Nel cuore di Milano, i boschi italiani hanno trovato nuovi alleati: manager, scienziati e cittadini che credono nella rinascita verde. Sorgenia, con l’iniziativa #RigeneraBoschi, prova a trasformare l’impegno ambientale in azione concreta, cucendo insieme tecnologia e partecipazione collettiva per difendere la resilienza delle foreste, unendo passione e competenza verso un futuro più sostenibile e responsabile.
Un ponte tra energia e biodiversità
La transizione ecologica non è più un concetto di moda, ma una responsabilità quotidiana per chi produce e distribuisce energia. Lo ricorda con fermezza Federica Petra Colombo, responsabile Relazioni esterne di Sorgenia, spiegando che oggi nessuna impresa può permettersi di ignorare l’urgenza climatica. Il progetto #RigeneraBoschi nasce proprio da questa consapevolezza: convogliare risorse economiche, competenze tecnologiche e partecipazione della clientela per tutelare un patrimonio silenzioso ma vitale quale sono le foreste nazionali. Scegliere di proteggere gli alberi, prosegue Colombo, significa prendersi cura della vita stessa che scorre fra le loro radici.
Nato dodici mesi fa, il programma ha subito intrecciato alleanze istituzionali di spessore, ottenendo il patrocinio del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Tale riconoscimento, sottolinea la manager, rappresenta un incoraggiamento a consolidare una visione in cui pubblico e privato lavorano fianco a fianco per la stessa causa. Ogni sostegno ufficiale amplifica la voce del bosco, trasformando la singola iniziativa d’impresa in un impegno che parla all’intero Paese. Dall’evento di presentazione svoltosi a Milano, emergono i primi dati scientifici che documentano l’impatto delle azioni intraprese su cinque aree forestali campione sparse lungo la penisola, segnando un traguardo cruciale nella ricerca di soluzioni replicabili.
L’osservatorio digitale dei boschi italiani
La colonna portante dell’iniziativa è un sofisticato sistema di monitoraggio che poggia sui cosiddetti tree-talker, sensori dotati di tecnologia Internet of Things e connessi a una infrastruttura cloud. Questi dispositivi, fissati a un campione di piante nelle cinque aree prescelte, raccolgono senza sosta informazioni su crescita, traspirazione, umidità, oscillazioni termiche e stress idrico. Il flusso di dati, aggiornato minuto dopo minuto, viene ordinato in dashboard interattive che consentono di visualizzare l’andamento di ogni singolo albero come se fosse una cartella clinica digitale. Così il bosco trova finalmente una voce comprensibile al linguaggio della scienza.
La responsabilità dell’interpretazione è affidata a un team multidisciplinare guidato dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, che incrociano le misurazioni dei tree-talker con dati climatici e cartografie satellitari. L’obiettivo è definire parametri condivisi utili a delineare linee guida per rendere le foreste più reattive di fronte a incendi, siccità prolungata o patologie. Comprendere come gli alberi reagiscono ad agenti di stress consente di progettare strategie di gestione proattiva, anticipando i danni invece di limitarci a registrarli. Le informazioni ottenute verranno rese disponibili alla comunità scientifica, alle autorità forestali e a chiunque operi sul territorio, creando una banca dati aperta a future applicazioni di restauro ambientale.
La forza del coinvolgimento collettivo
La scintilla tecnologica, da sola, non basterebbe a innescare una rivoluzione verde se non fosse alimentata dalle persone. Fin dall’avvio, Sorgenia ha invitato i propri clienti a partecipare al finanziamento dei sensori e delle attività di ricerca, trasformando la normale relazione commerciale in un patto di corresponsabilità ambientale. Allo stesso modo, i dipendenti dell’azienda hanno aderito a giornate di formazione sul campo, visitando i boschi e collaborando con i ricercatori nella manutenzione dei dispositivi. Quando chi lavora in un’impresa sente di contribuire direttamente a un progetto, l’impegno esce dalle pagine dei report e diventa esperienza viva.
La presenza dei due patrocinatori ministeriali contribuisce a dare al progetto un orizzonte di lungo periodo e una credibilità che va oltre il marchio aziendale. Le amministrazioni riconoscono che iniziative come #RigeneraBoschi possono diventare un modello esportabile in altri contesti e invitano a replicarne l’impostazione su scala nazionale. Quando la tutela ambientale smette di essere un obbligo normativo e assume i tratti di un investimento condiviso, si crea un terreno fertile per politiche virtuose e per l’adozione diffusa di buone pratiche. Il coinvolgimento istituzionale garantisce inoltre un raccordo costante con le realtà locali, facilitando autorizzazioni, accesso alle aree di studio e integrazione con programmi di protezione già esistenti.
Educare per custodire il futuro
A completare la spirale virtuosa spicca la componente educativa, forse la più dirompente in termini di cambiamento culturale. In dodici mesi, oltre trecento bambini e ragazzi hanno vissuto esperienze di apprendimento all’aperto, accompagnati da forestali e divulgatori che li hanno guidati tra essenze autoctone, sentieri ombrosi e laboratori di campionamento. L’obiettivo è far percepire la foresta non come un semplice scenario da cartolina, ma come un ecosistema unico dove ogni foglia, insetto o fungo svolge un ruolo imprescindibile. Solo chi si innamora del luogo in cui vive trova, un domani, la forza di difenderlo.
La roadmap prevede di moltiplicare sensibilmente queste attività già dal prossimo anno scolastico, ampliando il numero delle classi coinvolte e integrando percorsi formativi differenziati a seconda delle fasce d’età. Sorgenia sta lavorando con i corpi forestali regionali per replicare il format in prossimità di ciascuno dei cinque siti monitorati, così da costruire un nesso diretto fra dati scientifici e percezione quotidiana del territorio. Il sogno dichiarato è generare un circolo in cui la ricerca ispira la didattica e la curiosità delle nuove generazioni, a sua volta, alimenta nuove domande scientifiche. Se questo legame si consoliderà, le foreste italiane potranno contare su guardiani diffusi e consapevoli, pronti a sostenerle anche quando l’eco dei convegni si sarà spento.
