistono su un punto spesso sottovalutato: l’infarto non si presenta nello stesso modo negli uomini e nelle donne. Se il dolore toracico è riconosciuto dal 79% dei pazienti italiani, sintomi come nausea, vomito o dolori localizzati lontano dallo sterno restano poco noti. La survey evidenzia che solo il 17% ha chiesto assistenza immediata all’esordio dei segnali d’allarme, mentre quasi un quarto non ha mai consultato un medico nonostante disturbi sospetti. Colmare questo divario informativo è prioritario.
Per questo, accanto agli esami strumentali, i medici impegnati nella campagna dedicheranno tempo a spiegare come la presentazione clinica possa variare in base al genere e all’età, offrendo esempi concreti e consigli pragmatici. Lo scopo è duplice: migliorare l’autodiagnosi e spingere a contattare tempestivamente i servizi d’emergenza, riducendo quel ritardo nelle cure che si traduce in prognosi peggiori, in particolare per le donne. La conoscenza, ribadiscono gli organizzatori, è il primo salvavita disponibile a costo zero.
